La sesta beatitudine. Purezza del cuore e nell’amore coniugale
Le Beatitudini
Le Beatitudini sono il centro del Discorso della Montagna (Matteo 5,1-12). Gesù annuncia il Vangelo del Regno e si rivolge ai poveri, trascurati da tutti, ma amati da Dio. La povertà, la sofferenza, l’ingiustizia e il dolore minacciano l’esistenza umana, senza che l’uomo possa difendersi o sottrarsi. Dio però viene incontro ai poveri abbandonati, e per coloro che sono privati di tutto sulla terra, egli prepara il Regno dei cieli. Là non ci saranno più lacrime e miserie, ma vita e gioia senza fine per chi partecipa alla eterna felicità di Dio.
Le Beatitudini sono benedizioni, e le benedizioni sono promesse di Dio. Dio benedice i poveri: a coloro a cui nessuno porta mai una buona notizia, perché sempre oppressi dalle ristrettezze, Dio dice parole di bene. Il suo non è un semplice augurio, perché la sua parola è onnipotente. Perciò Dio fa il bene che dice. Con la stessa onnipotenza con cui ha creato il mondo all’inizio, ora prepara un mondo di bene per i poveri. Le Beatitudini sono quindi promesse che Dio fa ai poveri, agli afflitti, ai perseguitati e a tutti quelli che soffrono.
Gesù annuncia ciò che Dio sta per fare per gli uomini devastati dal bisogno e dalle necessità. Si è beati, non perché ora sulla terra si è privi di tutto – questo anzi è motivo di dolore – ma si è beati perché Dio prepara per i poveri un futuro di speranza (Geremia 29,11). Così infatti dice altrove Gesù ai discepoli: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno» (Luca 12,32).
Le Beatitudini hanno una duplice dimensione, terrena ed escatologica. Dio realizza le sue promesse in parte nel tempo, ma in modo completo nell’eternità; ora nella speranza, alla fine nella realtà. La certezza del compimento ultimo riempie di gioia fin da ora, e fa attraversare con fiducia le difficoltà attuali, sopportando il peso della vita quotidiana, nella prospettiva della felicità definitiva. Le Beatitudini sono quindi una parola di speranza per tutti davanti alle sofferenze presenti, perché nessuno si ripieghi su se stesso, né si lasci abbattere dall'afflizione in cui si può venire a trovare. Al contrario, viva nella fiduciosa attesa che Dio compirà per ciascuno di noi il bene che dice nelle Beatitudini, che sono una benedizione per l'uomo pellegrino nel tempo.
La purezza del cuore
La sesta beatitudine riguarda la purezza del cuore: «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Matteo 5,8). Nel linguaggio umano e soprattutto nel linguaggio biblico il cuore è il centro della persona. Lì maturano le scelte importanti della vita, lì ognuno ritrova se stesso e la propria identità, lì ogni persona decide di sé, nel suo rapporto con gli altri, col mondo e con Dio. Il cuore buono rende buono tutto l'uomo, il cuore cattivo lo rende cattivo.
Nella discussione sul puro e l'impuro Gesù dice che non sono le cose esterne e materiali che rendono impuri. Così pensavano i farisei, che avevano una concezione materialistica della purezza. Essi identificavano il puro con il pulito, perciò si lavavano e facevano tante abluzioni rituali; inoltre ritenevano impuri anchealcuni cibi, evitavano di mangiarli e li proibivano agli altri. Come ancora oggi fanno gli ebrei e i mussulmani con la carne di maiale e altri animali.
Gesù invece dichiara che la purezza è un fatto interiore e spirituale. Ciò che corrompe e rende impuri, non sono le cose materiali, ma il peccato; non è ciò che viene a contatto con l'uomo dal di fuori, ma ciò che dall'interno determina i comportamenti personali di ciascuno. «Tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può contaminarlo», perché gli entra nello stomaco, non nell'anima. «Ciò che esce dall'uomo, questo contamina l'uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo» (Marco 7,18.20-22).
Dalla dimensione interiore e spirituale dell'uomo, dalla sua anima e dal suo cuore derivano i desideri e le azioni buone o cattive. Se sono cattive corrompono tutto l'uomo: infatti è cattivo all'interno, dove ha pensato e desiderato il male; ed è cattivo all'esterno, dove si comporta male e fa male agli altri. Così il cuore, centro della persona, qualifica in senso positivo o negativo tutta la persona.
