A colloquio con Nicolas Hulot, inviato speciale del presidente della Repubblica francese per la protezione del pianeta
Il colibrì
e la goccia d’acqua
Nicolas Hulot, giornalista e scrittore, da diversi decenni in prima linea nei dibattiti sull’ecologia, effettuerà una visita di lavoro a Roma il 21 e 22 novembre 2013. Nominato il 6 dicembre 2012 inviato speciale del presidente della Repubblica francese per la tutela del pianeta, è anche membro del Comitato di Pilotaggio, presieduto dal ministro degli Affari esteri francese e volto a preparare la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (cop 21), che si terrà a Paris Le Bourget nel 2015. In occasione della sua visita, ha concesso un’intervista al nostro giornale.
"Nel dicembre 2011, durante la Conferenza sul clima di Durban - spiega Hulot - gli Stati hanno convenuto di giungere nel 2015 a un accordo per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra volto a raggiungere l’obiettivo di un riscaldamento di soli 2 gradi per la fine del secolo, avente una portata giuridica e applicabile a tutti a partire dal 2020. Da allora, ogni cop (Conferenza delle parti) costituisce una tappa verso tale traguardo. Varsavia quest’anno e Lima nel 2014 sono gli ultimi due appuntamenti prima di Paris Le Bourget. La crisi climatica non è una posta in gioco qualunque; essa condiziona tutte le poste in gioco di solidarietà umana tanto importanti per la Chiesa. È una posta in gioco che include tutti i punti vulnerabili e che metterà a rischio tutte le conquiste del progresso. Le chiese, e la chiesa cattolica in particolare, ci possono aiutare a valorizzare questa dimensione e a dimostrare la dimensione umanista per eccellenza di questa causa. Come lei ricorda, a partire da Paolo VI, tutti i Papi si sono espressi in tal senso attraverso testi più o meno espliciti. Con i miei incontri desidero richiamare l’attenzione della Santa Sede sull’urgente necessità di un atto simbolico che faccia conoscere tali testi ai cristiani e all’opinione pubblica in tutto il mondo. Dico spesso che la particolarità di questi negoziati è che non ci saranno vincenti o perdenti ma che ne usciremo o tutti vincenti o tutti perdenti"
Jean-Michel Coulet
21 novembre 2013
L'Osservatore Romano
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