martedì 10 febbraio 2015

Sussidi: ELEMENTI PER IL DISCERNIMENTO DELLA VOCAZIONE ALL’OCDS.




ELEMENTI PER IL DISCERNIMENTO 
DELLA VOCAZIONE ALL’OCD.S.
di P. Aloysius Deeney, OCD  (Delegato Generale 1997 – 2012)
      
  L’intento di queste pagine è rispondere alla domanda “Quali sono i principi seguiti nel discernere la vocazione all’Ordine Secolare dei Carmelitani Scalzi? Chi è chiamato ad essere Carmelitano Secolare, e come distinguere coloro che vi sono chiamati o meno?” Tra i frati e le monache, gli individui non se ne vanno perché sono cattive persone, i membri di un Ordine Religioso spesso non sono mandati a casa dal monastero o dal convento perché la loro condotta è moralmente inaccettabile. Essere membro di un Ordine è una vocazione, e ciascuno ha bisogno, per il bene di tutti, di identificarla con chiarezza. Altrimenti l’Ordine, sia frati, monache o secolari, perde la sua strada e confonde la sua identità.         
            Vorrei descrivere il membro dell’Ordine Secolare di N.S. del Monte Carmelo e di santa Teresa di Gesù, come un membro praticante della Chiesa Cattolica il quale, sotto la protezione di Nostra Signora del Monte Carmelo, e ispirato da santa Teresa di Gesù e san Giovanni della Croce, si prende il suo impegno nei confronti dell’Ordine di cercare il volto di Dio, per il bene della Chiesa e del mondo.  In questa definizione distinguo sei elementi i quali, presi nel loro insieme, sono i fattori che spingono la gente ad avvicinarsi al Carmelo, cercando un’identificazione con l’Ordine in un modo più formale. 
            Membro praticante della Chiesa Cattolica.  Con questo intendo un cattolico romano ma non per il suo riferimento al rito latino bensì riferendomi all’unità della Chiesa sotto l’autorità del Vescovo di Roma, il papa.  La maggioranza dei Cattolici Romani sono di rito latino, ma ci sono altri riti all’interno della Chiesa Cattolica Romana, come i Maroniti, Malabaresi, Melchiti, Ucraini, ecc. e ci sono comunità dell’Ordine Secolare in ciascuno di questi riti.  Le Comunità OCDS del Libano appartengono al rito maronita.  La parola praticante specifica qualcosa circa la persona che può appartenere all’Ordine Secolare. Potrei suggerire come prova del nove della pratica della fede cattolica la capacità di partecipare pienamente all’Eucaristia con piena coscienza. L’Eucaristia è l’apice dell’identità e della fede cattolica. E’ il punto d’incontro tra il cielo e la terra. Così se siamo liberi di partecipare all’apice, certamente dei livelli inferiori di partecipazione sono permessi. 
            In molti casi in passato ciò era molto semplice da determinare. Le persone che arrivavano all’Ordine Secolare venivano da parrocchie dove i Frati erano presenti, o per mezzo del contatto con Frati o Monache che avevano loro raccomandato l’Ordine Secolare. Il divorzio non era ancora un fattore importante nella vita dei cattolici. La maggior parte delle situazioni erano chiare e definite. 
            Oggi non è più così. Le cose ora non sono sempre chiare. Ed è questo il punto in cui l’Assistente Spirituale può essere di aiuto al Consiglio di una comunità dell’Ordine Secolare nella selezione dei candidati. Vi do un esempio. Una donna incontra una comunità dell’Ordine Secolare, conosciuta da alcuni componenti. Questi sanno che lei si trova nel suo secondo matrimonio, e sanno anche che ella frequenta regolarmente la Messa, ricevendo i Sacramenti. L comunità vuole chiarezza sulla questione, prima di ammetterla alla formazione. 
