martedì 31 marzo 2015

Un'enciclica di cui il mondo aveva bisogno

 I coniugi Kowalewski ci raccontato la storia di Human Life International in Polonia alla luce dell’enciclica Evangelium Vitae, il cui ventesimo anniversario sarà festeggiato a Roma il 24 marzo
in vista del prossimo 24 marzo, quando nella Basilica papale di Santa Maria Maggiore, a Roma, si svolgerà la grande veglia di preghiera per celebrare il ventesimo anniversario dell’enciclica Evangelium Vitae, il Pontificio Consiglio per la Famiglia propone una serie di testimonianze volte a evidenziare il nesso, oggi più forte che mai, tra il documento magisteriale e il variegato mondo di chi combatte quotidianamente a difesa e sostegno della vita. Il primo racconto è quello di Ewa Kowalewska e Lech Kowalewski, entrambi capi di Human Life International in Polonia, che ci spiegano il loro fruttuoso rapporto con questa enciclica, da quando fu promulgata a oggi:
 
«L'annuncio dell’enciclica di Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae fu una vera e propria sorpresa per noi. Cresciuti nell'ambiente della cura pastorale delle famiglie e lavorando nel Consiglio della famiglia della Chiesa cattolica in Polonia, noi siamo profondamente radicati nel messaggio dell'enciclica Humanae Vitae di Paolo VI. La visione positiva e cristiana del matrimonio, la consapevolezza dei metodi naturali della fertilità, l’educazione e la difesa della vita del nascituro sono stati i valori che la Chiesa polacca da sempre ci ha fatto respirare a pieni polmoni. Tutto questo ci ha dato la forza non solo di costruire un matrimonio e una famiglia felici, ma anche di impegnarci attivamente nella lotta contro l'aborto, molto diffuso in Polonia. Siamo entrambi da sempre assolutamente consapevoli che le fondamenta di questo nostro grande edificio d’amore sono state gettate dal Cardinale Karol Wojtyla, poi Papa Giovanni Paolo II, ispirato dalla saggezza contenuta nell'enciclica Humanae Vitae.
 
Che il Santo Padre stesse lavorando a una nuova enciclica, dedicata alla protezione della vita umana, lo scoprimmo nel 1991. Questo fu infatti il tema principale di molte conversazioni private che avemmo durante il Congresso Internazionale delle Famiglie, tenutosi a Bratislava con il patrocinio del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Di questa notizia rimanemmo ovviamente molto soddisfatti. Notizia che poi venne confermata dai fatti: quell’enciclica infatti era esattamente ciò di cui il mondo moderno aveva bisogno. Ciò di cui la Chiesa aveva bisogno».
 
da | www. familiam.org

Letture, commento e preghiere di Mercoledì Santo 2015

Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi in cielo, in terra e sottoterra, perché Gesù si è fatto obbediente fino alla morte, alla morte di croce: per questo Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

PREGHIERA DEL MATTINO

Padre misericordioso, tu hai voluto che il Cristo tuo Figlio subisse per noi il supplizio della croce per liberarci dal potere del nemico; donaci di giungere alla gloria della risurrezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo…

Prima Lettura

Is 50, 4-9 – Dal libro del profeta Isaìa

 PASSIONE

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso.
È vicino chi mi rende giustizia: chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci. Chi mi accusa? Si avvicini a me. Ecco, il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole?
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

Salmo Responsoriale

Sal.68
RIT: O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi.

croce (3) 

Per te io sopporto l’insulto e la vergogna mi copre la faccia; sono diventato un estraneo ai miei fratelli, uno straniero per i figli di mia madre. Perché mi divora lo zelo per la tua casa, gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me. RIT
Mi sento venir meno. Mi aspettavo compassione, ma invano, consolatori, ma non ne ho trovati. Mi hanno messo veleno nel cibo e quando avevo sete mi hanno dato aceto. RIT
Loderò il nome di Dio con un canto, lo magnificherò con un ringraziamento. Vedano i poveri e si rallegrino; voi che cercate Dio, fatevi coraggio, perché il Signore ascolta i miseri e non disprezza i suoi che sono prigionieri. RIT

CANTO AL VANGELO

Lode e onore a te, Signore Gesù
Salve, nostro Re, obbediente al Padre: sei stato condotto alla croce, come agnello mansueto al macello.
Lode e onore a te, Signore Gesù

VANGELO

Mt 26, 14-25 – Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù
.giuda

Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

COMMENTO

 LA-MANO-DI-GIUDA

Guai a colui che tradirà il Figlio dell’uomo.
A parte i preparativi, di cui erano stati incaricati i discepoli, per preparare la cena pasquale per Gesù e i suoi, tutto il brano di oggi è attraversato dal tradimento di Giuda, il quale passa all’azione subito dopo l’unzione di Betània, che lo avevano sentito protestare contro lo spreco di profumo, non perché gli interessassero i poveri, ma perché era ladro. Soltanto l’evangelista Matteo specifica la somma di trenta sìcli d’argento, ottenuti da Giuda per la consegna di Gesù: una somma irrisoria, stimata dalla legge come prezzo di uno schiavo e che il profeta Zaccaria aveva già indicato come prezzo di valore per il pastore messianico. Nonostante l’iniziativa di Giuda anche per Matteo è Gesù che dispone liberamente di se stesso. Nessuna resistenza per sottrarsi a questa passione così ignominiosa. Il mistero di pazienza di Cristo, che diventa non violenza assoluta, non è comprensibile se non alla luce della forza dell’amore. “Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. E mentre mangiavano, disse: uno di voi mi tradirà”. Ne viene una costernazione generale. La cena di festa si cambia in un tormento che agghiaccia l’assemblea, inducendo ciascuno di loro, per liberarsi da questo incubo, a fare al Signore una confessione personale. “Sono forse io, Signore?” Il Maestro, colui che era il punto di sicurezza di ognuno, lascia sospesa la risposta, solo alla domanda di Giuda, risponde: “Tu l’hai detto”. Non è una condanna, e da amico, Gesù gli fa capire quello che ha nel cuore di fare. La storia è diretta da Dio, secondo il piano delle Scritture; ma l’uomo ha il suo compito nella storia e ne è pienamente responsabile. Anche noi potremmo chiederci a quale prezzo vendiamo il Cristo: interrogarci sulla purezza della nostra fede, sulla fedeltà del nostro amore, sulla lealtà della nostra amicizia e fraternità che possiamo anche, non sia mai, barattare. (Preparato dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)

PREGHIERA DELLA SERA

pregare (2)

Signore Gesù, Tu ci insegni la vera sapienza: quella che viene dall’alto e ci dona la forza di abbandonarci al piano di Dio su di noi. Perciò Ti chiediamo: assistici nella prova, o Signore! In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno. Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello che fai per noi e ci dai ogni giorno. Padre misericordioso, accogli la supplica che sale a Te. Te lo chiediamo con fede rinnovata in prossimità della Pasqua, giorno d’amore e di salvezza, in cui Gesù ha versato il suo sangue perchè fossimo purificati dalla colpa e avessimo parte nella Tua gloria. Lui è Dio e vive e regna con te per tutti i secoli dei secoli. Amen.

da | http://blog.studenti.it/biscobreak/2015/03/letture-di-mercoledi-1-aprile-2015/

SANGIOVANNI DELLA CROCE: "AVVISI E SENTENZE"

 
Il metodo: primato dell’Iniziativa divina

1 - Il Signore ha sempre manifestato agli uomini i tesori della sua sapienza e del suo spirito, ma li svela ancor maggiormente oggi in cui la malizia discopre di più il suo volto. 

