Fra Marco Tasca - L'Osservatore Romano
“Il tema del cibo mette la Chiesa direttamente in rapporto al mondo e all’interno del mondo, nel senso che la Chiesa in uscita delineata da Papa Francesco deve abbandonare ogni autoreferenzialità per assumere il passo degli uomini e delle donne del nostro tempo”. Lo scrive fra Marco Tasca, Ministro generale dei Frati minori conventuali, nella lettera “Cibo che nutre. Per una vita sana e santa”, inviata, in vista di Expo 2015, agli oltre 4.000 frati dell’Ordine in 63 Paesi dei cinque continenti.
Ripensare in modo creativo i nostri stili di vita
Il Ministro generale dei Frati minori conventuali - riferisce l'agenzia Sir - ricordando come la gente consideri “i francescani persone frugali, anche nella tavola, e soprattutto fratelli universali attenti alle necessità di tutti, in particolare dei poveri”, s’interroga: “Siamo noi all’altezza di questa fama? Possiamo in qualche modo ripensare in modo creativo i nostri stili di vita, di alimentazione, i criteri con cui usiamo dei beni della terra? L’idealità che ci spinge a voler cambiare il mondo comincia da gesti semplici e quotidiani, condivisi e fraterni, assunti come segni della benedizione che Dio riversa su di noi e attraverso di noi sul mondo intero”. Il cibo, osserva fra Tasca, “non nutre solo il corpo, ma consolida e custodisce le relazioni”.
Spreco di cibo è uno degli scandali più drammatici del nostro tempo
“A partire dal cibo - prosegue fra Tasca - possono essere sollevati molti interrogativi, anche drammatici: quanta giustizia e quanta ingiustizia, quanta pace e quanta violenza, quanto lavoro e quanta rapina nel gesto naturale, spontaneo e necessario di nutrirsi?”. Parlare del cibo, che non è solo “carburante” per vivere ma “implica dimensioni relazionali a corto e lungo raggio”, significa, dunque, “parlare dei grandi problemi che attanagliano e preoccupano l’umanità, e spinge il nostro sguardo verso orizzonti più vasti e spesso trascurati”. C’è, infatti, un altro fronte: “Quello dello spreco di cibo è uno degli scandali più drammatici del nostro tempo”, evidenzia il ministro generale.
Cibo nei rifiuti è un insulto per chi patisce la fame
“Quello di non sprecare - chiarisce - dovrebbe essere per noi francescani una sorta di comandamento, perché ogni spreco di cibo (acqua, energia, suolo ) è spreco della creazione e rende la terra più povera e inospitale per le generazioni future. Se il cibo che finisce nei rifiuti mangia tante risorse ed è un insulto per chi patisce la fame, l’imperativo è far dimagrire, anche nelle nostre comunità, il bidone della spazzatura”. Fra Tasca chiede anche ai frati “nel tempo della Quaresima e nei sei mesi di durata di Expo 2015, di pregare e di far pregare il Padre nostro ponendo attenzione particolare all’invocazione del pane per tutti”. (R.P.)
da \ Radio Vaticana
Nessun commento:
Posta un commento