domenica 8 marzo 2015

Gesù non si fidava di loro



 

Gv 2,13-25
 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Le insidie del deserto
Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo unico Figlio!
Un dono immenso, il più grande che si possa pensare... è proprio dell'appartenenza scegliere di donarsi personalmente piuttosto che vedere star male o morire la persona amata. Dio invece sceglie di farci dono di tutto il Suo amore, e tutto il Suo amore è Gesù. In Gesù c'è tutto LUI, quindi tutto il cielo, tutta la vita, e vita eterna! E noi che siamo così avari di vita! e la consumiamo a morsi fino a non avere più respiro umano! Fermati! Dove corri? Dio è qui, se solo ti volti Lo vedi... Fermati, gli piace stare un po' con te. Regalagli un attimo di silenzio. Dove sei, chiudi gli occhi, fai un profondo respiro e immergiti nell'oceano interiore dove la Sua voce nell'eco pronuncia il tuo nome. Lì, alle sorgenti del tuo esistere, ritroverai chi sei e la vita fluirà nuova in ogni sua espressione. buona immersione|

MEDITAZIONE
La luce è venuta... e perché continui a camminare nel buio? Chiama per nome le tue volontà profonde e ti si apriranno sentieri nuovi, le trappole che il tuo vano ragionare crea continuamente svaniranno come neve al sole. Il calore della luce ha il potere di dissipare le tenebre, ma se tu chiudi gli occhi alla luce entri nelle tenebre di una cecità voluta che non ha nulla a che fare con la cecità esistenziale... è la cecità di chi non ha il coraggio di ammettere che le sue opere non nascono dal sentire di Dio, ma carpiscono vita dagli abissi di un falso bene, vita che si spegne del tutto quando le funi dei trabocchetti si tirano perché hai dimenticato dove li avevi messi!

Chiave di lettura
Un serpente nel deserto guarisce coloro che sono morsi dai serpenti velenosi... un simbolo. Il movimento di volgersi verso, di alzare gli occhi a qualcuno che può salvare è quello che consente di guarire. Chi è morso dal dolore sta ripiegato su di sé quasi a proteggersi da ferite ulteriori e vede e sente tutto perduto: col veleno non si scherza... un morso velenoso intossica la vita e la vita si spegne! Quanti morsi velenosi da creature che strisciano tra i piedi e assaltano all’improvviso chi, ignaro, si avvicina... quanti languori spengono la vita mentre tutto sembra come prima! Il serpente da sempre è un simbolo di astuzia e di inganno. E noi pensiamo sempre di essere gli ingannati. Ma quante volte siamo noi serpenti che mordono le caviglie di altri, con le nostre allusioni, supposizioni, parole di giudizio e mezze verità che fanno da esca ai malcapitati. Strisciare silenziosi e stare in agguato per colpire di sorpresa. Malizie, maldicenze, ogni sorta di ostilità: non c’è bisogno di grandi malizie, è sufficiente quella domanda pungente che come spada arriva al cuore dell’altro... non c’è bisogno di grandi maldicenze, basta un dubbio che si insinua in un confronto sereno di opinioni per creare spaccature interiori e intossicare il bene... non serve ricorrere a ostilità palesi, è efficace anche solo quel chiudersi in una roccaforte di non voler sporcarsi le mani con gli altri per alzare muri di ostilità e inquinare il sentire: uno sguardo, un non detto, un movimento di sopracciglia spesso sono discorsi e, incredibilmente vero, il silenzio che è lo spazio di Dio si trasforma nello spazio del serpente antico! Gesù è innalzato sulla croce, come un serpente, segno di salvezza ma nelle vesti di chi è da salvare. Si fa peccato per salvare noi peccatori come si è fatto creatura umana per salvare noi creature umane. Chi volge lo sguardo a lui e crede assapora una vita che non si esaurisce, una vita che genera vita, una vita che è la sua vita, perché l’uomo viene dall’eternità, anche se l’ha dimenticato e lo dimentica continuamente. Dio ci ama talmente che ha mandato il suo Amore fatto carne per ridare dignità a colui che porta in sé il sigillo dell’infinità e della reciprocità e che vagando nelle vie tortuose dei suoi desideri ingannevoli non ritrova più la strada verso la sorgente, la strada verso la cella interiore da cui zampilla acqua di vita eterna. Nessuna condanna per chi è in Cristo perché vive! La via della condanna la sceglie chi non ha Cristo come sentiero da percorrere perché da sé si intrappola in mille faccende e la vita si intristisce fino a morire. Chi non crede è già condannato, perché non vive... Dice il profeta Osea: Le vie del Signore sono rette, i giusti camminano in esse, i malvagi vi inciampano. Il Signore traccia vie diritte per i nostri passi. Siamo noi che con le nostre scelte quotidiane camminiamo o inciampiamo. E non si tratta di grandi scelte. In questo momento tu sceglierai se accogliere queste parole o criticarle o metterle in un cantone o buttarle via. E lo farai consapevolmente o meno... ma il fatto è che lo farai. E se sceglierai di accogliere ciò che dirai, penserai, farai, costruirai andrà in una direzione; se sceglierai di criticarle ciò che dirai, penserai, farai, costruirai andrà in tutt’altra direzione; se poi sceglierai di metterle in un cantone, ti sembrerà che tutto sia come prima di averle lette, ma non sarà più come prima; se le butterai via, avrai negato a te stesso delle possibilità e al tempo stesso vivrai l’inciampo del rifiuto. Perché queste parole non sono parole vuote o inermi, sono strade che si aprono... La tranquillità del dire: Io non faccio niente di male nella vita, sono una persona onesta... di fronte a queste parole del vangelo diventano interrogativi che inquietano: E di bene cosa fai? Quello che ogni giorno realizzi di che natura è? Hai una discriminante per saperlo: Chi fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano scoperte. Invece chi fa la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio». Gli intrighi che impastano le tue mani di tenebra non hanno bisogno di nascondersi, tu ti senti angelo di luce, il tuo pensiero è nitido, chiaro, sei sicuro di te, tu non sei malvagio... Attenzione! Perché anche Lucifero è angelo di luce, e la sua intelligenza è netta, lucida, senza ombra di dubbio. L’uomo di fronte a Dio sente di essere fragile, e si interroga continuamente, percepisce tutta la sua pochezza anche se si sente chiamato a grandi cose, custodisce con timore e tremore la Parola e tenta di comprendere la volontà del Padre nella sua quotidianità... Le vie di Dio sono chiare e nette, ma se tu presumi di te e ti fai Dio diventano lacci e trabocchetti. L’amicizia con Gesù ti fa ricevere dal riflesso del suo sguardo su di te la luce necessaria alla comprensione, non dallo scintillare guizzante delle tue idee che sembrano illuminare ma sono tenebra perché ti accecano, e con te quanti si lasciano mordere dall’incredulità. Gesù, ecco la luce, la via, la verità, la vita... unica Parola che apre spazi di libertà.