2 - O Signore, Dio mio, chi ti cercherà con amore puro e semplice senza trovarti molto conforme ai suoi gusti e ai suoi desideri, poiché tu per primo ti mostri e vai incontro a coloro che ti desiderano?
- Signore, mio Dio, non ti allontani da chi non si allontana da te: come possono dire che tu sei un assente?

Papa: Confessione è abbraccio di Dio. Mons. Forte: riconciliamoci




“La Confessione è il sacramento della tenerezza di Dio, il suo modo di abbracciarci”. È il messaggio per il Martedì Santo che Papa Francesco ha affidato a un tweet: un invito ad accostarsi al Sacramento della Riconciliazione, tante volte ripetuto in due anni di Pontificato. 

Alessandro De Carolis ha chiesto all’arcivescovo di Chieti-vasto, mons. Bruno Forte, cosa gli suggeriscano i richiami di Francesco alla Confessione come tenerezza e abbraccio di Dio:


R. – Suggerisce un’immagine evangelica e cioè quella del Padre del Figliol prodigo che sta alla finestra, vede il figlio tornare di lontano, gli corre incontro e lo abbraccia. Dunque, mi sembra che Papa Francesco abbia voluto evocare la profonda misericordia di Dio, il fatto che il Dio di Gesù Cristo è un Padre che ci ama, che ci rispetta anche quando noi scegliamo qualcosa che è contro la sua volontà ed egli è sempre pronto ad accoglierci, ad aspettare il nostro ritorno e a far festa quando torniamo. Dunque, piuttosto che la visione del tribunale – che a volte nel passato aveva dominato la visione del Sacramento della penitenza, dove il sacerdote era in qualche modo il giudice che doveva poi assolvere – siamo di fronte all’immagine di un incontro d’amore, di un’attesa, di un’accoglienza festosa, di una misericordia traboccante.
D. – Lei ricorda l’immagine di Dio come quella di un Padre che perdona sempre. Papa Francesco lo ha detto dall’inizio del Pontificato: “Dio non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono”. Perché si perde la fiducia nel perdono di Dio?
R. – Il meccanismo del peccato è un meccanismo che intacca profondamente l’integrità della persona umana e l’effetto primo, devastante, del male è il male che si fa a se stessi. Si perde il senso della propria dignità e si smarrisce proprio per questo la fiducia nelle possibilità che Dio ci ha dato. Ecco perché il volto della misericordia è fondamentale per ritrovare la strada della riconciliazione. Un Dio giudice manterrebbe ancora lontani coloro che hanno peccato. Un Dio di misericordia infinita, come ama sottolineare Papa Francesco, è un Dio che ti attrae, che sollecita il tuo cuore ad aver fiducia di Lui nonostante tutto.
D. – Papa Francesco una volta, da Santa Marta, parlando della Confessione ha detto: bisogna avere semplicità e anche coraggio. Perché queste qualità tante volte sembra siano smarrite dai cristiani quando si avvicinano al Sacramento della Riconciliazione?
R. – La semplicità è necessaria perché essere semplici significa essere veri, cioè saperci porre davanti a Dio senza alibi e senza difese. Senza quelle sovrastrutture che a volte complicano i rapporti umani e a volte complicano anche il nostro rapporto con Dio. Ciò che Papa Francesco non si stanca di ricordare è che Dio è amore e che dunque ogni rapporto con Dio deve essere vissuto nel segno dell’amore, che significa della fiducia, dell’affidamento, della libertà dalla paura e del coraggio di ritrovare nell’amore la forza per essere se stessi secondo il disegno di Dio. In fondo, il coraggio è una virtù inseparabile dalla fiducia e dall’amore. Se non hai amore, se non hai fiducia, se non ti senti amato, anche il coraggio viene meno. Se invece c’è tutto questo, il coraggio ti fa aprire a quelle che un grande teologo evangelico come Karl Barth chiamava le “impossibili possibilità di Dio”: proprio quelle che nella Settimana Santa ci vengono rivelate.

da | Radio Vaticana

La strada giusta

 


Gesù ha la consapevolezza che lo si sta tradendo, e sa anche chi.
Perché non fa nulla per salvarsi, per evitare che tutto questo avvenga?

Gesù guida il suo cammino verso la Passione.
E' consapevole che quella è la strada giusta, e le persone sono quelle.
Non doveva essere altrimenti: tutto è nel piano di Dio, e niente ne è fuori.
I momenti, le persone, gli atteggiamenti, gli avvenimenti, tutto corrisponde al cammino intrapreso.

Ognuno farà la sua parte, quella che la vita gli ha assegnato ora.
Certo, essere nella parte di Giuda non è augurabile a nessuno: sarebbe meglio che un uomo così non sarebbe mai nato; ma come avrebbe potuto procedere il cammino del progetto di salvezza senza questa modalità?

Questa è la strada giusta, anche se dolorosa, per la salvezza.
Proprio quella che Gesù sta percorrendo, e con le persone che ha accanto: proprio queste e non altre.

Anche per noi, ormai al cuore della Settimana Santa, la proposta di accettare il nostro cammino con le persone e le situazioni che ci troviamo accanto, con la consapevolezza che sono proprio queste e non altre che contribuiscono alla nostra salvezza, proprio queste situazioni che ci troviamo di fronte e non altre che desidereremmo.
Accettare il cammino di Gesù allora è accettarlo anche nella nostra ora. 


don Luciano Sanvito 

Lectio: Mercoledì, 1 Aprile, 2015

Tempo di Quaresima
 
1) Preghiera
Padre misericordioso,
tu hai voluto che il Cristo tuo Figlio
subisse per noi il supplizio della croce
per liberarci dal potere del nemico;
donaci di giungere alla gloria della risurrezione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
 
2) Lettura
Dal Vangelo secondo Matteo 26,14-25
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: “Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?” E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo.
Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: “Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?” Ed egli rispose: “Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”. I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse: “In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà”. Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: “Sono forse io, Signore?” Ed egli rispose: “Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!” Giuda, il traditore, disse: “Rabbì, sono forse io?” Gli rispose: “Tu l’hai detto”.
 
