L'abbandono
1 – Su questa terra c'è un albero meraviglioso; la cui
radice, o mistero! si trova in cielo. Sotto quell'ombra ami, nulla potrà
ferire; e senza timore di tempesta vi si può riposare. Amore è il nome di quest'albero ineffabile; e il suo frutto dilettevole si chiama abbandono.
2 – Questo frutto mi dà felicità, nella vita; e l'odor suo divino mi rallegra l'anima. Se lo tocco, mi pare un tesoro; se l'assaggio, mi è anche più dolce. Mi dà un oceano di pace in questo mondo; una profonda pace in cui pace in cui sempre riposo.
3 – Soltanto l' abbandono mi cede alle tue braccia, Gesù; e mi fa vivere del pane dei suoi eletti: divino Sposo, a te m'abbandono! E non bramo che il dolce tuo sguardo. Addormentandomi sul tuo cuore voglio sempre sorridere; e là, sempre ridire che t'amo, Signore!
4 – Anch'io, come la pratolina, schiudo il mio calice al sole.. Mio dolce sole di vita, amabile Re! L'ostia divina è piccola come me… ma la sua fiamma celeste, il luminoso suo raggio, mi fa nascer nell'anima il perfetto abbandono…
5 – Tutte le creature possono trascurarmi; vicino a te non ne trarrò un lamento. E se anche tu, o divino Tesoro, mi lasci, priva delle tue carezze voglio sorridere ancora: e attendere in pace, Gesù mio, il tuo ritorno, perpetuando il mio canto d'amore.
6– Nulla m'inquieta, e nulla può turbarmi, la mia anima vola più alta dell'allodola… il cielo è sempre azzurro al di là delle nubi, presso le rive eterne dove regna il buon Dio! e in pace attendo la gioia delle stanze celesti, mentre qui nel ciborio trovo il dolce frutto dell'amore.
2 – Questo frutto mi dà felicità, nella vita; e l'odor suo divino mi rallegra l'anima. Se lo tocco, mi pare un tesoro; se l'assaggio, mi è anche più dolce. Mi dà un oceano di pace in questo mondo; una profonda pace in cui pace in cui sempre riposo.
3 – Soltanto l' abbandono mi cede alle tue braccia, Gesù; e mi fa vivere del pane dei suoi eletti: divino Sposo, a te m'abbandono! E non bramo che il dolce tuo sguardo. Addormentandomi sul tuo cuore voglio sempre sorridere; e là, sempre ridire che t'amo, Signore!
4 – Anch'io, come la pratolina, schiudo il mio calice al sole.. Mio dolce sole di vita, amabile Re! L'ostia divina è piccola come me… ma la sua fiamma celeste, il luminoso suo raggio, mi fa nascer nell'anima il perfetto abbandono…
5 – Tutte le creature possono trascurarmi; vicino a te non ne trarrò un lamento. E se anche tu, o divino Tesoro, mi lasci, priva delle tue carezze voglio sorridere ancora: e attendere in pace, Gesù mio, il tuo ritorno, perpetuando il mio canto d'amore.
6– Nulla m'inquieta, e nulla può turbarmi, la mia anima vola più alta dell'allodola… il cielo è sempre azzurro al di là delle nubi, presso le rive eterne dove regna il buon Dio! e in pace attendo la gioia delle stanze celesti, mentre qui nel ciborio trovo il dolce frutto dell'amore.
31 maggio 1897
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