Vieni fuori!
"Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni". Secondo la concezione semita al quarto giorno l'uomo tornava ad essere polvere e lo spirito tornava definitivamente a Dio. Gesù al quarto giorno impedisce a Lazzaro di tornare a Dio e lo richiama alla vita terrena. Quale segno! Lazzaro esce dal sepolcro. È tutto legato, mani e piedi con bende e il visto con il sudario. Ritorna alla vita perché Gesù, la risurrezione e la vita, ha voluto dimostrare a tutti, in anteprima, che la morte non ha più potere sull'uomo. Dio ama i suoi figli e ha scelto per loro di pagare il riscatto alla morte per riaverli liberi e sani. Gesù è il prezzo del riscatto. Lui, la vita, ha scelto di farsi uomo per vivere e anche morire, "apparentemente" come ogni uomo. Apparentemente per il diavolo, perché Gesù è vero uomo, sì, ma è il Figlio di Dio, Dio stesso. Una "trappola", un'esca per distruggere definitivamente la morte. Chi poteva immaginare che Dio si facesse tanto piccolo? Chi si nutre di logica di potenza non può ammettere che Dio, potenza infinita, possa abbassarsi, chinarsi, farsi piccolo. Così quando la morte ha ingoiato la morte di Gesù si è trovata di fronte alla Vita e si è dissolta per sempre! E Lazzaro? Lazzaro morirà ancora, ma dopo la morte di Gesù, la sua risurrezione e ascensione al cielo. E sarà una morte "diversa" perché nel momento dell'andar via da questo mondo incontrerà il suo Maestro e Amico presso il Padre suo.
Vieni fuori!
MEDITAZIONE
Domande
Liberatelo e lasciatelo andare! Le bende della morte si sciolgono e l'uomo è nuovamente libero, libero di vivere! Oggi sei chiamato a vivere, a sciogliere le bende del peccato e a togliere il sudario dal volto perché se vivi nel peccato sei già morto. Ma Gesù chiede agli altri di liberare Lazzaro dalle bende. Anche tu lasciati aiutare a liberarti dai legacci di morte ... da solo non ce la farai mai.
Chiave di lettura
Gesù andava spesso a Betania in casa di amici: Lazzaro, Marta e Maria. Il vangelo di Giovanni precisa che questa Maria è colei che cospargerà di profumo prezioso i piedi di Gesù nei giorni prossimi alla Passione quasi a inebriare chi ascolta del sapore dell'amicizia autentica. Il vangelo di Luca ricorda che Maria, seduta ai piedi di Gesù, ascoltava la sua Parola e di fronte alla lamentela di Marta, rimasta sola a preparare per tutti, sottolinea che quella di Maria è la parte migliore. Lazzaro, colui che Gesù ama, è malato. E le sorelle lo mandano a dire a Gesù: è giusto che sappia. Speravano di certo in una sua presenza. Gesù, dice Giovanni, amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Questi sentimenti non fanno correre Gesù a Betania, ma sono un'occasione per glorificare Dio. Gesù sa che andrà a svegliare Lazzaro, gli altri non sanno e anche i discepoli che vengono messi a parte della cosa non comprendono. Il mistero di cui il Figlio di Dio è avvolto non può colmare le attese immediate delle nostre speranze: Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto. Di fronte al sepolcro Gesù scoppia in pianto, si commuove profondamente. Perché, visto che di lì a poco avrebbe risuscitato Lazzaro? Ecco la grandezza del tempo e della storia. Il momento presente, vissuto nel regno di Dio, non è meno doloroso o meno pieno al pensiero del dopo. Noi sperimentiamo questo nella smania dell'immediato. Vogliamo tutto e subito. Non sappiamo attendere. E questo ci confonde perché la legge naturale ci insegna che un seme per portare frutto ha bisogno di tempi lunghi, di stagioni e di cure ... A leggere però la smania dell'immediato in fondo si impara un segreto del compimento del tempo. Ogni istante è compiuto se pienamente vissuto, libero dal passato e dal futuro. Solo così affonda le radici in Dio. Noi invece siamo generalmente incagliati nel passato al punto da vivere il presente come specchio del passato che continuamente si ripropone pur in vesti diverse oppure sbilanciati nel futuro al punto da gustare l'inesistente come fosse già presente. E ci perdiamo di continuo l'OGGI. Gesù piange perché sta di fronte a un sepolcro e gli viene detto che è lì da quattro giorni. Molto turbato: la morte turba l'amore, la perdita di una persona amata sconvolge il cuore. La fede non toglie il dolore, anzi lo acuisce, perché tutto è vissuto con una sensibilità più cosciente. Ciò che dona è la speranza che la vita non è tolta, ma trasformata. Gesù urla il nome di Lazzaro, la sua voce supera la voce della morte perché la voce di Dio appartiene all'uomo, la voce della morte no. E Lazzaro viene fuori!
PREGHIERA
È in te la sorgente della vita, alla tua luce noi vediamo la luce (salmo 36).
CONTEMPLAZIONE
Gesù, grida anche a me: Vieni fuori! Fuori dalla mia vita spenta che manda cattivo odore, dalla mia vita uccisa dalle apparenze. Grida anche a me oggi: Vieni fuori! La fragranza della Vita in te mi chiede stupore e rispetto, io invece sono abituato a consumarla, a spadroneggiarla, a darci dentro voracemente. Che io impari a guardare con gli occhi di chi è stato liberato inaspettatamente dalla prigionia, dal buio, dalla dissoluzione, dal non ritorno.
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