lunedì 2 marzo 2015

Anna Maria e il corpo ritrovato in carrozzina

BY CHIARA BERTOGLIO



SECONDA SETTIMANA. IL TEMA:

Il corpo oggetto, strumento, manipolato, impiantato. Voglio che il mio corpo sia come io lo voglio. Ma la resistenza del corpo è la parola di Dio per me

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Non è certo l’avventura l’aspetto più importante, e probabilmente neanche il più appariscente, di ciò che Anna Maria Rastello ha vissuto per quasi due mesi. Eppure qualcosa dell’Indiana Jones c’è, in questa mamma di quarantotto anni che ha addentato un percorso a piedi di più di millecinquecento chilometri. La distanza che separa Lourdes da un cavalcavia della A26.

Sulla meta del pellegrinaggio non è necessario spendere molte parole. Eppure l’anonimo viadotto autostradale che ne è il punto di partenza ideale contiene in sé non solo l’origine, ma anche il significato di tutto il cammino. Da quel viadotto, nella notte fra il 12 ed il 13 aprile del 1997, precipitò Marcella, otto anni, la terza figlia di Anna Maria. La mamma prega. «Se riuscirò ad abbracciare Marcella ancora una volta, vado a Lourdes». La bambina non si trova. I minuti sgocciolano uno dopo l’altro, eterni. «Andrò a Lourdes a piedi». La risposta giunge immediata. Hanno trovato la bambina, è viva.

È viva, ma la vita non sarà più la stessa. Per un mese, Marcella rimane in coma. Poi si risveglia, ma d’ora in poi la vita sua e quella della sua famiglia dovranno fare i conti con la disabilità, una tetraparesi spastica. Eppure, con garbo squisito e con dolcezza, Anna Maria mi corregge delicatamente: l’incidente, dice, «è stato uno dei tanti cambiamenti della nostra vita, non il più grande. È stato grande per quanto riguarda la nostra presa di coscienza, il nostro incontro con la disabilità. Ha insegnato alla nostra famiglia una cultura che si è dimostrata vincente: quella dell’accettazione». Anna Maria ci tiene però a puntualizzare che non si tratta di un’accettazione passiva, rassegnata, bensì attiva: «Opporci a ciò che ci capita è impossibile, mentre si può viverlo nel miglior modo possibile se lo si accetta nella sua interezza».

Eppure, quello che per altre persone (spesso fra coloro che non l’hanno provato) sarebbe una sventura di immense proporzioni, Anna Maria riesce a definirlo una fortuna. Si autodefinisce, infatti, «Una mamma che ha avuto la fortuna di conoscere il mondo della disabilità, e che ha pensato di ragionare sul mondo della disabilità camminando».

Un cammino interiore ed una missione, oltre che un percorso fisico. Interiore, perché, come raccontava Anna Maria in un’altra intervista, «solo Gesù Cristo spiega l’uomo all’uomo. La sofferenza no, Gesù non la spiega, semmai l’assume su di sé e la redime. Non esistono “perché” razionali per quel che è successo a Marcella e agli altri come lei, costretti su una sedia a rotelle. Ma la passione, morte e risurrezione di Gesù squarciano il velo di nonsenso, offrono speranza, danno una prospettiva».

Il cammino diventa quindi, per Anna Maria, un’icona ed una metafora della vita. «Il cammino presenta delle difficoltà. Noi che camminiamo veniamo messi alla prova. Dobbiamo conoscere il nostro organismo, per far sì che non subisca danni. Dobbiamo conoscere noi stessi e conoscerci fra noi, volerci bene l’un l’altro. E questa è la vita… Conoscere se stessi, conoscere gli altri, muoversi insieme, saper aspettare, saper accettare che ci sia anche chi va più veloce e poi ti aspetta».

Foto: Flickr/Jen Rossey

Chiara Bertoglio

Chiara Bertoglio è una giovane concertista di pianoforte, musicologa, scrittrice e docente italiana. Formatasi presso insegnanti quali Paul Badura Skoda, Konstantin Bogino, Sergio Perticaroli, e diplomatasi appena sedicenne, Chiara Bertoglio ha tenuto il suo primo recital ad otto anni, ed il suo primo concerto con orchestra a nove; si è in seguito esibita nelle più importanti sale italiane ed estere, fra cui la Carnegie Hall, il Concertgebouw di Amsterdam, la Royal Academy di Londra, l’Accademia di Santa Cecilia a Roma, collaborando con musicisti come Leon Fleisher, Ferdinand Leitner, Marco Rizzi e molti altri. Laureata e dottore di ricerca in musicologia, e con un master in teologia, ha scritto diversi libri e numerosi saggi per riviste specialistiche italiane ed internazionali, partecipando come relatrice a convegni prestigiosi (ad Oxford, Londra, Roma etc.). Impegnata nell’approfondimento dei rapporti fra musica e spiritualità cristiana, ha pubblicato libri sull’argomento; inoltre, scrive articoli e libri non musicali per diffondere storie positive di speranza. Svolge intensa attività didattica privatamente ed in importanti istituzioni italiane ed estere, sia come docente di pianoforte sia come musicologa.

da | chicercate.net

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