3) Riflessione
• Ieri il vangelo parlava del tradimento di Giuda e della negazione di Pietro. Oggi, parla di nuovo del tradimento di Giuda. Nella descrizione della passione di Gesù il vangelo di Matteo, si mette fortemente l’accento sul fallimento dei discepoli. Malgrado aver convissuto tre anni con Gesù, nessuno di loro difende Gesù. Giuda lo tradisce, Pietro lo nega, gli altri fuggono. Matteo racconta tutto ciò non per criticare o per condannare, neppure per scoraggiare i lettori, ma per sottolineare che l’accoglienza e l’amore di Gesù superano la sconfitta ed il fallimento dei discepoli! Questo modo di descrivere l’atteggiamento di Gesù era un aiuto per le Comunità all’epoca di Matteo. A causa delle frequenti persecuzioni, molti si erano scoraggiati ed avevano abbandonato la comunità e si chiedevano: "Sarà possibile ritornare? Dio ci accoglierà e perdonerà?" Matteo risponde suggerendo che noi possiamo rompere il rapporto con Gesù, ma Gesù non lo rompe mai con noi. Il suo amore è più grande della nostra infedeltà. Questo è un messaggio molto importante che cogliamo nel vangelo durante la Settimana Santa.
• Matteo 26,14-16: La Decisione di Giuda di tradire Gesù. Giuda prese la decisione dopo che Gesù non accettò la critica dei discepoli rispetto alla donna che spreca un profumo carissimo solo per ungere Gesù (Mt 26,6-13). Si recò perfino dai sacerdoti e chiese: “Quanto mi darete se ve lo consegno?” Combinarono la somma di trenta monete d’argento. Matteo evoca le parole del profeta Zaccaria per descrivere il prezzo combinato (Zc 11,12). Allo stesso tempo, il tradimento di Gesù per trenta monete evoca la vendita di Giuseppe da parte dei suoi fratelli, decisa dai compratori per venti monete (Gn 37,28). Evoca anche il prezzo di trenta monete da pagarsi per il ferimento di uno schiavo (Es 21,32).
• Matteo 26,17-19: La Preparazione della Pasqua. Gesù veniva dalla Galilea. Non aveva casa a Gerusalemme. Passava le notti nell’Orto degli Ulivi (cf. Gv 8,1). Nei giorni di festa della pasqua la popolazione di Gerusalemme si triplicava a causa dell’enorme quantità di pellegrini che venivano da ogni parte. Per Gesù non era facile trovare una grande sala dove celebrare la pasqua insieme ai pellegrini venuti dalla Galilea, come lui. Ordina ai suoi discepoli di trovare una persona nella cui casa lui aveva deciso di celebrare la Pasqua. Il vangelo non offre ulteriori informazioni e lascia che l’immaginazione completi ciò che manca nelle informazioni. Era una persona conosciuta da Gesù? Un parente? Un discepolo? Lungo i secoli, l’immaginazione degli apocrifi seppe completare questa informazione, ma con scarsa credibilità.
• Matteo 26,20-25: L’annuncio del tradimento di Giuda. Gesù sa che sarà tradito. Malgrado Gesù facesse le cose in segreto, Gesù sapeva. Ma malgrado ciò vuole fraternizzare con il circolo di amici a cui Giuda appartiene. Quando erano tutti riuniti per l’ultima volta, Gesù annuncia chi è il traditore "colui che ha intinto con me la mano nel piatto". Questo modo di annunciare il tradimento rende ancora più chiaro il contrasto. Per i giudei comunione attorno alla tavola, intingere insieme la mano nello stesso piatto, era la massima espressione di intimità e di fiducia. Matteo suggerisce così che malgrado il tradimento fatto da qualcuno molto amico, l’amore di Gesù è più grande del tradimento!
• Cosa colpisce nel modo che Matteo ha di descrivere questi fatti. Tra la negazione ed il tradimento c’è l’istituzione dell’Eucaristia (Mt 26,26-29): il tradimento di Giuda, prima (Mt 25,20-25); la negazione di Pietro e la fuga dei discepoli, dopo (Mt 25,30-35). Così lui mette in risalto per tutti noi l’incredibile gratuità dell’amore di Gesù, che supera il tradimento, la negazione e la fuga degli amici. Il suo amore non dipende da ciò che gli altri fanno per lui.
 
4) Per un confronto personale
• Sono capace di essere come Giuda e di negare e tradire Dio, Gesù, gli amici e le amiche?
• Nella Settimana Santa è importante riservarmi qualche momento per rendermi conto dell’incredibile gratuità dell’amore di Dio per me.
 
5) Preghiera finale
Loderò il nome di Dio con il canto,
lo esalterò con azioni di grazie.
Vedano gli umili e si rallegrino;
si ravvivi il cuore di chi cerca Dio,
poiché il Signore ascolta i poveri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri. (Sal 68)
 
da | O.Carm
 

Letture, commento e preghiere di Martedì Santo 2015

Non consegnarmi in potere dei miei nemici; contro di me sono insorti falsi testimoni, gente che spira violenza.

PREGHIERA DEL MATTINO

Concedi a questa tua famiglia, o Padre, di celebrare con fede i misteri della passione del tuo Figlio, per gustare la dolcezza del tuo perdono. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

PRIMA LETTURA

 libro luce

Is 49, 1-6 – Dal libro del profeta Isaìa
Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata,
mi ha nascosto all’ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita,
mi ha riposto nella sua farètra.
Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore,
la mia ricompensa presso il mio Dio».
Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele – poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza –,  e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra».
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

Salmo Responsoriale

lode (3)

Sal.70
RIT: La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza.
In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso. Per la tua giustizia, liberami e difendimi, tendi a me il tuo orecchio e salvami. RIT
Sii tu la mia roccia, una dimora sempre accessibile; hai deciso di darmi salvezza: davvero mia rupe e mia fortezza tu sei! Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio. RIT
Sei tu, mio Signore, la mia speranza, la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza. Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno, dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno. RIT
La mia bocca racconterà la tua giustizia, ogni giorno la tua salvezza, che io non so misurare. Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito e oggi ancora proclamo le tue meraviglie. RIT

CANTO AL VANGELO

Lode e onore a te, Signore Gesù
Salve, nostro Re, obbediente al Padre: sei stato condotto alla croce, come agnello mansueto al macello.
Lode e onore a te, Signore Gesù

Vangelo

 cena

Gv 13, 21-33. 36-38 – Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse
quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui.
Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire».
Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

