E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio

3 GENNAIO (Gv 1,29-34)
Giovanni vede venire Gesù verso di lui e all’istante lo annunzia come l’agnello di Dio. Non è però solo l’Agnello della nuova Pasqua. È anche l’Agnello di Isaia, la pecora muta dinanzi ai suoi tosatori, che prende su di sé il peccato del mondo per espiarlo.
Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. Non lo mangerete crudo, né bollito nell’acqua, ma solo arrostito al fuoco, con la testa, le zampe e le viscere. Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che al mattino sarà avanzato, lo brucerete nel fuoco. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore! In quella notte io passerò per la terra d’Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d’Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell’Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d’Egitto (Es 12,3-13).
È cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua posterità? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per la colpa del mio popolo fu percosso a morte. Gli si diede sepoltura con gli empi, con il ricco fu il suo tumulo, sebbene non avesse commesso violenza né vi fosse inganno nella sua bocca. Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore (Cfr. Is 52,13-53,12).
Unendo queste due profezie, dell’Esodo e di Isaia, Giovanni ci conduce alla verità primaria della missione di Gesù Signore. Come Agnello di Dio lui sarà sgozzato per allontanare la morte dall’umanità. Come pecora muta dinanzi ai suoi tosatori, egli si caricherà sulle spalle il loro peccato e compirà nel suo corpo la loro redenzione.
Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
Giovanni, essendo vero profeta del Signore, non rende testimonianza a Gesù per una rivelazione interiore, per una voce ascoltata nell’intimo del suo cuore o delle sue orecchie, ma perché il Signore visibilmente gli ha mostrato chi è in verità Gesù. Lui ha visto scendere e rimanere su Gesù lo Spirito del Signore. Era questo il segno che Dio gli aveva dato. Lui vede e testimonia. Vede e attesta. Vede e confessa. Conosce la sua verità, può gridare al mondo la verità di Cristo Gesù. Oggi il cristiano non sa chi lui è. Spesso neanche il sacerdote sa chi lui è nella storia di Dio. Non conoscendo la sua verità, che è da Cristo Gesù, mai potrà gridare la verità del suo Redentore. Infatti non la conosce e non la grida. Non la sa e non la dice. Parla, ma è muto, sordo, cieco.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri in Cristo Gesù.
Costantino Di Bruno

3 GENNAIO (Gv 1,29-34)
Giovanni vede venire Gesù verso di lui e all’istante lo annunzia come l’agnello di Dio. Non è però solo l’Agnello della nuova Pasqua. È anche l’Agnello di Isaia, la pecora muta dinanzi ai suoi tosatori, che prende su di sé il peccato del mondo per espiarlo.
Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. Non lo mangerete crudo, né bollito nell’acqua, ma solo arrostito al fuoco, con la testa, le zampe e le viscere. Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che al mattino sarà avanzato, lo brucerete nel fuoco. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore! In quella notte io passerò per la terra d’Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d’Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell’Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d’Egitto (Es 12,3-13).
È cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua posterità? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per la colpa del mio popolo fu percosso a morte. Gli si diede sepoltura con gli empi, con il ricco fu il suo tumulo, sebbene non avesse commesso violenza né vi fosse inganno nella sua bocca. Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore (Cfr. Is 52,13-53,12).
Unendo queste due profezie, dell’Esodo e di Isaia, Giovanni ci conduce alla verità primaria della missione di Gesù Signore. Come Agnello di Dio lui sarà sgozzato per allontanare la morte dall’umanità. Come pecora muta dinanzi ai suoi tosatori, egli si caricherà sulle spalle il loro peccato e compirà nel suo corpo la loro redenzione.
Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
Giovanni, essendo vero profeta del Signore, non rende testimonianza a Gesù per una rivelazione interiore, per una voce ascoltata nell’intimo del suo cuore o delle sue orecchie, ma perché il Signore visibilmente gli ha mostrato chi è in verità Gesù. Lui ha visto scendere e rimanere su Gesù lo Spirito del Signore. Era questo il segno che Dio gli aveva dato. Lui vede e testimonia. Vede e attesta. Vede e confessa. Conosce la sua verità, può gridare al mondo la verità di Cristo Gesù. Oggi il cristiano non sa chi lui è. Spesso neanche il sacerdote sa chi lui è nella storia di Dio. Non conoscendo la sua verità, che è da Cristo Gesù, mai potrà gridare la verità del suo Redentore. Infatti non la conosce e non la grida. Non la sa e non la dice. Parla, ma è muto, sordo, cieco.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri in Cristo Gesù.
Costantino Di Bruno
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