            Ci sono alcune possibilità, in questo caso: la Chiesa ha annullato il primo matrimonio, oppure seguiti dal loro confessore, ella e il suo secondo marito vivono in modo da poter partecipare ai sacramenti della Chiesa. Un intervento dell’Assistente Spirituale in questo caso potrebbe chiarire e dare una risposta. Senza il bisogno di troppe spiegazioni, per rispettare il diritto alla privacy e al buon nome che spetta ad ogni membro della Chiesa, egli potrebbe fornire al Consiglio quella parola che consenta alla persona l’entrata nell’Ordine Secolare. 
            L’Ordine Secolare è parte giuridica dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi. E’ un’istituzione della Chiesa Cattolica Romana, soggetta alle leggi della Chiesa. La Congregazione deve approvare i suoi statuti. I non cattolici che hanno interesse alla spiritualità del Carmelo sono certamente i benvenuti, e possono partecipare in qualunque modo vi vengano invitati dalla fraternità, ma non possono diventare membri dell’Ordine Secolare. 
            Ecco il primo elemento dell’identità del membro dell’OCDS: una persona che partecipa alla vita della Chiesa Cattolica. C’è di più, dal momento che ci sono milioni di persone che partecipano alla vita della Chiesa Cattolica e non hanno il minimo interesse al Carmelo. 
            Ecco dunque il secondo elemento sotto la protezione di Nostra Signora del Monte Carmelo. Non è una devozione qualsiasi a Maria ciò che definisce chi si sente chiamato all’Ordine Secolare. Ci sono molti cristiani che sono molto devoti a Nostra Signora, e hanno un carattere mariano molto sviluppato nella loro vita cristiana.  Ci sono molti Cristiani Ortodossi, come pure Anglicani della Chiesa Alta, che sono molto mariani. Ci sono molti Cattolici che indossano lo scapolare con tutte le buone ragioni ed hanno una sincera devozione a Maria, ma non si sentono chiamati a essere Carmelitani Secolari. Non solo, ci sono alcuni che sono giunti all’Ordine Secolare proprio per la loro devozione mariana, per lo scapolare ed il rosario, ma non hanno la vocazione ad essere membri del Carmelo Secolare. 
            La nota peculiare della Beata Vergine Maria che dev’essere presente in chi si sente chiamata al Carmlo è l’inclinazione a serbare nel cuore, la frase usata due volte da san Luca nel suo Vangelo per descrivere l’atteggiamento di Maria nei confronti di suo Figlio. Certo, tutti gli altri aspetti della vita e devozione mariana possono essere presenti, la devozione allo scapolare, al rosario e altre cose, ma rimangono secondarie rispetto a questo particolare aspetto della devozione mariana.  Maria è il nostro modello di preghiera e di meditazione. Tale desiderio di imparare a meditare o l’inclinazione a meditare è una caratteristica fondamentale di ogni membro OCDS. Probabilmente è la più basilare. 
            Un’esperienza frequente di molti gruppi è avere una persona che si avvicina all’Ordine Secolare per diventarne membro, a volte un prete diocesano, persona dotata di una grande devozione a Maria, che si è recata molte volte in pellegrinaggio nei santuari mariani disseminati nel mondo, qualcuno che è a conoscenza di tutte le apparizioni ed i messaggi attribuiti a Maria, un’autorità per quanto riguarda i movimenti mariani nel mondo. Molte volte tali persone non hanno la minima inclinazione a meditare nel cuore.  Desiderano divenire in fretta “maestri” nella Fraternità su Maria Santissima, introducendo un interesse mariano di tipo assolutamente non carmelitano all’interno della Comunità. E se tale persona è un prete, è molto difficile per la comunità proteggersi da questa deviazione della propria vita mariana. Ci sono altri gruppi e movimenti mariani nei quali tale persona può trovarsi perfettamente a proprio agio, non nell’Ordine Secolare.

