“E strada facendo, predicate che il regno dei
cieli è vicino”
La Chiesa, alla quale tutti siamo chiamati in Cristo Gesù e nella quale
per mezzo della grazia di Dio acquistiamo la santità, non avrà il suo
compimento se non nella gloria celeste, quando verrà il tempo in cui tutte le
cose saranno rinnovate (cfr. Ap 3,21), e col genere umano anche tutto
l'universo, il quale è intimamente congiunto con l'uomo e per mezzo di lui
arriva al suo fine, troverà nel Cristo la sua definitiva perfezione …
Quindi la nuova condizione promessa e sperata è già incominciata con
Cristo; l'invio dello Spirito Santo le ha dato il suo slancio e per mezzo di
lui essa continua nella Chiesa, nella quale siamo dalla fede istruiti anche sul
senso della nostra vita temporale, mentre portiamo a termine, nella speranza
dei beni futuri, l'opera a noi affidata nel mondo dal Padre e attuiamo così la
nostra salvezza (cfr. Fil 2,12).
Già dunque è arrivata a noi l'ultima fase dei tempi (cfr. 1 Cor 10,11).
La rinnovazione del mondo è irrevocabilmente acquisita e in certo modo reale è
anticipata in questo mondo: difatti la Chiesa già sulla terra è adornata di
vera santità, anche se imperfetta. Tuttavia, fino a che non vi saranno i nuovi
cieli e la terra nuova, nei quali la giustizia ha la sua dimora (cfr. 2 Pt
3,13), la Chiesa peregrinante nei suoi sacramenti e nelle sue istituzioni, che
appartengono all'età presente, porta la figura fugace di questo mondo; essa
vive tra le creature, le quali ancora gemono, sono nel travaglio del parto e
sospirano la manifestazione dei figli di Dio (cfr. Rm 8,19-22).
Concilio Vaticano II - Costituzione sulla Chiesa “Lumen
Gentium”, § 48
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