"Cari fratelli e sorelle, alle 21.37 il nostro amatissimo Santo Padre Giovanni Paolo II è tornato alla Casa del Padre. Preghiamo per lui".
Il cardinale Sandri per molti anni è stato uno dei più stretti collaboratori di Giovanni Paolo II fino ai suoi ultimi istanti di vita. Alessandro Notarnicola ha raccolto la sua testimonianza:
Un pastore vicino alla gente
"Ho dovuto accompagnarlo nei suoi ultimi anni quando la sua salute cominciava ad essere sempre più debole, in particolare dopo l'ultima visita che il Santo Padre fece a Lourdes. Custodisco un ricordo molto vivo di Papa Giovanni Paolo II. Dobbiamo ricordare la sua grande personalità dal punto di vista intellettuale, dottrinale e pastorale, ovviamente. E tutto questo nel contesto di una visione del mondo che è riuscito a trasformare, perché non l'ha fatto direttamente, ma per realizzare questo cambiamento ha esortato i fedeli e le famiglie ad aderire all'insegnamento di Gesù Cristo, all'amore cioè, alla giustizia, alla libertà, alla solidarietà (…) Penso che questi aspetti di Giovanni Paolo II oggi la Chiesa li abbia ritrovati nella persona di Papa Francesco. Mi riferisco in particolare alla vicinanza al popolo espressa da Giovanni Paolo II con gesti sorprendenti, ma soprattutto attraverso lo sguardo. Uno sguardo che ha giocato e ha raggiunto anche i cuori dei credenti e di coloro che per tempo sono rimasti ai margini della fede”.
Il coraggio di Papa Wojtyla
“Dieci anni dopo la sua morte penso che la personalità di Giovanni Paolo II possa essere rivissuta e ricreata in molti ricordi straordinari, ad esempio i viaggi internazionali. Molti popoli e nazioni ricordano infatti Giovanni Paolo II con immenso affetto e gratitudine. Il suo ricordo è vivo, vivo e cresce ogni giorno che passa (…) Papa Giovanni Paolo II ha vissuto tutto quello che pensava, tutto quello che diceva, tutto quello che ha insegnato nella sua vita. Mi ricordo l'intero periodo in cui ho lavorato per la Segreteria di Stato e il momento stesso dell'elezione al Soglio Pontificio di Karol Wojtyla. Allora il cardinale Agostino Casaroli disse che il Conclave eleggendo Wojtyla aveva dimostrato ‘grande coraggio’; coraggio che il nuovo Papa poi ha mostrato nella sua prima omelia pronunciata in Piazza San Pietro chiamando il mondo ad aprire le porte a Cristo. Tre anni dopo questo coraggio fu macchiato drammaticamente del sangue dell'attentato in Piazza San Pietro (…) Il dolore e la sofferenza del corpo le sapeva ‘affrontare’ con grande nobiltà, con coraggio, e soprattutto con una marcata personalità. Lui ci ha mostrato che il dolore era ed è la salvezza del mondo, esso ricorda la salvezza in Cristo stesso”.
La sua testimonianza: un inno alla vita
“Il patrimonio di Giovanni Paolo II è un inno alla vita stessa, la vita del Papa. Questa è sicuramente la testimonianza che ci lascia. Egli ci ha mostrato la dignità della vita, un cristiano che crede in Cristo, può raggiungere altezze sublimi, anche nei limiti che ciascuno di noi possiede. E' una testimonianza che San Giovanni Paolo II è stato in grado di trasmettere anche quando il suo corpo non gli consentiva più l'agilità dei gesti più ordinari, si pensi per esempio al suo ultimo Angelus, la Domenica di Pasqua, quando non riuscì a dire ciò che avrebbe voluto comunicare ai fedeli e al mondo intero. In quel momento abbiamo visto che Dio opera in noi, e lui, Giovanni Paolo II, ha testimoniato questa verità con la sua vita. Molte cose si potrebbero ricordare di lui che è stato fondamentale - ad esempio - per la caduta del comunismo. Possiamo inoltre ricordare i tanti viaggi apostolici o i grandi raduni, come le Giornate Mondiali della Gioventù, o ancora documenti di grandi rilevanza e le grandi iniziative ecclesiali, ma alla fine ciò che viene fuori innanzi tutto è la sua vita, una vita vera, una vita che è sempre rimasta coerente con la sua fede in Dio".
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