            Oltretutto nella Famiglia Carmelitana c’è già un posto per le persone che hanno come devozione primaria quella dello Scapolare di N.S. del Monte Carmelo. E’ la Confraternita dello Scapolare, o Confraternita di Nostra Signora del Monte Carmelo.

            Per un membro OCDS, Maria è modello di atteggiamento e predisposizione meditativi. Ella attrae e ispira il Carmelitano verso un modo contemplativo di comprendere la vita del Corpo Mistico di suo Figlio, la Chiesa. Ella attrae la persona al Carmelo. E nel programma di formazione attraversato da tutti quelli che entrano al Carmelo, è questo aspetto che andrebbe sviluppato in ogni singola persona.  Così, per me questo è il secondo elemento sotto la protezione di Nostra Signora del Monte Carmelo. 
            Un membro dell’Ordine Secolare di Nostra Signora del Monte Carmelo e santa Teresa di Gesù è un membro che partecipa ai riti della Chiesa Cattolica Romana, e che sotto la protezione di N.S. del Monte Carmelo, e ispirato da santa Teresa di Gesù e san Giovanni della Croce… Qui abbiamo il terzo elemento. Ho menzionato entrambi, Santa Teresa di Gesù e San Giovanni della Croce, ma dovrei dire da subito, all’inizio di questa sezione, che includo anche Santa Teresa di Gesù Bambino, o anche la Beata Elisabetta della Trinità e Santa Teresa Benedetta della Croce potrebbero essere incluse, ma Teresa e Giovanni rimangono centrali in questo punto. 
            Menzionando tutti i grandi della tradizione carmelitana, sottolineo l’importanza di Santa Teresa di Gesù, alla quale la nostra tradizione si rivolge come Nostra Santa Madre. La ragione è che proprio a lei il carisma è stato dato. In molte parti del mondo siamo chiamati Carmelitani Teresiani. San Giovanni della Croce è stato collaboratore fin dagli inizi con la nostra santa Madre nella carismatica rifondazione del Carmelo sia spirituale che giuridica.  Così anch’egli viene chiamato Nostro Santo Padre. Per me è difficile immaginare un Carmelitano Scalzo, a qualsiasi ramo dell’Ordine appartenga, che non sia attratto da uno se non da tutte e due queste figure, dalla loro storia e personalità, e più ancora dai loro scritti. 
            Gli scritti di santa Teresa di Gesù sono l’espressione del carisma dei Carmelitani Scalzi.  La spiritualità dei Carmelitani Scalzi ha una fondazione intellettuale molto solida, una solida dottrina. Dottrina deriva dal latino docere, che significa insegnare. Ogni persona che vuole essere Carmelitano Scalzo/a dev’essere una persona che ha interesse a imparare dai maestri del Carmelo. Ci sono tre Dottori della Chiesa universale, Teresa, Giovanni e Teresina. 
            Qualcuno entra in comunità, con un grande amore per la Vergine Maria, vuole portare lo scapolare in onore di Maria, come segno di dedizione e servizio. Si tratta di una persona di preghiera, ma che non è interessato minimamente a leggere e studiare la spiritualità del Carmelo Teresiano. Si sforza di leggere uno dei Dottori Carmelitani, ma non riesce a continuare a leggere. Bene, personalmente penso di tratti di una brava persona che potrebbe entrare a far parte della Confraternita dello Scapolare, ma che decisamente non ha la vocazione all’Ordine Secolare Carmelitano. 
            C’è anche un aspetto accademico nella formazione del Carmelitano Teresiano. C’è una base intellettuale da dare alla spiritualità e all’identità di chi è chiamato al Carmelo. Come ogni frate ed ogni monaca, ogni carmelitano secolare rappresenta l’Ordine.  Un carmelitano che non ha interesse a studiare o approfondire le radici della propria identità con la preghiera e lo studio, perde la propria identità, e non può più rappresentare l’Ordine, non può più parlare a nome dell’Ordine. Sentendo parlare qualche carmelitano, molte volte si ha l’impressione che non sia andato molto avanti rispetto a ciò che sicuramente ha ascoltato molti anni prima nella formazione. 
            Questa base intellettuale è l’inizio di un atteggiamento di apertura nei confronti dello studio, portando ad un interesse più profondo verso la Scrittura, la teologia e i documenti della Chiesa. La tradizione della lettura spirituale, della lectio divina e un tempo per lo studio sono la spina dorsale della vita spirituale. La buona formazione dipende anche dalla buona informazione. Quando le informazioni sono negative, o assenti, o non corrette, la formazione si blocca oppure rimane rachitica, con il risultato di una confusione nel Secolare. E se quel membro Secolare, per qualche strano giro del destino, assume un ruolo importante nella Fraternità OCDS, tutta la comunità ne soffre. Succede tra i frati, le monache, e quindi anche nei Secolari. 
            Questa base accademica, o intellettuale, è molto importante, ed è tristemente carente in molti gruppi del Carmelo Secolare. Non si tratta di diventare un intellettuale per poter essere un Carmelitano Secolare.  Si tratta di diventare intelligenti nella ricerca della verità su Dio, su se stessi, sulla preghiera, sull’Ordine e sulla Chiesa.  L’obbedienza è stata da tempo associata con l’intelligenza e la virtù della fede. Obbedienza significa apertura all’ascolto (ob + audire in latino). E’ un atteggiamento radicale della persona per spingere oltre le proprie conoscenze personali. Anche “educazione” deriva dal latino (ex + lucere trarre fuori). Santa Teresa descrive l’anima alle terze mansioni come bloccata, incapace di procedere. Una delle caratteristiche di questa persona, stabilizzatasi nelle terze mansioni, è quella di voler insegnare a tutti gli altri. Sanno tutto. In realtà sono persone ancora disobbedienti e non plasmabili. Ossia sono persone chiuse, incapaci di apprendere. 
            Il quarto elemento della definizione è che si prende il suo impegno nei confronti dell’Ordine. Ci sono tanti cattolici impegnati, devoti a Maria, ed anche esperti nei nostri santi, Teresa, Giovanni della Croce o altri, ma che non hanno la vocazione al Carmelo Secolare. Tali persone potrebbero essere anche contemplativi, o eremiti che trascorrono ore e ore in preghiera e nello studio, ogni giorno, ma non hanno la vocazione di essere Carmelitani. Qual è l’elemento che differenzia queste persone da quelle chiamate a seguire Cristo più da vicino come Carmelitani Secolari? 