COMMENTO

  1. Uno di voi mi tradirà.
  2. GIUDA FUGGEL’annuncio del tradimento di uno di loro coglie di sorpresa e getta nello sgomento i Dodici. Cristo svela la personalità del traditore in modo simbolico. Porge a Giuda un pezzo di pane, intinto nel piatto comune: ulteriore gesto di amicizia. Ma Giuda rifiuta l’amicizia, si  
  3. chiude in se stesso, s’immerge interamente nel tradimento. Nessuno si accorge, tranne coloro a cui viene rivelato, perché ognuno è padrone della sua coscienza, e il Signore ci lascia completamente liberi. Giuda esce immediatamente dal cenacolo; si autoesclude dal gruppo. “Era notte – dice l’evangelista – era notte veramente nel cuore di questo discepolo”. La vicenda di Gesù si andrà dipanando inesorabilmente verso la morte, ma l’esito è del tutto imprevedibile. Gesù annuncia un viaggio in un luogo inaccessibile ai discepoli e, poco prima l’aveva detto anche ai giudei, sotto il segno di una glorificazione sua e del Padre. Tuttavia tale annuncio era stato una minaccia per i giudei; per i discepoli ha il tono di un tènero e dispiaciuto addio. In questa drammatica situazione Pietro intuisce confusamente che qualcosa di grave sta per accadere, e con il suo solito entusiasmo, è disposto a dare la sua vita per Cristo! Gesù, conoscendo la fragilità umana e la sincerità del suo discepolo, rispose: “Daresti la tua vita per me? Non canterà il gallo, che tu non m’abbia rinnegato tre volte”. Pietro non si rende conto, ma anche per lui, quella, sarà una notte di tradimento. Gesù deve patire da solo, in una solitudine che allontana da lui gli amici più cari. E giungerà al termine della sua vita con un esito apparentemente fallimentare. Già si era rassomigliato al chicco di grano che cade in terra e muore per portare molto frutto. Possiamo anche noi il capo sul suo petto, per coglierne i battiti e i fremiti di fronte ai non sempre riconosciuti nostri tradimenti. Ma non per questo, ci lascia soli. Ci ama e ci attende. La nostra fiducia in lui sia come la sua nella fedeltà e nell’amore del Padre. (Preparato dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)

PREGHIERA DELLA SERA

preghiera

Dinanzi alle nostre sconfitte, confidiamo in Te o Signore e Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno. Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello che fai per noi e ci dai ogni giorno. Padre, non guardare alle nostre colpe ma alla Tua bontà. Te lo chiediamo per Cristo, che per amore nostro è sceso nelle profondità del dolore e della morte, e ora siede con Te nella gloria, per tutti i secoli dei secoli. Amen


da |  http://blog.studenti.it/biscobreak/2015/03/letture-di-martedi-31-marzo-2015/

lunedì 30 marzo 2015

Himno del V Centenario de Santa Teresa

Saverio Canistrá

S. GIOVANNI DELLA CROCE: "FIAMMA VIVA D'AMORE"

 
O fiamma d'amor viva,
che soave ferisci
dell'alma mia nel più profondo centro!
Poiché non sei più schiva,
se vuoi, ormai finisci;
rompi la tela a questo dolce incontro.

O cauterio soave!
O deliziosa piaga!
O blanda mano! o tocco delicato,
che sa di vita eterna,
e ogni debito paga!
Morte in vita, uccidendo, hai tu cambiato!

O lampade di fuoco,
nel cui vivo splendore
gli antri profondi dell'umano senso,
che era oscuro e cieco,
con mirabil valore
al lor Diletto dan luce e calore!

Quanto dolce e amoroso
ti svegli sul mio seno,
dove solo e in segreto tu dimori!
Nel tuo spirar gustoso,
di bene e gloria pieno,
come teneramente mi innamorai!

Francesco: siamo vicini a Gesù nell'ora della prova



Male assoluto, Amore assoluto
Poche ore e l’umiltà del Maestro che lava i piedi ai discepoli diventerà l’umiliazione del Dio tradito, spogliato, schernito, malmenato, inchiodato. Il sacrificio che da duemila anni sfida la logica di ogni generazione di credenti, e bussa al loro cuore, sarà per due volte al centro del Venerdì Santo, alle 17 con la celebrazione della Passione in San Pietro e alle 21.15 con la Via Crucis al Colosseo. È la contemplazione della vittoria in un fallimento: “Nella Croce vediamo la mostruosità dell’uomo, quando si lascia guidare dal male; ma vediamo – aveva detto Francesco lo scorso anno al Colosseo – anche l’immensità della misericordia di Dio che non ci tratta secondo i nostri peccati, ma secondo la sua misericordia”.
da | Radio Vaticana

Tradimenti e rinnegamenti



 Chi è colui che tradisce?
Colui che riceve un boccone da Gesù...

Chi tradisce è nell'Ultima Cena, è nell'Eucarestia, è nella Chiesa, è nella famiglia, è nella comunità, è accanto a noi...non è mai lontano.

Nella comunione c'è l'occasione del tradimento, non fuori.

Chi è colui che rinnega?
Chi a parole professa, prega e canta, partecipa a parole, afferma.
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Satana entrò in Giuda attraverso il boccone offerto da Gesù.
Come ha fatto Satana a passare in questo gesto, in quel momento?

Pietro rinnega tre volte Gesù al canto del gallo.
Tre volte, non una; con un segno ben distinto: il canto di un gallo.

I commensali fraintendono, non capiscono chi tradisce e il perché.
L'essere insieme non chiarisce, ma confonde l'umana chiarezza.
Il cammino della Settimana Santa accenna a segni di confusione.
Il tradire Gesù è sopratutto il confondere, il non discernere se stessi.

Il condividere con Gesù in questi giorni della Passione la sua esperienza ci deve fare attenti a non perderlo in noi stessi nel cammino.
don Luciano Sanvito  

Lectio: Martedì, 31 Marzo, 2015

Tempo di Quaresima
 
1) Preghiera
Concedi a questa tua famiglia, o Padre,
di celebrare con fede
i misteri della passione del tuo Figlio,
per gustare la dolcezza del tuo perdono.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
 
2) Lettura
Dal Vangelo secondo Giovanni 13,21-33.36-38
In quel tempo, mentre Gesù era a mensa con i suoi discepoli, si commosse profondamente e dichiarò: “In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà”. I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: “Di’, chi è colui a cui si riferisce?” Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: “Signore, chi è?” Rispose allora Gesù: “È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò”. E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: “Quello che devi fare fallo al più presto”.
Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: “Compra quello che ci occorre per la festa”, oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte.
Quand’egli fu uscito, Gesù disse: “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire”.
Simon Pietro gli dice: “Signore, dove vai?” Gli rispose Gesù: “Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi”. Pietro disse: “Signore, perché non poso seguirti ora? Darò la mia vita per te!” Rispose Gesù: “Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte”.
 
