sabato 29 novembre 2014

30 novembre, I domenica di Avvento (ciclo B). Mc 13,33-37: Vegliate!


S. Teresa, “Cammino di Perfezione” 18,3-4:
E siccome il Signore conosce tutti per ciò che sono[contemplativi o attivi] , assegna a ciascuno il suo compito, quello che ritiene più conveniente alla sua anima, alla propria gloria e al bene del prossimo. E, se da parte vostra non manca la disposizione adatta, non abbiate paura che il vostro lavoro vada perduto. Badate che dico che tutte dobbiamo tendere a questo scopo[la contemplazione], perché non siamo qui [in monastero] per altro; perciò, non dobbiamo limitare i nostri sforzi a un solo anno, o due o anche dieci, affinché non sembri che abbandoniamo per codardia quanto abbiamo intrapreso. Il Signore sa bene che non lasciamo nulla d’intentato (...)  Pertanto, sorelle, datevi all’orazione mentale, e chi non lo potesse fare, a quella vocale, alla lettura e ai colloqui con Dio, come dirò in seguito. Non lasciate di pregare nelle ore di orazione stabilite per tutte; non si sa quando lo Sposo ci chiamerà: non vi accada come alle vergini stolte. Può darsi che, pur riservandovi delle sofferenze, ve le faccia trovare gustose [così precedentemente aveva definito la contemplazione: gioie interiori sì, ma maggiorni sofferenze per il Signore e il suo Regno]. In caso contrario, sappiate che non siete fatte per questo e che vi conviene attendere alla preghiera vocale; a questo punto interviene il merito dell’umiltà, se avrete la sincera convinzione di essere inabili anche nei riguardi di quello che fate[contemplazione e azione].


Pensieri sull’amore di Dio 2,5-6:Ma notate questa cosa e ricordatevene per amor mio. Forse che una  persona viva non sente la più piccola puntura, anche se di uno spillo o di una spina? Non è allora una grande grazia quella che Dio fa all'anima, se questa, non morta ma viva nell'amore di Lui, sente la più leggera mancanza  contro la propria professione e i propri doveri? Ah, quando Dio dà a un'anima questa attenzione, prepara in lei[Ct 1,12-14],  come un letto di rose e di fiori, edè impossibile che presto o tardi vi scenda a deliziarsi. Ah, Signore, che facciamo noi in convento? Perché abbiamo abbandonato il mondo? In che altro possiamo meglio occuparci se non in preparare nelle anime nostre una dimora per il nostro Sposo ed affrettare il tempo di chiedergli il bacio di sua bocca[Ct 1,1]?? Felice l'anima che gli rivolgerà questa domanda e che all'arrivo del Signore si farà trovare con la lampada accesa, senza essersene mai allontanata, stanca di averlo invano chiamato! Oh, com'è bello il nostro stato, figliuole mie! No, nessuno ci può impedire di rivolgere questa domanda al nostro Sposo, poiché tale l'abbiamo scelto nella nostra professione. L'impedimento non può venire che da noi. Le anime scrupolose m'intendano bene! Non parlo qui di una mancanza commessa solo qualche volta, e neppure di ogni sorta di difetti, essendo impossibile avvertirli tutti e sentirne sempre dispiacere. Parlo di coloro che vi cadono frequentemente senza farne caso, né sentirne rimorso, né procurare di emendarsi, giudicandoli da nulla. Questa pace è assai pericolosa e dovete guardarvene.

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