            Non è la spiritualità, né lo studio, né la devozione a Maria. Semplicemente il Carmelitano Secolare è spinto a dedicare se stesso all’Ordine e alla Chiesa. Questo impegno, nella forma di Promesse, è un fatto ecclesiale e un fatto dell’Ordine, oltre ad essere un evento nella vita della persona che compie tali promesse. In un certo senso, sempre tenendo presenti il contesto familiare, lavorativo e le responsabilità personali implicate, colui/colei che si impegna viene caratterizzato come Carmelitano. 
            Come ho detto si tratta di un fatto ecclesiale e dell’Ordine. E’ per questa ragione che la Chiesa e l’Ordine hanno da dire la loro, insieme al candidato, al momento di accettare ed approvare l’impegno del candidato/a. E’ inoltre per questa stessa ragione che la Chiesa e l’Ordine stabiliscono le condizioni e i termini del contenuto delle Promesse. Una persona potrebbe volersi impegnare in certe cose, come la meditazione quotidiana o la liturgia delle Ore, per esempio. Ma la Chiesa, attraverso l’Ordine, stabilisce le linee fondamentali e generali per la comprensione di tale impegno. 
            Il Secolare appartiene al Carmelo, e il Carmelo non appartiene al Secolare. Con ciò voglio dire che esiste una nuova identità, sviluppo dell’identità battesimale, che diventa un punto di riferimento necessario.  Come la Chiesa è il punto di riferimento per il battezzato (il battezzato appartiene alla Chiesa), così il Carmelo diviene il punto di riferimento per il Secolare. Più uno diventa cattolico più riconosce la cattolicità della Chiesa. Più uno diventa carmelitano, più riconosce pure la cattolicità del Carmelo. In effetti chi si dona al Carmelo nell’Ordine Secolare, scopre che il Carmelo è divenuto essenziale alla propria identità di cattolico. 
            Dal momento che le Promesse sono il mezzo per cui si diventa membri del Carmelo Secolare, la formazione alle Promesse assume una grande importanza, formazione iniziale e formazione permanente. 
            Un aspetto importante di questo impegno è l’impegno nei confronti della comunità. Chi desidera essere un membro OCDS, deve essere in grado di costruire la comunità, di essere parte di un gruppo che si dedica ad uno scopo comune, mostrare interesse per gli altri membri, essere di aiuto nella ricerca di una vita orante e saper ricevere l’aiuto degli altri. Ciò si applica anche a quelli che per svariate ragioni non possono partecipare attivamente alla vita di comunità.  Nella costruzione del futuro della comunità, questa caratteristica di socievolezza è quella che va’ sviluppata. Molti sono tipi introversi e calmi, e tuttavia sono abbastanza socievoli e capaci di formare comunità. Molti invece sono estroversi ma incapaci di formare una comunità. In questo campo è necessario usare il buon senso, e rispondere alla domanda: In che cosa aiuterà la futura comunità fra dieci anni? 
            Si da anche il caso di persone che appartengono ad altri movimenti, per esempio i Neo Catecumeni, il Focolare, il Movimento sacerdotale mariano, il Rinnovamento nello Spirito. Se il coinvolgimento con questi altri movimenti non interferisce con l’impegno personale al Carmelo, e quel tale non introduce nella comunità elementi che siano incompatibili con la spiritualità OCDS, allora generalmente non ci sono problemi. I problemi cominciano quando una persona distrae la comunità dal proprio intento e dal proprio particolare stile di vita spirituale. Alle volte ci sono persone così confuse che vengono al Carmelo e parlano di N.S. di Medjugorie, e vanno ad un incontro di preghiera di Medjuorie e parlano della preghiera teresiana.  Il punto è che si deve scegliere l’Ordine Secolare, e che tale impegno dovrebbe essere più importante di altri movimenti o gruppi. 
            Tale dedizione alla Chiesa attraverso il Carmelo ha sia un contenuto che un intento. Essi vengono espressi nei due elementi finali della mia descrizione di chi è un Carmelitano Secolare. Il quinto elemento della descrizione è cercare il volto di Dio. Tale elemento esprime il contenuto delle Promesse. Potrei esprimere questo punto in molti altri modi, pregare, meditare, vivere una vita spirituale. Ho scelto “cercare il volto di Dio” perché è un’espressione biblica che dice la natura della contemplazione, uno sguardo meravigliato della parola e delle opere di Dio, al fine di conoscerlo, amarlo e servirlo. L’aspetto contemplativo della vita carmelitana si concentra su io, riconoscendo sempre che la contemplazione è un dono di Dio, non una risultante del fatto di essersi impegnati per un po’ di tempo in essa. E’ un impegno alla santità personale. L’OCDS vuole vedere Dio, vuole conoscere Dio e riconosce che ora la preghiera e la meditazione assumono un’importanza maggiore. Le Promesse sono un impegno per una vita nuova, nella quale l’ossequio di Gesù Cristo marca la persona e ilmodo in cui essa vive. 
            La vita personale del Carmelitano Secolare diventa contemplativa. Lo stile di vita cambia con la crescita delle virtù che accompagnano la crescita nello spirito. E’ impossibile vivere una vita di preghiera, meditazione e studio senza cambiamenti. Il nuovo stile di vita influisce su tutto il resto della vita.  La maggioranza dei membri dell’Ordine Secolare che sono sposati e che hanno famiglia, sperimentano che l’impegno di vita nell’OCDS arricchisce il loro impegno coniugale e familiare.  I membri secolari OCDS, uomini e donne, che lavorano sperimentano un nuovo impegno morale per la giustizia proprio sul posto di lavoro. Quelli che sono single, vedovi o separati, trovano nell’impegno per la santità una sorgente di grazia e di forza per vivere la loro vita con dedizione, avendo uno scopo. Questo è il risultato diretto della ricerca del volto di Dio. 