3) Riflessione
• Siamo al terzo giorno della Settimana Santa. I testi del vangelo di questi giorni ci mettono dinanzi a fatti terribili che condurranno alla prigione ed alla condanna di Gesù. I testi non ci espongono solamente le decisioni delle autorità religiose e civili contro Gesù, ma anche i tradimenti e i negoziati dei discepoli che resero possibile la presa di Gesù da parte delle autorità e contribuirono enormemente ad aumentare la sofferenza di Gesù.
• Giovanni 13,21: L’annuncio del tradimento. Dopo aver lavato i piedi ai discepoli (Gv 13,2-11) ed aver parlato dell’obbligo che abbiamo di lavarci i piedi a vicenda (Gv 13,12-16), Gesù si commuove profondamente. E non è da meravigliarsi. Lui stava compiendo quel gesto di servizio e di dono totale di sé, mentre accanto a lui uno dei discepoli stava tramando come tradirlo quella stessa notte. Gesù esprime la sua commozione dicendo:“In verità, in verità vi dico, uno di voi mi tradirà!” Non dice: “Giuda mi tradirà”, ma “uno di voi”. E’ qualcuno del suo circolo di amicizia che lo tradirà.
• Giovanni 13,22-25: La reazione dei discepoli. I discepoli si impauriscono. Non si aspettavano questa dichiarazione e cioè che uno di loro sarebbe stato il traditore. Pietro fa segno a Giovanni di chiedere a Gesù chi dei dodici avrebbe commesso il tradimento. Segno questo che non si conoscevano bene tra di loro, non riuscivano a capire chi potesse essere il traditore. Segno, cioè, che l’amicizia tra di loro non aveva raggiunto la stessa trasparenza di Gesù con loro (cf. Gv 15,15). Giovanni si inclinò vicino a Gesù e gli chiese: “Chi è?”
• Giovanni 13,26-30: Gesù indica Giuda. Gesù dice: è colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò. Prende un pezzo di pane, lo intinge e lo porge a Giuda. Era un gesto comune e normale che i partecipanti ad una cena usavano fare. E Gesù disse a Giuda: “Quello che devi fare, fallo al più presto!” Giuda aveva una borsa comune. Era incaricato di comprare le cose e di dare l’elemosina ai poveri. Per questo, nessuno percepì nulla di speciale nel gesto e nelle parole di Gesù. In questa descrizione dell’annuncio del tradimento c’è l’evocazione del salmo in cui il salmista si lamenta dell’amico che lo tradì: “Perfino il mio amico, in cui avevo fiducia e che mangiava il mio pane, è il primo a tradirmi” (Sal 41,10; cf. Sal 55,13-15). Giuda si rende conto che Gesù era a conoscenza di tutto (Cf. Gv 13,18). Ma pur sapendolo, non torna indietro e mantiene la decisione di tradire il suo Maestro. E’ questo il momento in cui avviene una separazione tra Giuda e Gesù. Giovanni dice che satana entrò in lui. Giuda si alza ed esce. Si mette dalla parte dell’avversario (satana). Giovanni commenta: “Era di notte”. Era oscurità.
• Giovanni 13,31-33: Comincia la glorificazione di Gesù. E’ come se la storia avesse aspettato questo momento di separazione tra la luce e le tenebre. Satana (l’avversario) e le tenebre entrano in Giuda quando lui decide di eseguire ciò che stava tramando. In quel momento si fece luce in Gesù che dichiara: “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito!” Tutto ciò che succederà d’ora in poi è per contagio regressivo. Le grandi decisioni erano già state prese sia da parte di Gesù (Gv 12,27-28) ed ora da parte di Giuda. I fatti si precipitano. E Gesù lo annuncia: “Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire”. Manca poco al passaggio, alla Pasqua.
• Giovanni 13,34-35: Il comandamento nuovo. Il vangelo di oggi omette questi due versi sul nuovo comandamento dell’amore, e comincia a parlare dell’annuncio della negazione di Pietro.
• Giovanni 13,36-38: Annuncio della negazione di Pietro. Insieme al tradimento di Giuda, il vangelo parla anche della negazione di Pietro. Sono i due fatti che contribuiscono di più al dolore di Gesù. Pietro dice che è disposto a dare la vita per Gesù. Gesù lo richiama alla realtà: “Tu sei disposto a dare la vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte”. Marco aveva scritto: “Prima che il gallo canti due volte, tu mi avrai rinnegato tre volte” (Mc 14,30). Tutti sanno che il gallo canta rapidamente. Quando al mattino il primo gallo comincia a cantare, quasi nello stesso tempo tutti i galli cantano insieme. Pietro è più rapido nella sua negazione che il gallo a cantare.
 
4) Per un confronto personale
• Giuda, l’amico, diventa il traditore. Pietro, l’amico, nega Gesù. Ed io?
• Mi metto nella situazione di Gesù e penso: come affronta la negazione ed il tradimento, il disprezzo e l’esclusione?
 
5) Preghiera finale
Sei tu, Signore, la mia speranza,
la mia fiducia fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre tu sei il mio sostegno. (Sal 70)
 
da | O.Carm

Letture, commento e preghiere del Lunedì Santo 2015

Giudica, Signore, chi mi accusa, combatti chi mi assalta: tieni saldo lo scudo e l’armatura, sorgi, vieni in mio soccorso, Signore, forza della mia salvezza.

PREGHIERA DEL MATTINO

Guarda Dio onnipotente, l’umanità sfinita per la sua debolezza mortale, e fà che riprenda vita per la passione del tuo unico Figlio. Egli è Dio…

PRIMA LETTURA

profeta Isaìa,Is 42, 1-7 – Dal libro del profeta Isaìa«Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità. Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le isole attendono il suo insegnamento».
Così dice il Signore Dio, che crea i cieli e li dispiega, distende la terra con ciò che vi nasce, dà il respiro alla gente che la abita e l’alito a quanti camminano su di essa: «Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre».

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

 

 

 

 

 

Salmo Responsoriale

Sal.26
RIT: Il Signore è mia luce e mia salvezza.
mani-luceIl Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore? Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura? RIT
Quando mi assalgono i malvagi per divorarmi la carne, sono essi, avversari e nemici, a inciampare e cadere. RIT
Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme; se contro di me si scatena una guerra,  anche allora ho fiducia. RIT
Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore. RIT

CANTO AL VANGELO

Lode e onore a te, Signore Gesù
Salve, nostro Re: tu solo hai compassione di noi peccatori.
Lode e onore a te, Signore Gesù

VANGELO

Gv 12, 1-11 – Dal Vangelo secondo Giovanni
peccatriceSei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali.
Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

COMMENTO

peccatrice - perdonoL’amore e il calcoloViviamo i giorni che precedono immediatamente la Passione del Signore. Il vangelo di Giovanni ci fa vivere con Cristo momenti di intimità e di tenerezza; sembra che Gesù voglia offrirci, a mo’ di testamento, ulteriori e più intense testimonianze di amore, di amicizia, di calda accoglienza. La risposta al suo amore, per sé e per tutti noi, la  
porge Maria, la sorella di Lazzaro. Lei è ancora prostrata ai piedi di Gesù, in quell’atteggiamento tante volte si era beata delle parole del maestro fino a suscitare la santa invidia della sorella Marta, tutta intenta a preparare un buon pranzo all’ospite divino. Ora non ascolta soltanto, ma sente di dover esprimere con un gesto concreto la sua immensa gratitudine: Gesù è suo Signore, il suo Re e perciò deve ungerlo con un unguento prezioso e profumato. La prostrazione ai suoi piedi, è il gesto dell’umile sudditanza, è il gesto di una fede viva nella risurrezione, è l’onore tributato a colui che ha richiamato tra i vivi il suo fratello Lazzaro, già nella tomba da quattro giorni. Maria esprime la gratitudine di tutti i credenti, il grazie di tutti salvati da Cristo, la lode di tutti i risorti, l’amore di tutti gli innamorati di Lui, la risposta migliore a tutti i segni con i quali egli ha manifestato a tutti noi la bontà di Dio.
L’intervento di Giuda è la contro testimonianza più assurda e maldestra: l’espressione d’amore per lui
 