PREGHIERA
Salvami, Signore, dal malvagio,
proteggimi dall'uomo violento,
da quelli che tramano sventure nel cuore
e ogni giorno scatenano guerre.
Aguzzano la lingua come serpenti;
veleno d'aspide è sotto le loro labbra.
Proteggimi, Signore, dalle mani degli empi, salvami dall'uomo violento:
essi tramano per farmi cadere.
I superbi mi tendono lacci
e stendono funi come una rete,
pongono agguati sul mio cammino.
Io dico al Signore:Tu sei il mio Dio; ascolta, Signore,la voce della mia preghiera.
Signore, mio Dio, forza della mia salvezza, proteggi il mio capo nel giorno della lotta.
Signore, non soddisfare i desideri degli empi, non favorire le loro trame.
So che il Signore difende la causa dei miseri, il diritto dei poveri.
Sì, i giusti loderanno il tuo nome,
i retti abiteranno alla tua presenza (salmo 140).

CONTEMPLAZIONE

Gesù, proteggimi dalle trame di sventura che mi attraversano il cuore e scatenano boati di guerre, proteggimi dalle ondate di violenza che mi attanaglia e mi spinge nel baratro del suicidio... ma soprattutto proteggimi dai miei velenosi pensieri che raccolgono veleno sulle mie labbra. Salvami dalla tentazione di tramare inciampi quando la superbia mi descrive come tendere lacci e funi, una rete di inganni tutt’attorno, quando l’invidia mi fa tendere agguati sul cammino altrui perché io possa allargare i miei spazi... Tu, mio unico Dio, proteggimi nel momento della lotta, quando i desideri del mio cuore malvagio cercano soddisfazione. La tua presenza chiama oggi la mia giustizia. E allora io, povero e solitario, vengo a te, ferito dai morsi dell’avarizia che chiude ogni possibilità di crescita, estenuato dal veleno di morte che ha nutrito i miei giorni e spento il mio venire a te. Eccomi, Signore! Sono qui perché tu mi salvi, tu Amore crocifisso, prezzo del mio riscatto.

da | monastere Janua Coeli

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