lunedì 18 novembre 2013

 LETTERA

7. A donna Luisa de la Cerda, ad Antequera

Avila, 9 giugno 1568
1. Gesù sia con vostra signoria. Io sono arrivata qui, ad Avila, il mercoledì prima di Pentecoste, assai stanca, perché, come le avevo scritto, stavo così male da non essere in condizioni di mettermi in viaggio; pertanto l’abbiamo fatto lentamente, in compagnia del curato, il quale mi è stato di gran sollievo, perché è pieno di garbo in tutto. È venuto di passaggio un mio parente, che da bambino ha avuto il male della pietra e che con l’acqua di quella fonte è guarito in modo da non averne mai più sofferto. Ho gioito molto di così buone notizie, perché spero in nostro Signore che accadrà lo stesso al signor don Giovanni. Sua Maestà lo guarisca, in conformità delle nostre suppliche. Bacio molte volte le mani di vostra grazia e quelle di tutti i miei signori di lì.
2. Trovo qua, entrata come religiosa, donna Teresa, figlia della marchesa de Velada, che è assai contenta. Con la marchesa de Villena sono stata domenica scorsa. Mi ha usato ogni sorta di cortesie, ma, poiché io non ho bisogno che della mia signora donna Luisa, la cosa ha poca importanza per me. Il Signore me la conduca qui in piena salute e dopo un buon viaggio. Per quanto riguarda quella mia faccenda, torno a supplicare vostra grazia di non trascurarla, per le ragioni che le ho scritte; è per me cosa di grande importanza. Siccome a Malagón ho lasciato una lunga lettera per vostra signoria, e a Toledo un’altra, questa ha il solo scopo di farle sapere che sono arrivata bene, null’altro. Oggi è mercoledì. L’indegna serva e suddita di vostra signoria.
Teresa di Gesù, Carmelitana.

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