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diventa freddo e gelido calcolo tradotto in cifra, trecento denari. Chissà se egli si ricorderà fra non molti giorni del valore attribuito a quel vasetto di alabastro e se lo confronterà con i trenta denari per i quali ha venduto il suo maestro…? Per chi è attaccato al denaro e lo ha fatto diventare il proprio idolo, davvero l’amore vale zero e la stessa persona del Cristo può essere svenduta per pochi soldi! È l’eterno contrasto che spesso sconvolge la vita del nostro povero mondo e dei suoi abitanti: o le ricchezze di Dio, incommensurabili, eterne, che riempiono l’umana esistenza o il vile denaro, chi schiavizza e illude.(Omelia dei Monaci Benedettini Silvestrini su lachiesa.it)

PREGHIERA DELLA SERA

peccatrice - perdono

Gesù, luce delle genti e nostra giustizia, viene per liberarci da ogni prigionia e cecità. Desiderosi della vita nuova Ti chiediamo di donarci il Tuo Spirito!In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello che fai per noi e ci dai ogni giorno. O Dio, creatore e salvatore nostro, che ci hai dato tutti i doni del Tuo amore, ascolta la nostra voce. Con il sacrificio del Tuo Figlio Gesù, ti offriamo ciò che siamo, in semplicità e letizia, perchè il profumo della Tua lode si spanda nell’universo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

da |  http://blog.studenti.it/biscobreak/2015/03/letture-di-lunedi-30-marzo-2015/

domenica 29 marzo 2015

Nell’abbraccio misericordioso del Padre


Nell’abbraccio misericordioso del Padre

Pio XII è stato particolarmente legato all’esperienza spirituale di S. Teresa di G. B., conservando una corrispondenza epistolare con il Carmelo di Lisieux, e con le sorelle suor Agnese e suor Celine. 
Quando era Nunzio apostolico a Berlino, scrisse una lettera al Carmelo per ringraziare per aver ricevuto la prima edizione tedesca di Storia di un’anima, era il 1929. Fu inviato più volte da papa Pio XI a Lisieux e nel 1934 a Buenos Aires, come legato pontificio al Congresso eucaristico internazionale; in quell’occasione portò con sé una reliquia di Teresa a cui aveva affidato la sua missione. In occasione della consacrazione della Basilica di Lisieux, nel suo radiomessaggio dell’11 luglio 1954, papa Pacelli così parlava di Teresa: «Figlia di un cristiano ammirevole, Teresa ha imparato sulle ginocchia paterne i tesori di indulgenza e di compassione che si nascondono nel cuore del Signore! […] Dio è un Padre le cui braccia sono costantemente rivolte ai figli. Perché non rispondere a questo gesto? Perché non gridare senza posa verso di lui la nostra immensa angoscia? Bisogna fidarsi della parola di Teresa, quando invita, sia il più miserabile che il più perfetto, a non far valere davanti a Dio che la debolezza radicale e la povertà spirituale di una creatura peccatrice».
da |  http://www.santateresaverona.it/

Umiltà è la via di Dio: Francesco nella Domenica delle Palme





Non esiste umiltà senza umiliazione. Papa Francesco, nella Domenica delle Palme che apre alla Settimana Santa, ricorda che “Dio si umilia per camminare con il suo popolo” e sottolinea “l’umiliazione di quanti, per il loro comportamento fedele al Vangelo sono discriminati”. Questa – dice – è la via per seguire Gesù e per vivere la Settimana Santa.
 
 
 Il servizio di Fausta Speranza:


“Umiliarsi è prima di tutto lo stile di Dio”, chiarisce Papa Francesco. E ammette:
“Uno stile che non finirà mai di sorprenderci e di metterci in crisi: a un Dio umile non ci si abitua mai!”.
Francesco afferma: con la celebrazione delle Palme che “appare festosa” si apre la Settimana della Passione di Gesù. Sulla “via dolorosa e sotto la croce, - ci ricorda - sentiremo gli insulti della gente e dei capi”. Lo vedremo, disprezzato, deriso, tradito, abbandonato, schernito. Solo se anche noi “andremo su questa strada dell’umiliazione di Gesù – ci chiarisce il Papa – vivremo una Settimana davvero Santa. Francesco ribadisce:
“Questa è la via di Dio, la via dell’umiltà. E’ la strada di Gesù, non ce n’è un’altra. E non esiste umiltà senza umiliazione”.
“Dio si umilia per camminare con il suo popolo, - dice - per sopportare le sue infedeltà”. Cita il Libro dell’Esodo, le lamentele del popolo che il Padre aveva fatto “uscire dalla condizione di schiavitù e guidava nel cammino attraverso il deserto fino alla terra della libertà”.
“Umiltà – spiega Francesco - vuol dire servizio, vuol dire lasciare spazio a Dio spogliandosi di sé stessi, “svuotandosi”, come dice la Scrittura. “Questa – avverte il Papa - è l’umiliazione più grande”.
E il Papa parla della strada contraria a quella di Cristo con una definizione precisa:  “mondanità”. E con caratteristiche precise:  
“La mondanità ci offre la via della vanità, dell’orgoglio, del successo… E’ l’altra via. Il maligno l’ha proposta anche a Gesù, durante i quaranta giorni nel deserto. Ma Gesù l’ha respinta senza esitazione. E con Lui, con la sua grazia soltanto, col suo aiuto, anche noi possiamo vincere questa tentazione della vanità, della mondanità, non solo nelle grandi occasioni, ma nelle comuni circostanze della vita”.
“Mettiamoci anche noi decisamente su questa strada, - incoraggia Francesco - con tanto amore per Lui, il nostro Signore e Salvatore”. Inoltre - ci dice Francesco - “ci aiuta e ci conforta in questo l’esempio di tanti uomini e donne che, nel silenzio e nel nascondimento, ogni giorno rinunciano a sé stessi per servire gli altri: un parente malato, un anziano solo, una persona disabile…”. E poi il pensiero a “quanti per il loro comportamento fedele al Vangelo sono discriminati e pagano di persona”. E ai cristiani perseguitati:
“E pensiamo ai nostri fratelli e sorelle perseguitati perché cristiani, i martiri di oggi: ce ne sono tanti! Non rinnegano Gesù e sopportano con dignità insulti e oltraggi. Lo seguono sulla sua via. Possiamo parlare in verità di “un nugolo di testimoni”: i martiri di oggi ”.
Francesco non ha dubbi: sulla via dell’umiltà di Dio, “sarà l’amore a guidarci e a darci forza".

da Radio Vaticana

L'esordio "Sei giorni prima della Pasqua..."



              L'esordio

"Sei giorni prima della Pasqua..."
La cena di Betania anticipo dell'Ultima Cena.