Il cuore è come una sorgente da cui deriva tutto. Se la sorgente è buona, tutto sarà buono; se la sorgente è inquinata, tutto sarà corrotto. In questo senso Gesù dice: «La bocca parla dalla pienezza del cuore», perché ognuno tira fuori ciò che porta dentro. E ancora: «L'uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone, mentre l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae cose cattive» (Matteo 12,34-35). Bisogna quindi che ci sia un cuore buono, puro, generoso, perché tutta la vita e tutte le cose che si fanno siano buone. In particolare il cuore è la sede e la sorgente dell'amore. Perciò si ama Dio«con tutto il cuore» e il prossimo «come se stessi» (Matteo 22,37-40). La purezza del cuore sta quindi nella purezza dell'amore, e l'amore è puro quando è vero. Non solo sincero, ma proprio vero, cioè libero da ogni egoismo.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio
Cerchiamo quindi di guardare più da vicino la beatitudine: «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio». Abbiamo visto che la purezza è anzitutto un fatto interiore, del cuore, dove ognuno incontra l'altro nella verità. L'amore del prossimo richiede che i rapporti interpersonali siano veri, non falsi; autentici, non interessati. Perciò la prima cosa contraria alla purezza è la menzogna, la seconda è l'egoismo. Chi cerca il proprio interesse e inganna gli altri per raggiungere i propri scopi, non è puro nelle sue intenzioni e nelle sue azioni. In particolare, la purezza riguarda quel rapporto interpersonale, unico e specifico, che è il rapporto affettivo tra le persone. La purezza riguarda l'amore.
(Luca 12,32). |
L'amore tra due persone deve essere vero e reale, allora è puro. L'amore vuole bene, vuole il bene dell'altro e vuole fare del bene all'altro, perciò si dona all'altro ed è pronto ad accogliere il dono dell'altro. In questo dono generoso l'amore arriva fino a dimenticarsi di sé e sacrificarsi per la persona amata. Questo è l'amore vero e puro. Se invece nell'amore uno cerca se stesso e i propri interessi, e per questo strumentalizza l'altro, allora l'amore è falso e menzognero. La purezza del cuore, quindi, è la purezza dell'amore che ama nella verità. Chi ama davvero dona se stesso con generosità e gratuità, e accoglie l'altro con riconoscenza e rispetto.
Molti aspetti dell'amore umano e spirituale sono stati analizzati con grande profondità dal Papa Benedetto XVI nella sua prima enciclica Deus caritas est, del 25 dicembre 2005. Dopo aver spiegato il significato dei due termini greci per indicare l'amore, eros e agape, egli incoraggia tutti a progredire sulla via dell'amore di Dio e del prossimo: «L'amore è possibile, e noi siamo in grado di praticarlo perché creati a immagine dì Dìo. Vivere l'amore, e in questo modo far entrare la luce di Dio nel mondo, ecco ciò a cui vorrei invitare con la presente enciclica» (n. 39). Amare in modo vero e puro è possibile, basta cominciare.
La purezza nell'amore coniugale
La purezza del cuore si riferisce a tutte le relazioni interpersonali, in cui è coinvolta la dimensione affettiva. Si può parlare dell'amore verso i genitori, verso i fratelli, gli amici. Ma un particolare rapporto affettivo intimo, intenso e coinvolgente, è l'amore coniugale, dove un uomo e una donna si amano anima e corpo, nella totalità del loro essere, per sempre.
L'amore coniugale è un fatto interiore del cuore, che si esprime nel corpo. L'intimità della persona, dove ognuno accoglie l'altro in modo esclusivo, si concretizza nell'intimità del corpo, dove l'unione sessuale esprime e realizza il dono reciproco e totale tra l'uomo e la donna. La purezza, quindi, oltre a essere un fatto del cuore e dell'interiorità della persona, riguarda anche il corpo umano e la sessualità. Anche nella sessualità ci può essere autenticità e verità, oppure egoismo e menzogna: quando c'è la verità, c'è la purezza dell'amore, quando c'è l'egoismo c'è l'impurità.
Chi ama con purezza sa controllare la sessualità, in modo che la ricerca del piacere sia orientata a esprimere e realizzare l'amore coniugale interpersonale. Il matrimonio è il luogo in cui l'amore coniugale si realizza nell'unione sessuale. L'uomo e la donna mettono insieme i loro corpi nell'intimità sessuale, perché hanno messo insieme la loro vita nell'amore per sempre. Se invece la sessualità che cerca il piacere è staccata dall'amore, allora è inquinata dall'interesse e dall'egoismo, e perciò è impura.
Domenico Marafioti sj
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