Ma vino nuovo in otri nuovi!
Chi si applica allo studio della Legge, chi si inoltra sui sentieri della santità, deve farlo con una sola finalità, un solo scopo: penetrare nel cuore di Dio, infinito, divino, eterna novità e verità, per attingere da esso quella sapienza sempre nuova che deve illuminare il cammino dell’uomo sulla nostra terra. Il Siracide così ha compreso questa sua missione di scriba e sapiente del Signore e secondo questo scopo la viveva.
Differente è il caso di chi si applica a meditare la legge dell’Altissimo. Egli ricerca la sapienza di tutti gli antichi e si dedica allo studio delle profezie. Conserva i detti degli uomini famosi e penetra le sottigliezze delle parabole, ricerca il senso recondito dei proverbi e si occupa degli enigmi delle parabole. Svolge il suo compito fra i grandi, lo si vede tra i capi, viaggia in terre di popoli stranieri, sperimentando il bene e il male in mezzo agli uomini. Gli sta a cuore alzarsi di buon mattino per il Signore, che lo ha creato; davanti all’Altissimo fa la sua supplica, apre la sua bocca alla preghiera e implora per i suoi peccati. Se il Signore, che è grande, vorrà, egli sarà ricolmato di spirito d’intelligenza: come pioggia effonderà le parole della sua sapienza e nella preghiera renderà lode al Signore. Saprà orientare il suo consiglio e la sua scienza e riflettere sui segreti di Dio. Manifesterà la dottrina del suo insegnamento, si vanterà della legge dell’alleanza del Signore. Molti loderanno la sua intelligenza, egli non sarà mai dimenticato; non scomparirà il suo ricordo, il suo nome vivrà di generazione in generazione. I popoli parleranno della sua sapienza, l’assemblea proclamerà la sua lode. Se vivrà a lungo, lascerà un nome più famoso di mille altri e quando morrà, avrà già fatto abbastanza per sé. Dopo aver riflettuto, parlerò ancora, sono pieno come la luna nel plenilunio. Ascoltatemi, figli santi, e crescete come una rosa che germoglia presso un torrente. Come incenso spargete buon profumo, fate sbocciare fiori come il giglio, alzate la voce e cantate insieme, benedite il Signore per tutte le sue opere. Magnificate il suo nome e proclamate la sua lode, con i canti delle labbra e con le cetre (Sir 38,34-39,15).
Invece quante parole di stoltezza, insipienza, falsità, menzogna, tenebra, buio totale negli scribi e nei farisei del tempo di Gesù. Essi non attingono sapienza, verità, santità dal cuore di Dio. Non lo conoscono. Neanche sanno chi è Dio. Per loro Dio è la loro tradizione, i loro usi e costumi, la religione deviata. Dio è il loro cuore pieno di peccato. Ma è sempre così. Il pericolo di sostituire il cuore di Dio con il proprio cuore è sempre nascosto, invisibile e sono molti coloro che vi cadono. Quando questo avviene è la morte della vera fede e della vera religione. Una chiesa moderna, attuale, che vive nell’oggi degli uomini e della loro storia non è quella che si arrocca sul passato e neanche quella che lo abbandona. Non è quella tradizionalista e neanche quella progressista. La vera Chiesa è quella che sa entrar nel cuore di Cristo Gesù e dal cuore di Cristo trarre le novità di amore, misericordia, verità con le quali arricchire ogni uomo. È il cuore di Cristo che diviene cuore della Chiesa la sua sola ed unica novità.
I discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da lui e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».
Chi ci rende nuovi è l’acquisizione della vera sapienza, frutto in noi dello Spirito Santo. Ma lo Spirito del Signore non viene a noi sempre per via immediata, diretta, dal Cielo nel nostro cuore. Viene quasi sempre per via indiretta. Viene attraverso la via di Cristo Gesù, che oggi è la via della Chiesa, via del cristiano. È il cristiano oggi la luce di sapienza e di vera intelligenza per il mondo intero. Gesù però ci avverte che se la luce che è in noi diventa tenebra, grande è la nostra tenebra e il mondo rimarrà nel buio dell’insipienza e della stoltezza. È il cristiano oggi l’otre nuovo che deve dare al mondo il vino nuovo dello Spirito Santo. Il cristiano perennemente deve attingere lo Spirito dalla Chiesa e da Dio, ascoltando e pregando, elevandosi in dottrina e grazia.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci otri nuovi dal vino nuovo.
Costantino di Bruno
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