Marta, Maria e Lazzaro anticipo dei commensali dell'era rinnovata.
Commensali nel servizio, nell'ascolto, nella risuscitazione eucaristica.
Giuda, a richiamare che anche la nuova Cena avrà sempre dei traditori.
La cassa dei soldi, a richiamare i sotterfugi antichi e da sempre influenti.
Il profumo dell'unguento, simbolo della testimonianza gratuita di amore.
E concreto richiamo della sepoltura, il destino comune degli invitati.
Una cena gioiosa ma anche cruenta, di fronte alla quali i sommi sacerdoti decidono come poter uccidere i loro agnelli sacrificali.

Il cammino della Settimana Santa si apre con una cena santa: dove tutto viene santificato, dove anche la morte passa come in sordina, da dietro le quinte e le trame degli uomini, per poter vedere l'esordio del percorso e aguzzare la vista, per poter avere gli strumenti adatti alla situazione: occasioni, persone dabbene, traditori, sacerdoti, gesti e riti, tutto quanto passa al vaglio di una cena, comunione di vita e di morte.

Ma tutto ciò che avviene, anche se vagliato con estrema attenzione dalla morte, sfugge sempre alla logica della morte: qualcuno si convertirà, otterrà nuova fede, avrà gesti di carità, otterrà la speranza.

La cena di Betania è il segno della famigliarità nuova creata da Gesù e dalla sua opera rinnovatrice, di fronte alla quale la morte deve ora tacere.

don Luciano Sanvito


Lectio: Lunedì, 30 Marzo, 2015

Tempo di Quaresima
 
1) Preghiera
Guarda, Dio onnipotente,
l’umanità sfinita per la sua debolezza mortale,
e fa’ che riprenda vita
per la passione del tuo unico Figlio.
Egli è Dio e vive e regna con te...
 
2) Lettura
Dal Vangelo secondo Giovanni 12,1-11
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betania, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell’unguento.
Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: “Perché quest’olio profumato non si è venduto per trecento danari per poi darli ai poveri?”
Questo egli disse non perché gl’importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: “Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me”.
Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
 
3) Riflessione
• Siamo entrati nella Settimana Santa, la settimana della pasqua di Gesù, del suo passaggio da questo mondo al Padre (Gv 13,1). La liturgia di oggi pone dinanzi a noi l’inizio del capitolo 12 del vangelo di Giovanni, che fa da legame tra il Libro dei Segni (cc 1-11) ed il Libro della Glorificazione (cc.13-21). Alla fine del “Libro dei Segni” appaiono con chiarezza la tensione tra Gesù e le autorità religiose dell’epoca (Gv 10,19-21.39) ed il pericolo che correva Gesù. Diverse volte avevano cercato di ucciderlo (Gv 10,31; 11,8.53; 12,10). Tanto è così che Gesù si vide obbligato a condurre una vita clandestina, perché poteva essere preso in qualsiasi momento (Gv 10,40; 11,54).
• Giovanni 12,1-2: Gesù, perseguitato dai giudei, si reca a Betania. Sei giorni prima della pasqua, Gesù si reca a Betania a casa delle sue amiche Marta e Maria e di Lazzaro. Betania significa Casa della Povertà. Lui era ricercato dalla polizia (Gv 11,57). Volevano ucciderlo (Gv 11,50). Ma pur sapendo che la polizia stava dietro Gesù, Maria, Marta e Lazzaro lo ricevono nella loro casa e gli offrono da mangiare. Era pericoloso accogliere in casa una persona ricercata ed offrirgli da mangiare. Ma l’amore fa superare la paura.
• Giovanni 12,3: Maria unge Gesù. Durante il pasto, Maria unge i piedi di Gesù con mezzo litro di profumo di nardo puro (cf. Lc 7,36-50). Era un profumo caro, anzi carissimo, che costava trecento denari. Gli asciuga dopo i piedi con i suoi capelli. Tutta la casa si riempì di profumo. Maria non parla durante tutto l’episodio. Agisce solo. Il gesto pieno di simbolismo parla da solo. Nel lavare i piedi, Maria si fa serva. Gesù ripeterà il gesto nell’ultima cena (Gv 13,5).
• Giovanni 12,4-6: Reazione di Giuda. Giuda critica il gesto di Maria. Pensa che è uno spreco. Infatti, trecento denari erano lo stipendio di trecento giorni! Lo stipendio di quasi un intero anno speso in una sola volta! Giuda pensa che il denaro si sarebbe dovuto dare ai poveri. L’evangelista commenta che Giuda non aveva nessuna preoccupazione per i poveri, ma che era un ladro. Avevano una cassa comune e lui rubava il denaro. Giudizio forte che condanna Giuda. Non condanna la preoccupazione per i poveri, ma l’ipocrisia che si serve dei poveri per promuoversi ed arricchirsi. Giuda, nei suoi interessi egoisti, pensava solo al denaro. Per questo non si rende conto di ciò che Maria aveva nel cuore. Gesù legge nel cuore e difende Maria.
• Giovanni 12,7-8: Gesù difende la donna. Giuda pensa allo spreco e critica la donna. Gesù pensa al gesto e difende la donna: “Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura!" E subito Gesù dice: "I poveri li avrete sempre tra di voi, ma non sempre avrete me!" Quale dei due viveva più vicino a Gesù: Giuda o Maria? Giuda, il discepolo, viveva insieme a Gesù da circa tre anni, ventiquattro ore al giorno. Faceva parte del gruppo. Maria lo vedeva una o due volte l’anno, in occasione di alcune feste, quando Gesù si recava a Gerusalemme e visitava la sua casa. Ma la convivenza senza amore non fa conoscere gli altri. Anzi acceca. Giuda era cieco. Molta gente vive insieme a Gesù e lo loda perfino con molti canti, ma non lo conosce veramente e non lo rivela (cf. Mt 7,21). Due affermazioni di Gesù meritano un commento più dettagliato: (a) “I poveri infatti li avrete sempre con voi”, e (b) “Perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura”.
(a) “I poveri li avrete sempre con voi” Forse Gesù vuol dire che non dobbiamo preoccuparci dei poveri, visto che sempre ci saranno dei poveri? O vuol dire che la povertà è un destino imposto da Dio? Come capire questa frase? In quel tempo le persone conoscevano l’Antico Testamento a memoria. Bastava che Gesù citasse l’inizio di una frase dell’AT e le persone già sapevano il resto. L’inizio della frase diceva: “I poveri li avrete sempre con voi!” (Dt 15,11a). Il resto della frase che la gente già sapeva e che Gesù volle ricordare è questo: “Per questo vi ordino: aprite la mano a favore del vostro fratello, del povero e dell’indigente, nella terra dove voi risiedete!” (Dt 15,11b). Secondo questa legge, la comunità deve accogliere i poveri e condividere con loro i suoi beni. Ma Giuda, invece di “aprire la mano a favore del povero” e di condividere con lui i suoi beni, voleva fare carità con il denaro degli altri! Voleva vendere il profumo di Maria per trecento denari ed usarli per aiutare i poveri. Gesù cita la Legge di Dio che insegnava il contrario. Chi, come Giuda, fa campagna con il denaro della vendita dei beni degli altri, non scomoda. Ma colui che come Gesù insiste nell’obbligo di accogliere i poveri e di condividere con loro i proprio beni, costui è scomodo e corre il pericolo di essere condannato.
(b) "Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura". La morte in croce era un castigo terribile ed esemplare adottato dai romani per castigare i sovversivi che si opponevano all’impero. Una persona condannata a morte in croce non riceveva sepoltura e non poteva essere unta, e rimaneva appesa alla croce fino a che il cadavere era mangiato dagli animali, o riceveva sepoltura semplice, da povero. Oltre a questo, secondo la Legge dell’Antico Testamento, doveva essere considerata "maledetta da Dio" (Dt 21, 22-23). Gesù era già stato condannato a morte in croce per il suo impegno verso i poveri e la sua fedeltà al Progetto del Padre. Non sarebbe stato sepolto. Per questo, dopo morto, non poteva essere unto. Sapendo questo, Maria anticipa l’unzione e lo unge prima di essere crocifisso. Con questo gesto, dimostra che accettava Gesù Messia, anche se crocifisso! Gesù capisce il suo gesto e l’approva.
• Giovanni 12,9-11: La moltitudine e le autorità. Essere amico di Gesù poteva essere pericoloso. Lazzaro è in pericolo di morte a causa della vita nuova ricevuta da Gesù. I giudei decisero di ucciderlo. Un Lazzaro vivo era la prova vivente che Gesù era il Messia. Per questo la moltitudine lo cercava, poiché la gente voleva sperimentare da vicino la prova viva del potere di Gesù. Una comunità viva corre pericolo di vita perché è la prova viva della Buona Novella di Dio!
 
