Il servizio di Alessandro De Carolis:
È l’esodo del buio verso un giorno che non avrà un’altra oscurità, la Madre di tutte le Veglie. È una tomba senza senso, un telo funebre abbandonato, una pietra sepolcrale che non trattiene più nessuno. È il prodigio di una via di salvezza che si apre in mezzo al mare e un popolo schiavo si ritrova e libero.
Dieci catecumeni
Tutto questo celebra ogni anno la liturgia nella notte di Pasqua, densa di simboli di purificazione e rinascita, fuoco e acqua. La notte per eccellenza del Battesimo e della Cresima, Sacramenti che Francesco impartirà a dieci catecumeni adulti, uomini e donne, per metà italiani e altri provenienti da Cambogia, Albania, Portogallo.
Forza a chi è perseguitato
Una Veglia al di là del tempo, solenne in ogni suo attimo, in cui il canto esprime la gioia della Chiesa ed esulta con il coro degli angeli, ma che non dimenticherà nemmeno in questa circostanza i drammi della terra, quelli lontani di chi avrà una notte di Pasqua di paura o di sacrificio. Scenari che Francesco richiama ormai senza pause e che in San Pietro costituiranno l’ossatura della Preghiera universale. “Rinvigorisci la fede nei cristiani perseguitati”, reciterà una delle intenzioni. E ancora, “benedici i governanti che cercano la pace” e “converti i cuori dei seminatori di odio”.
Settemila lumini
E a dare in certo modo calore alla speranza di queste preghiere, oltre a rendere tangibile l’evento centrale della fede cristiana, saranno i settemila lumini preparati per le persone che saranno con Francesco in Basilica a ripetere con le parole di Mosè – prestandole a chi non potrà farlo: “Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza”.
da \ Radio Vaticana
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