giovedì 26 marzo 2015

Legge e fede



La tentazione di far tacere il messaggio del Vangelo è troppo grande per noi: abituati alle nostre realtà umane, come possiamo anche solo scomodarci per quelle divine?

Stiamo troppo bene seduti sulle nostre poltrone morali, garantite da una soda spiritualità e da una religiosità a prova di bomba.
Appena ci viene uno stimolo diverso, siamo pronti ad accumulare le pietre, anche se l'annuncio della gioia per noi è il massimo delle affermazioni: siamo figli di Dio!

Dove c'è solo la legge, anche quella morale, dove la legge si discute, nessuno si converte, anzi...si diventa ancor più testardi nelle proprie idee e convinzioni, interpretando tutto quanto con lo sguardo legalista.
Ecco allora i Giudei discutere con Gesù, interpretando a rigor di logica e secondo i loro schemi prefissati il messaggio di Dio, riducendolo a materiale di discussione per loro e di accusa per chi non la pensa come loro.
E non credono.
Dove non appare questa legge (ma c'è), ecco che la gente crede e si converte, constatando la sintonia del messaggio evangelico con la vita.
Quando Gesù si ritira là dove c'era Giovanni Battista, ecco che la gente vede la continuità e l'accordo dei messaggeri e del messaggio stesso.
E crede.

Perché l'operazione del credere parte sempre e solo da chi si incontra.

da | don Luciano Sanvito

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