mercoledì 25 dicembre 2013

Papa: in un inedito racconta quando la nonna dava fastidio al regime

di Salvatore Izzo

L'Osservatore Romano pubblica oggi un inedito di Jorge Mario Bergoglio, scritto in onore del sacerdote salesiano (amico della sua famiglia) Enrique Pozzoli, dal quale ha ricevuto il battesimo il 25 dicembre del 1936. Dal testo emergono alcuni particolari su Nonna Rosa, la mamma del padre di Papa Francesco, che ebbe grande influsso sulla sua vocazione. Il 25 gennaio 1929, Mario Bergoglio e i suoi genitori, si legge nello scritto inedito, "arrivarono sul Giulio Cesare, ma avrebbero dovuto viaggiare su una traversata precedente: con il Principessa Mafalda, che colo' a picco"."Lei - scrive Jorge Mario Bergoglio al salesiano che gli aveva chiesto un ricordo di don Pozzoli - non immagina quante volte ho ringraziato la divina Provvidenza! Papa' lavorava nella Banca d'Italia a Torino e Asti. La nonna, dona Rosa Margarita Vasallo de Bergoglio (la donna che ha avuto il maggiore influsso nella mia vita) lavorava nella nascente Azione Cattolica: teneva conferenze dappertutto (sino a poco tempo fa ne avevo una, pubblicata su un volantino, che aveva tenuto a S. Severo di Asti sul tema: 'San Giuseppe nella vita della nubile, della vedova e della sposa')". "Sembra - rivela nel testo il futuro Papa Francesco - che mia nonna dicesse cose che non piacevano alla politica di allora".

Siamo nel primo decennio dell'era fascista, e l'azione delle camice nere e' particolarmente pervasiva, tanto che ne fa le spese anche nonna Rosa. "Una volta - racconta Bergoglio nel suo scritto su don Pozzoli - le chiusero la sala dove doveva parlare, e allora lo fece per strada, salita su un tavolo. Conosceva il Beato Pier Giorgio Frassati, e lavorava insieme alla professoressa Prospera Gianasso (che ha avuto abbastanza influenza nella Azione Cattolica Italiana)". "Ma non credo - nota Bergoglio - che la situazione politica sia stata il motivo dell'emigrazione in Argentina (nemmeno ha dovuto prendere olio di ricino). Un fratello di mio nonno era gia' radicato a Parana' e l'impresa gli andava bene. Vennero per aggiungersi a questa impresa di pavimentazione, azienda familiare dove lavoravano 4 dei 5 maschi Bergoglio. Papa' era figlio unico e inizio' a lavorarvi come contabile, muovendosi a Parana', Santa Fe e Buenos Aires".

Papa: cosi' il prete amico di famiglia mi aiutò a convincerere i miei
"Era il 12 dicembre 1955. Papa' e mamma festeggiavano 20 anni di matrimonio. La festa consistette in una Messa, solo i miei genitori e i cinque figli, nella parrocchia San Jose' di Flores. Il celebrante sarebbe stato padre Pozzoli. Finita la Messa, papa' invita a colazione nella pasticceria 'La Perla de Flores' a mezzo isolato dalla basilica. Papa' pensava che non avrebbe accettato ma padre Pozzoli, che sapeva di cosa si sarebbe parlato, accetto' senza esitare.
A meta' della colazione si pone la questione". Cosi' il futuro Papa Francesco racconta - in un testo inedito pubblicato oggi dall'Osservatore Romano - un episodio singolare della sua giovinezza: quella volta che chiese aiuto ad un salesiano amico di famiglia per convincere i suoi a lasciarlo andare in seminario.

Siamo nel 1955, "ricordo ancora la scena", esordisce l'allora religioso gesuita. E "Padre Pozzoli e' intervenuto in modo decisivo con la storia della mia vocazione". Infatti "a casa non sono convinti: erano cattolici praticanti ma preferivano che aspettassi alcuni anni, studiando all'universita'. Poiche' capivo su chi sarebbe finito il conflitto, andai da padre Pozzoli (il salesiano amico di famiglia, che aveva battezzato Jorge Mario il 25 dicembre 1936, ndr.) e gli raccontai tutto. Esamino' la mia vocazione. Mi disse di pregare e di lasciare tutto nelle mani di Dio. Naturalmente in casa nasce l'idea: perche’ non sentiamo padre Pozzoli? E io con la miglior faccia del mondo, dissi di si'", confessa il futuro Papa Francesco nella memoria sul religioso italo-argentono Pozzoli conservata nell'archivio salesiano di Buenos Aires.
Nella conversazione in pasticceria, padre Pozzoli "dice che l’Universita’ va bene, ma che le cose vanno prese quando Dio vuole che si prendano. E comincia a raccontare storie diverse di vocazioni senza prendere partito e alla fine racconta la sua vocazione". "Naturalmente - rivela l'allora padre Bergoglio - non fini’ dicendo che mi lasciassero andare in Seminario ne' esigendo da loro una decisione".

Ed ecco il seguito del racconto del futuro Pontefice: "Sono entrato nel Seminario nel 1956. Nell'agosto del 1957 mi viene la polmonite. Sto per morire. Poi mi operano al polmone. Padre Pozzoli mi visita durante la malattia. Durante il secondo anno di Seminario, avevo maturato la vocazione religiosa". Cosi', "una volta guarito, in novembre, non torno piu' in Seminario e voglio entrare nella Compagnia. Ne parlo con padre Pozzoli, che esamina la vocazione e da' il via libera". (AGI)

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