di P. Ermanno Barucco ocd
Le poesie di santa Teresa di Gesù
Bambino sono assai conosciute, soprattutto grazie ad alcune versioni
musicali che si sono diffuse negli ultimi anni del secolo scorso ad
opera di Pierre Eliane o di Sylvie Buisset. Quelle di quest’ultima sono
celebri ed eseguite anche in Italia, come ad esempio Vivre d’amor (Viver d’amore), Aimer, c’est tout donner (Amare è dare tutto) o Ta Face est ma seule Patrie (Sola mia Patria è il tuo Volto), dedicata al Volto santo di Gesù.
Certamente questi canti eseguono solo alcuni versetti o alcune delle strofe delle poesie di Teresa, che sono normalmente molto lunghe, ma anch’esse originariamente previste per un’esecuzione canora su arie musicali dell’800, conosciute ai tempi di Teresa e usate come basi musicali.
Certamente questi canti eseguono solo alcuni versetti o alcune delle strofe delle poesie di Teresa, che sono normalmente molto lunghe, ma anch’esse originariamente previste per un’esecuzione canora su arie musicali dell’800, conosciute ai tempi di Teresa e usate come basi musicali.
Quello che vorrei sottolineare è la
corrispondenza che si potrebbe ravvedere tra alcune poesie di Teresa e
le figure di sua madre Zelia Guérin e di suo padre Luigi Martin.
Il versetto Aimer, c’est tout donner et se donner soi-même (Amare è dare tutto e donar se stessi) si trova nella Poesia 54, dal titolo Perché t’amo, Maria,
nella strofa dove parla di come la Vergine Maria si occupa di noi
cristiani con la tenerezza di una madre tanto da volerci donare tutto,
cioè suo Figlio, e da donarsi per essere nostro soccorso come rifugio
dei peccatori. Ci piace percepire nelle parole del versetto una
corrispondenza con Zelia e la sua vocazione di madre, che per amare ed
educare le sue figlie ha donato tutto nel suo lavoro e nella cura della
famiglia, e quindi ha donato tutta se stessa.
Vivre d’amor
(Viver d’amore) è il titolo e il ritornello della Poesia 17, che
descrive l’amore sponsale tra Teresa e Gesù. D’ispirazione profondente
biblica come molti dei testi di Teresa, la poesia lascia trasparire un
affetto così forte per Gesù che conquista anche coloro che pensano
all’amore tra un uomo e una donna nel matrimonio. Si intravede quindi
una corrispondenza con l’amore sponsale tra Zelia e Luigi. Quest’amore
sponsale comunicato dalla poesia è stato recentemente messo in musica in
una versione pop dal cantante francese Grégoire ma con
l’interpretazione canora di due cantanti attive in Francia, Natasha
St-Pier, canadese cattolica, e Anggun, indonesiana di tradizione
mussulmana. Nel video della canzone le due cantanti appaiono vestite
come due spose, in bianco e con l’anello al dito, con una corona di
fiori in testa, all’interno di un ambiente naturale o sotto le volte di
un chiostro. Appare però anche una bambina vestita di bianco con alcuni
fiori in testa che gioca cogliendo i fiori e offrendoli all’amato: è il
simbolo della sposa bambina, immagine di santa Teresina di Gesù Bambino
che deve rivivere il momento in cui la Chiesa come una sposa bambina
nasce dall’amore di Cristo Sposo, per vivere solo del Suo amore (come
nell’interpretazione teologica della santità di Teresa proposta da padre
Antonio Maria Sicari, ocd). Alla fine le due cantanti concludono il
canto circondate da fiori e rose come fossero piovute dal cielo, chiara
evocazione della “pioggia di rose” di santa Teresina.
Nella Poesia 20 dal titolo Il mio Cielo quaggiù! si trova il versetto Ta Face est ma seule Patrie
(Sola mia Patria è il tuo Volto) che insieme alle altre strofe della
stessa poesia è stato usato per comporre il testo del canto di Sylvie
Buisset. Certamente si può legare questa Poesia alla vicenda della
malattia del padre di santa Teresina, quando questi durante le sue crisi
si copriva il volto con un fazzoletto, come se si vergognasse a essere
guardato così umiliato. Per Teresa ciò rinviava al volto sofferente di
Cristo impresso nel velo della Veronica, mistero che il padre ha
rivissuto negli ultimi anni della vita. Da quel momento sua figlia si
firmerà Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo.
Sperando ormai prossima la
canonizzazione dei coniugi Martin, abbiamo riletto alcune poesie della
figlia, e nella loro versione musicale, alla luce del legame profondo
che ella aveva con loro, dove naturale e soprannaturale si fondevano in
una unità armoniosa e profonda. Buona lettura delle poesie! O ancor
meglio buon ascolto! o anche, se andate su youtube, buona visione!
da | carmeloveneto.it
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