            L’essenza del Carmelo è la preghiera?  Ho sentito o letto molte volte tale affermazione. Non sono mai sicuro su come rispondere. Non perché non sappia cos’è la preghiera o perché la preghiera non sia di grande importanza per ogni Carmelitano, ma perché non so mai esattamente cosa vuole giustificare con questa affermazione chi parla o scrive. Se con preghiera si intende la santità personale e la ricerca di una genuina spiritualità che riconosca la supremazia di Dio e della volontà di Dio per la famiglia umana, allora sì, sono d’accordo.  Se si afferma che io come carmelitano adempio tutti i miei doveri di carmelitano semplicemente con la fedeltà ai miei tempi di preghiera e che non c’è nient’altro che mi venga richiesto, allora no, non siamo d’accordo. La santità personale non è lo stesso che la ricerca personale della santità. Per un membro battezzato della Chiesa, la santità è sempre ecclesiale, mai centrata su se stesso o autosufficiente. Non posso mai essere giudice della mia personale santità (Nemo judex in causo suo.) 
            Sono santificato dalla pratica delle virtù, e ciò è il diretto risultato di una vita di ricerca orante della volontà di Dio nella mia vita. Questo è il segreto carmelitano: la preghiera non ci rende santi. La preghiera è l’elemento essenziale nella santità cristiana (carmelitana) perché significa il contatto frequente che rende possibile il rimanere fedeli a Dio. Questo contatto permette a Dio di compiere la sua volontà nella mia vita, che allora diventa per il mondo intero annuncio della presenza e della bontà di Dio. Senza il contatto della preghiera non posso conoscere Dio, e Dio non può essere conosciuto da altri. 
            Cercare il volto di Dio richiede un’incredibile quantità di disciplina, nel senso classico della parola discepolo, uno che impara. Devo riconoscere che sono sempre uno studente. Non divento mai maestro, sono sempre sorpreso da ciò che Dio compie nel mondo. Di rimane sempre un mistero. Le tracce dell’esistenza di Dio sono sempre interessanti per me, e le trovo negli eventi della vita, single, vedova, sposata, di famiglia, lavoro o in pensione. Ma esse divengono visibili solo nella preghiera, osservando con il cuore. La chiamata alla santità è un desiderio bruciante nel cuore e nella mente di chi si sente chiamato/a al Carmelo Secolare.  E’ un impegno che il Secolare si deve prendere. Il Secolare è attirato dalla preghiera, trovando nella preghiera il suo ambiente vitale e la sua identità. 
            La preghiera, la ricerca della santità, l’incontro con il Signore, rende il Secolare sempre più parte della Chiesa e, come membro attivo della Chiesa, la vita del Secolare è più ecclesiale. Crescendo, la vita di preghiera produce più frutti nella vita personale dell’individuo (la crescita delle virtù) e nella vita ecclesiale dell’individuo (apostolato). 
            Ciò mi porta al sesto elemento della definizione: per il bene della Chiesa e del mondo. Questa è la vera novità nello sviluppo della comprensione del posto che il Carmelitano Secolare occupa nell’Ordine e nella Chiesa. E’ il risultato dello sviluppo della teologia della Chiesa sul ruolo dei laici nella Chiesa, e dell’applicazione di tale teologia all’Ordine. Cominciando dal documento del Concilio Vaticano II Sull’Apostolato dei Laici, e dalla sua ricezione nel Sinodo sui Laici del 1986, e sulla Vita Consacrata nel 1996 (Christifideles laici e Vita Consecrata), la Chiesa ha costantemente sottolineato la necessità di un impegno maggiore del laicato per le necessità della Chiesa stessa e del mondo. Santa Teresa era convinta che l’unica verifica della preghiera è la crescita della virtù, e che il frutto obbligato di una vera vita di preghiera è la nascita di opere di bene. 
            A volte sento un Secolare dire: l’unico apostolato del Secolare è quello della preghiera. La parola che rende falsa questa attestazione è “l’unico”. Un atteggiamento orante e obbediente nei confronti dei documenti della Chiesa, chiarisce che il ruolo del laico nella Chiesa è cambiato. La Regola di Vita parlava del bisogno per ogni Carmelitano Secolare di avere un apostolato individuale. La Christifideles laici sottolinea l’importanza di un apostolato di gruppo per le associazioni ecclesiali, e l’OCDS è un’associazione ecclesiale. Molti Secolari quando sentono parlare di apostolato di gruppo, pensano che io stia parlando di un qualche impegno preso da tutta la Fraternità, che sottragga ogni giorno molto tempo. Questo non è assolutamente il significato di “apostolato di gruppo”. Il paragrafo 30 della Christifideles laici ci dà i principi basilari della ecclesialità delle Associazioni, elencando i frutti di tali principi. Il primo frutto riportato è un rinnovato desiderio di pregare, meditare, contemplare, e di vita sacramentale. Queste sono le cose adatte per la via del Carmelo. Quante persone hanno bisogno di conoscere quello che hanno da dire i nostri Dottori della Chiesa! Se ogni Carmelitano si dedicasse alla diffusione del messaggio del Carmelo, quante persone non sarebbero così confuse nella loro vita spirituale!  Entrare in una grande libreria, e semplicemente osservate che genere di fesserie ci sono sugli scaffali della sezione “misticismo”. 
            Ogni comunità dovrebbe rispondere come comunità alla domanda: cosa possiamo fare per condividere con gli altri quanto abbiamo ricevuto dalla nostra appartenenza al Carmelo? Noi come Carmelitani possiamo aiutare a sbrogliare la confusione semplicemente rendendo noto quanto sappiamo. Non è una eventualità, è una responsabilità. Essere un Carmelitano non è un privilegio, è una responsabilità, sia personale che ecclesiale. 
            Come ho detto all’inizio, non sono i singoli elementi che aiutano a discernere la persona che ha la vocazione al Carmelo come Secolare. E’ la combinazione di tutti questi elementi che fa la differenza.