4) Per un confronto personale
• Maria è stata mal interpretata da Giuda. Sei stato/a interpretato/a male qualche volta?
• Cosa ci insegna il gesto di Maria? Cosa ci dice la reazione di Giuda?
 
5) Preghiera finale
Il Signore è difesa della mia vita,
di chi avrò timore?
Egli mi offre un luogo di rifugio
nel giorno della sventura. (Sal 26)
 
da | O. Carm

sabato 28 marzo 2015

Letture, commento e preghiere di Domenica 29 Marzo 2015

palme

“Osanna al Figlio di Davide. Benedetto colui che viene nel nome del Signore: il Re d’Israele. Osanna nell’alto dei celi.”

PREGHIERA DEL MATTINO

Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come modello agli uomini il Cristo Tuo Figlio, nostro Salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, fà che abbiamo sempre presente il grande insegnamento della Sua passione, per partecipare alla gloria della risurrezione. Egli è Dio e vive con Te per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRIMA LETTURA

Is 50, 4-7 – Dal libro del profeta Isaia.

VOLTO16 

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal.21

PASSIONERIT: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Si fanno beffe di me quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo: «Si rivolga al Signore; lui lo liberi, lo porti in salvo, se davvero lo ama!».RIT
Un branco di cani mi circonda, mi accerchia una banda di malfattori; hanno scavato le mie mani e i miei piedi. Posso contare tutte le mie ossa. RIT
Si dividono le mie vesti, sulla mia tunica gettano la sorte. Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza, vieni presto in mio aiuto. RIT
Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all’assemblea. Lodate il Signore, voi suoi fedeli, gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe, lo tema tutta la discendenza d’Israele. RIT

 

 

 

 

SECONDA LETTURA

Passion of the Christ movie image

Fil 2, 6-11
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi.
Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami:«Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

CANTO AL VANGELO

Lode e onore a te, Signore Gesù
Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome.
Lode e onore a te, Signore Gesù

VANGELO

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Lc 22, 14 – 23, 56 Dal Vangelo secondo Luca
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca (forma breve)
- Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna
In quel tempo, tutta l’assemblea si alzò; condussero Gesù da Pilato e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui». Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme.
- Erode con i suoi soldati insulta Gesù
Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.
- Pilato abbandona Gesù alla loro volontà

pilato 

 Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro: «Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!». Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.
- Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me

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Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?».
Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.
– Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno

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Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno».
Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.
– Costui è il re dei Giudei
Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
– Oggi con me sarai nel paradiso

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Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
– Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito
Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.

(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)
 
Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

COMMENTO

Domenica della Passione
Con questa domenica si avvia a rapida conclusione la Quaresima; il Triduo pasquale inizia con la messa vespertina del Giovedì Santo. I primi tre giorni della Settimana Santa sono una vibrante celebrazione degli ultimi giorni di vita di Gesù, prima del suo sacrificio sulla croce. La solenne processione costituisce il ricordo dell’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, e la profezia della sua signoria sul mondo. “Osanna nell’alto dei cieli. Gloria a te che vieni, pieno di bontà e di misericordia”. Nella liturgia eucaristica, Isaìa

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proclama la fedeltà di Dio che assiste il Servo generosamente impegnato fino all’ora suprema della conclusione della sua missione terrestre. Il disegno di salvezza si compie a favore di tutta l’umanità. Paolo, ai Filippesi, trasmette un inno in onore di Cristo incarnato e successivamente glorificato da Dio; l’universo intero esalta Gesù “il Signore, a gloria di Dio Padre”. Adamo aveva tentato di farsi uguale a Dio; invece il nuovo Adamo, Gesù, essendo Dio, non considerò la sua divinità un’appropriazione indebita.Il racconto della Passione, poi, quest’anno secondo Luca, dimostra l’attuazione dell’insegnamento proposto in continuità da Gesù. Purtroppo, dal testo liturgico odierno è stato omesso il racconto della lavanda dei piedi (22, 26 – 28). La passione è indicata come una lotta escatologica contro Satana (23,53). I discepoli saranno vittoriosi se persevereranno con Gesù. La lenta agonia è un combattimento per la vittoria; Gesù si abbandona al Padre, in un’atmosfera di preghiera e di accettazione; perdona i nemici e introduce nel Regno chi confida in lui. Ormai tutto è compiuto; le tenebre dell’ora sesta si illumineranno all’alba della risurrezione. Nell’attesa, la Chiesa prega e spera.
(Preparato dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)

PREGHIERA DELLA SERA

mani4 (2)

Ti supplichiamo Dio, Padre misericordioso, che in Cristo apri a tutti gli uomini le porte della speranza e della  
vita, ascolta le nostre preghiere e aiuta coloro che stentano a dare un senso al vivere e al morire, affinchè riscoprano nel Tuo Figlio Gesù, vincitore della morte, la ragione per tornare a sperare. In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questi giorni di penitenza e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello fai per noi e ci dai ogni giorno. O Dio, Padre di misericordia, donaci il Tuo Spirito, fonte della vita, perché spezzi le chiusure del nostro egoismo e ci faccia creature nuove nella Pasqua del Tuo Figlio. Per Cristo nostro Signore. Amen.

da | http://blog.studenti.it/biscobreak/2015/03/letture-di-domenica-29-marzo-2015/