Commento su Rm 5,15
"Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti
per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio e il
dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo si sono riversati in
abbondanza su tutti". Rm 5,15
Come vivere questa Parola?
Tutta la lettera che Paolo scrive ai Romani è un condensato
di verità folgorante a proposito del contrasto enorme tra peccato e grazia.
Come due fiumi irruenti si precipitano a valle. Uno: il fiume rovinoso della
disobbedienza di Adamo a Dio e dei nostri "no" venuti nel corso della
storia. L'altro: quello della grazia che Gesù ci ha ottenuto con il suo mistero
di morte e risurrezione. Certo, il primo fiume, quello del peccato, ha portato
rovine rendendoci fragili e vulnerabili anche se pur sempre liberi di scegliere
il bene anziché il male. Ma quello che conta e a cui S. Paolo vuol dare forte
risalto è che il secondo fiume: quello della Grazia è talmente vivificante che
la sua forza supera nel bene quella che ha avuto il peccato nel male.
Ecco è su questo "Di più" che ci soffermiamo
lasciandoci consolare dall'assoluta certezza di quel traboccante amore di Dio
per noi; tanto più forte e potente di quello che in noi è propensione al male.
Signore Gesù, a volte anche solo le informazioni di tanta
rovina morale, di tante malefatte tentano di sgomentarmi. Fa' che io poggi la
mia fiducia sulla Tua Parola. La Tua Grazia è il bene: quel bene che in
definitiva avrà la meglio sul male.
La voce di una mistica, medico e scrittrice svizzera.
Ogni grazia concessa dal Signore non è condizionata dalla
capacità recettiva del soggetto, ma la supera.
Adrienne von Speyr (1902 - 1967).
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