RATIO INSTITUTIONIS DELL’ORDINE SECOLARE


1. Questa Ratio Institutionis ha lo scopo di presentare un programma di formazione per i membri dell' Ordine Secolare del Carmelo e di offrire un profilo generale di programma di studio (syllabus) per raggiungere questa formazione.
2. L'articolo 46 delle Costituzioni dell'Ordine Secolare stabilisce nella prima frase la composizione dell' “autorità immediata” della comunità OCDS.
Nella seconda frase specifica come “responsabilità primaria” di questa autorità la “formazione e la maturazione Cristiana e Carmelitana dei membri della comunità”. Secondo le Costituzioni OCDS la responsabilità primaria dell'autorità è la formazione dell'intera comunità.
3. Questo per indicare lo scopo dell'esistenza delle comunità dell'Ordine Secolare. Le nostre comunità hanno come specifica competenza l'identità Carmelitana nel mondo oggi e il servizio che questa identità offre a Dio, alla Chiesa, all'Ordine e al mondo. La direzione, nel senso del controllo o organizzazione, viene come ruolo secondario e di supporto. Infatti, se la formazione è adeguata la direzione diventa minima.
4. Il numero 32 delle Costituzioni stabilisce che lo scopo della formazione è “preparare la persona a vivere la spiritualità del Carmelo”. Questa frase delle Costituzioni dà un'enfasi molto importante allo scopo della formazione, indicando quegli elementi che non sono prioritari nel programma di formazione. L'obiettivo del programma di formazione non è produrre esperti in spiritualità Carmelitana, né ottenere una laurea in spiritualità o teologia spirituale.
5. Lo scopo è “preparare la persona”. L'accento sulla persona, che deve essere preparata, aiuta la comunità in formazione a capire che il processo deve essere diretto all'individuo in modo concreto. La gente che viene all'Ordine Secolare è, con poche eccezioni, gente che ha molti impegni, specialmente con la famiglia e il lavoro. Il programma deve essere flessibile a sufficienza da adattarlo alle situazioni di ogni persona che deve diventare membro.
6. Lo scopo della formazione è la preparazione di individui ispirati dallo Spirito Santo a vivere una vita spirituale secondo i principi della spiritualità dei Carmelitani Scalzi. Solo quando ciò è chiaramente compreso, il Consiglio sarà capace di aiutare le persone, sia i nuovi membri che i già inseriti. Ciò sottolinea anche la necessità di un adeguato discernimento della chiamata al Carmelo.
7. La buona formazione dipende dalla buona informazione. Allo stesso tempo deve essere chiaro che la formazione è distinta dall'informazione. Il ruolo primario della persona responsabile della formazione nella comunità dell'Ordine Secolare é accompagnare i formandi, aiutarli a mettere in pratica ciò che imparano attraverso il processo di formazione. L' informazione che ricevono attraverso la lettura e le lezioni intende essere un aiuto alla crescita spirituale della persona.
8. Sarà di grande aiuto al funzionamento del programma di formazione se la persona che è responsabile per la formazione a nome della comunità formerà un gruppo per la presentazione dei materiali necessari. Ci possono essere alcuni nella comunità capaci di presentare certi temi o argomenti e altri capaci di presentare altri contenuti che, insieme renderebbero il programma più efficace. Ciò aiuta anche a ridurre il carico sulla persona responsabile per la formazione.
9. Il tempo di introduzione alla vita del Carmelo Secolare è un processo della durata di sei anni. Questo processo è descritto nelle Costituzioni numero 36, come “graduale”. In aggiunta alla flessibilità sia da parte del principiante (novizio) che della comunità, entrambi devono anche avere la pazienza di procedere un passo per volta. Generalmente coloro che si avvicinano all'Ordine Secolare sono sinceri nel loro amore verso Dio e nel desiderio di una vita spirituale più profonda. Spesso vengono con amore verso la Beata Vergine Maria e verso lo scapolare. Arrivano al Carmelo già convinti del bisogno di pregare. E generalmente, queste convinzioni e questi desideri hanno bisogno di essere guidati da sani principi teologici, liturgici e spirituali.
10. La comunità, il Consiglio, il formatore, quelli che fanno le lezioni e l'assistente spirituale della comunità devono attenti avere la volontà di aiutare i nuovi membri con l'esempio e con la guida. E gli stessi nuovi membri devono essere intellettualmente e personalmente aperti alle nuove vie della vita spirituale che troveranno nel Carmelo.
11. Nel programma di formazione, come delineato nelle Costituzioni, è sempre il Consiglio che ha il diritto e il dovere di discernere il progresso dei candidati. É sempre il Consiglio che ha il diritto di ammettere i candidati ad ogni livello del processo di formazione. Per questa ragione, il Consiglio stesso deve interessarsi del processo di formazione e sostenere il direttore di formazione nel suo proprio compito.
12. Le Costituzioni stesse offrono la base e la maggior parte degli elementi necessari alla formazione. Il programma qui presentato intende essere una guida per l'Ordine Secolare in tutto il mondo. Procede all’esame del materiale di formazione e presenta in modo organizzato gli elementi essenziali che devono essere inclusi in ogni programma di formazione. Deve, comunque, essere adattato alle situazioni di ogni nazione e regione.

Elementi essenziali della formazione

13. Formazione umana
sviluppa la nostra:
disponibilità nel dialogo interpersonale, nel mutuo rispetto e tolleranza

  • sollecitudine nella possibilità di essere corretti e di correggere gli altri con serenità
  • capacità di perseverare nei nostri impegni

14. Formazione Cristiana
arricchisce:
la nostra capacità di ricevere la base teologica necessaria tramite il Catechismo della Chiesa Cattolica e i Documenti della Chiesa

  • l’apprezzamento per la nostra consacrazione battesimale
  • lo zelo di conversione, d’impegno cristiano e santità di vita
  • il fervore nel vivere l'esigenza di seguire Gesù prendendo parte alla Sua missione salvifica scoprendo la nostra chiamata profetica, regale e sacerdotale

15. Formazione Carmelitana
conferma la nostra identità Carmelitana:
nello studio e lettura spirituale delle Scritture e nella pratica della Lectio Divina

  • nell’importanza della liturgia della Chiesa, specialmente l' Eucarestia e la Liturgia delle Ore
  • nella spiritualità del Carmelo, la sua storia, gli scritti dei Santi dell'Ordine
  • nella formazione nella preghiera e nella meditazione
  • nella formazione per l'apostolato basato sull'insegnamento della Chiesa e sulla comprensione del nostro ruolo come Secolari nell'apostolato dell'Ordine


Soggetti della formazione nell'Ordine Secolare dei Carmelitani Scalzi

Il principale educatore: lo Spirito Santo
16. Lo Spirito Santo, mandato dal Padre e dal Figlio, è il principale insegnante della Chiesa.
Colui che è chiamato alla vita nel Carmelo, conscio della inabitante grazia dello Spirito, dovrebbe diventare cosciente di questa ineffabile Presenza. Egli condurrà alla conoscenza della verità, specialmente riguardo la vocazione personale. Lo Spirito, infuso per portare ad una nuova nascita attraverso il Battesimo, anima colui che è chiamato a vivere il mistero della Trinità in modo sempre più profondo ed a produrre anche frutti più abbondanti col dono di sé (realizzato nelle “buone opere, buone opere”).

La Beata Vergine Maria
17. Intimamente unita all'azione dello Spirito Santo è la Vergine Maria. Madre di Cristo e Madre nostra, lei è coinvolta con la vita spirituale di ognuno, ma specialmente con quella di chi è chiamato alla vita nel Carmelo. Sotto la sua protezione, espressa nel Carmelo dallo scapolare, tutti quelli in formazione nell'Ordine sono spiritualmente protetti e formati. Maria, la Madre dei credenti, è per noi un modello di impegno di contemplazione profetica. Ella accolse la Buona Novella con discernimento illuminato, e prontamente si assunse l'impegno delle sue richieste. Ella custodì come tesoro la Parola, meditando su di essa in preghiera nel suo cuore e proclamandola liberamente e coraggiosamente nel Magnificat. Questo suo esempio apostolico-contemplativo dovrebbe essere sottolineato nel corso della formazione, per aiutare i candidati a capire e mettere in pratica ciò che realmente vuol dire seguire Cristo. Maria è il modello perfetto del discepolo del Signore.

La Chiesa
18. La Chiesa è inseparabile da Cristo. Egli l'ha stabilita come segno e strumento del suo disegno salvifico. É il Popolo di Dio che attraversa i secoli per andare ad incontrare il suo Signore. Nella Chiesa la presenza evangelizzante e l'attività di Gesù si prolunga sulla terra attraverso la predicazione della parola e i sacramenti, che sono l’azione della grazia per contrastare l’azione del peccato nella società. Nel seguire Cristo, il Carmelitano secolare ha il supporto e il nutrimento della Chiesa. Con la Promessa il Carmelitano secolare manifesta più che mai l’intrinseco potere dei sacramenti, specialmente il Battesimo, l'Eucarestia e il Sacramento della Riconciliazione. Ogni candidato, poi, dovrebbe essere immerso nella realtà della Chiesa, che gli chiede di lottare per la santità. In risposta, il chiamato sperimenterà un crescente bisogno di dare se stesso alla Chiesa in qualche maniera.


L'Ordine Carmelitano
19. L'Ordine dei Carmelitani Scalzi costituisce una famiglia religiosa specifica, carismatica e legale. Le comunità dell'Ordine Secolare dipendono giuridicamente dai Frati Carmelitani Scalzi (Ordine religioso) e perciò hanno un carattere distinto dalle altre associazioni. I superiori religiosi hanno una responsabilità verso queste comunità secondo le Costituzioni di ogni ramo. Le Costituzioni che governano le comunità dell'Ordine Secolare danno loro un'autonomia specifica e legittima.
20. Il Signore ha portato alla vita la famiglia religiosa dei Carmelitani Scalzi, l'ha dotata del suo proprio carisma e continua a dirigerla con il Suo Spirito. L'Ordine Secolare riceve nuove vocazioni con gioia, ma anche con un sentimento di responsabilità, così che anche in loro il carisma possa essere quotidianamente compreso più profondamente, portare frutti ed espandersi. I nuovi candidati sono una grazia arricchente e un trampolino per un vero rinnovamento spirituale per la comunità locale dell'Ordine Secolare.

21. Il Carmelo Scalzo, secondo l'esempio dei suoi Fondatori, ha un suo proprio programma di formazione. Ha il suo proprio stile, basato su persone che erano così mature nella fede da essere santi e autorevoli per la Chiesa intera (Dottori): Teresa di Gesù, Giovanni della Croce e Santa Teresa. La tradizione iniziata come risultato dell'esperienza vissuta da Santa Teresa di Gesù e da San Giovanni della Croce costituisce il patrimonio formativo che pervade il Carmelo. Oggi il compito dell'Ordine è quello di continuare l'ininterrotta linea di educatori che preparano per i nostri tempi uomini e donne per la Chiesa, proprio come erano Elisabetta della Trinità, Edith Stein e Raphael Kalinowski.

Il candidato
22. È il candidato che ha la primaria responsabilità di un “sì” alla chiamata e di accettare le conseguenze della sua risposta personale. Ciò non significa che il candidato deve essere arbitro del suo proprio destino e un autodidatta; nel profondo della sua coscienza egli sente il bisogno dell'assistenza divina e umana. Il candidato sarà aperto alla continua crescita nella sapienza del Vangelo, che è un grido lontano da quello del mondo.

23. Il candidato è chiamato ad un dialogo profondo con Dio nella preghiera. Ma questo sarebbe senza significato in assenza di una fiduciosa relazione con i membri della comunità, specialmente gli educatori. Con una progressione adatta ai vari livelli, il candidato dovrebbe avere una più chiara idea di come importante, anzi necessario, sia il nostro carisma per la vita personale. Per fare così, il candidato dovrebbe imparare dall'esempio di quei secolari esperti che stanno vivendo la spiritualità Carmelitana e la stanno condividendo con quelli in formazione, ed imparare anche dai documenti importanti della nostra famiglia: le Costituzioni e gli scritti dei nostri Santi.

La Comunità
24. La comunità secolare del Carmelo è una associazione di fedeli di Cristo, ispirata dalla chiesa primitiva che aveva “un cuore e un'anima sola” (Atti 4, 32). I suoi membri sono animati dalla spiritualità dei Carmelitani Scalzi.
25. La comunità secolare esprime il mistero della Chiesa-Comunione. Veramente sorge dalla comunione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo dal quale è nutrita; prende parte alla missione della chiesa chiamando la gente a questa comunione. (LG 1,19).
26. La vita di fraternità si è ispirata inizialmente alla regola “primitiva” dei Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo dettata da Sant'Alberto, patriarca di Gerusalemme e confermato da Innocenzo IV. Fedeli all'insegnamento della nostra Santa Madre Teresa, i membri sono coscienti che il loro impegno non può essere svolto da uno solo; la loro vita di fraternità è un luogo privilegiato dove essi crescono, si formano e maturano.
27. È Cristo nel suo mistero Pasquale che è modello e sostenitore della vita di fraternità. Questa vita fraterna costituisce un modo evangelico di conversione che richiede il coraggio dell'auto-rinuncia per accettare ed accogliere l'altro entro la comunità. Questa rinuncia diventa un modo di vita, per vivere come fece Gesù.
28. A causa di questa identità della Comunità Carmelitana dell'Ordine Secolare, essa è il luogo appropriato per la formazione del candidato che cerca l'ammissione. La comunità dovrebbe dare il buon esempio di come vivere la vita Carmelitana Secolare, anche se non raggiunge l'ideale. Solo in via eccezionale, in situazioni straordinarie, un candidato può entrare nell'Ordine come un membro isolato. La comunità dell'ordine secolare nel suo insieme, e ciascuno dei suoi membri, hanno una responsabilità formativa, da adempiersi nel modo stabilito in cooperazione con il Direttore di formazione e il Consiglio.

29. Il Consiglio della Comunità avrà cura speciale nel selezionare secolari adatti al gruppo dei formatori, persone di preghiera e di cultura, di mente aperta desiderosi di condividere la loro esperienza Carmelitana con i candidati. A patto che i formatori concordino nei loro obbiettivi e metodi, più saranno qualificati e perfino diversi, più l'educazione del candidati avrà più successo. Un importante ruolo formativo è esercitato nella comunità da membri anziani, malati o diversamente abili, che nel loro regolare contatto con i candidati, dovrebbero essere un ottimo esempio in ragione della loro esperienza.


Il Presidente della Comunità


30. Primo tra fratelli e sorelle, il presidente insieme con il Consiglio, dirige la comunità con spirito di fede ed è ascoltato con lo stesso spirito in atmosfera di dialogo. Nell'esercitare il servizio dell’autorità, il presidente non deve mancare nell'usarla, ma il suo ruolo dovrebbe essere più di servizio che di controllo. Sia il rafforzamento della comunione in spirito di carità la sua principale preoccupazione!

31. È compito del presidente osservare che il gruppo del Consiglio rediga un programma adeguato, e guidare la sua attuazione. Il presidente si adopera affinché il Consiglio si incontri per rivedere il programma e considerare cambiamenti. Tutto ciò dovrebbe essere fatto con prudente riguardo per la competenza e l'autonomia del Responsabile e dei collaboratori.


Il Responsabile della Formazione
32. Al Carmelitano secolare che è direttamente incaricato della formazione viene dato il titolo di Responsabile. Il maestro dovrebbe essere persona di fede matura e molto versato nella vita Carmelitana. Così come veramente dovrebbe essere ogni secolare che ha responsabilità dei candidati durante ogni stadio della formazione.

33. Tutto ciò che è qui ricordato si rivolge ad ogni membro del gruppo dei formatori; si occupa dei punti essenziali validi ad ogni stadio della formazione. A tempo debito, menzione sarà fatta delle caratteristiche che sono proprie di ogni stadio.

34. Il principale compito del Responsabile della formazione è accompagnare, seguendo da vicino il progresso di ogni candidato. Vicino al candidato, il Responsabile è il principale collaboratore al processo di formazione. Il Responsabile è in una posizione privilegiata, per la quale la grazia non mancherà. Per questa ragione il Responsabile considererà se stesso un umile discepolo e un servo del vero Responsabile della formazione, Gesù Cristo. Allo stesso tempo il Responsabile è consapevole che lui o lei sta compiendo un importante ruolo di mediazione tra il candidato da una parte e la Chiesa e l'Ordine dall'altra. Il Consiglio della comunità nominerà uno o più assistenti per aiutare nel preciso lavoro di formazione. Essi formeranno con il Responsabile un piccolo gruppo che dovrebbe lavorare insieme in armonia.

35. Il Consiglio mantiene la sua responsabilità e competenza per quelle materie esposte nelle Costituzioni riguardanti l’idoneità dei candidati e la decisione per l'ammissione alla formazione, alle prime promesse, alle promesse finali e ai voti.

Riguardo speciale sarà dato al giudizio del Responsabile della formazione e dei suoi assistenti a motivo della loro posizione nel lavoro di formazione.



36. Una proposta metodologica
L’incontro di formazione comincia e finisce con la preghiera
  • Lodi del mattino e Vespri della sera con tempo dato per preghiera silenziosa
  • Discussioni e letture
  • Punti per riflessione
  • Punti di studio e di discussione
  • Visione di film e programmi audio-video
  • Ritiri, esperienze di deserto

37. Risorse basilari per un programma di formazione

Le sacre scritture

  1. La Liturgia delle Ore
  2. Catechismo della Chiesa Cattolica
  3. Costituzione Dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium
  4. Costituzione Dogmatica sulla Rivelazione Divina Dei Verbum
  5. Costituzione Dogmatica della Liturgia Sacrosanctum Concilium
  6. Decreto sull'apostolato dei Laici Apostolicam Actuositatem
  7. Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica sulla Vocazione e Missione dei Fedeli Laici nella Chiesa e nel Mondo Christifideles Laici
  8. Papa Paolo VI, Marialis Cultus
  9. Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica sulla Beata Vergine Maria Redemptoris Mater
  10. Istruzioni Generali sulla Liturgia delle Ore
  11. La regola di Sant'Alberto
  12. Le Costituzioni OCDS
  13. Gli Statuti Provinciali
  14. Le Opere di Santa Teresa di Gesù
  15. Le Opere di San Giovanni della Croce
  16. Le Opere di Santa Teresa del Bambino Gesù
  17. Le Opere di Edith Stein
  18. Le Opere della Beata Elisabetta della Trinità

In aggiunta a quanto sopra elencato sarà necessario che ogni regione possa ampliare le risorse con quanto ciò che è disponibile nella regione e nelle lingue locali

 

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