
La Francia dell’Ottocento è il primo paese d’Europa nel quale cominciò a
diffondersi la convinzione di poter fare a meno di Dio, di poter vivere come se
egli non esistesse. Proprio nel paese d’Oltralpe, tuttavia, alcune figure di
santi, come Teresa di Lisieux, ricordarono che il senso della vita è proprio quello
di conoscere e amare Dio. Teresa nacque nel 1873 in un ambiente profondamente
credente. Di recente anche i suoi genitori sono stati dichiarati beati. La
madre, che dirigeva le celebri merlettaie di Alençon, muore quando Teresa ha
solo quattro anni. Il triste avvenimento non abbatte però il suo carattere
intraprendente e la sua saldissima fede, come testimoniato da un famoso
avvenimento: si arrampica a Milano sul Duomo fino alla Madonnina, a Pisa sulla
Torre, e a Roma si spinge anche nei posti proibiti del Colosseo. La
quattordicenne Teresa Martin è la figura più attraente del pellegrinaggio
francese, giunto in Roma a fine 1887 per il giubileo sacerdotale di Leone XIII.
Ma, nell’udienza pontificia a tutto il gruppo, sbigottisce i prelati chiedendo
direttamente al Papa di poter entrare in monastero subito, prima dei 18 anni.
Cauta è la risposta di Leone XIII; ma dopo quattro mesi Teresa entra nel
Carmelo di Lisieux, dove l’hanno preceduta due sue sorelle. In monastero ha
preso il nome di suor Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, ma non trova
l’isola di santità che s’aspettava. Tutto puntuale, tutto in ordine. Ma è
scadente la sostanza. La superiora non la capisce, qualcuna la maltratta. Lo
spirito che lei cercava, proprio non c’è, ma, invece di piangerne l’assenza,
Teresa lo fa nascere dentro di sé. E in sé compie la riforma del monastero.
Trasforma in stimoli di santificazione maltrattamenti, mediocrità, storture,
restituendo gioia in cambio delle offese.
E’ una mistica che rifiuta il pio isolamento. Dopodiché, nel 1897 lei è già
morta, dopo meno di un decennio di vita religiosa oscurissima. Ma è da morta
che diviene protagonista, apostola, missionaria. Sua sorella Paolina (suor
Agnese nel Carmelo) le ha chiesto di raccontare le sue esperienze spirituali,
che escono in volume col titolo Storia di un’anima nel 1898. Così la voce di
questa carmelitana morta percorre la Francia e il mondo, colpisce gli
intellettuali, suscita anche emozioni e tenerezze popolari che Pio XI corregge
raccomandando al vescovo di Bayeux: “Dite e fate dire che si è resa un
po’ troppo insipida la spiritualità di Teresa. Com’è maschia e virile, invece!
Santa Teresa di Gesù Bambino, di cui tutta la dottrina predica la rinuncia, è
un grand’uomo”. Ed è lui che la canonizza nel 1925. Non solo. Nel
1929, mentre in URSS trionfa Stalin, Pio XI già crea il Collegio Russicum, allo
scopo di formare sacerdoti per l’apostolato in Russia, quando le cose
cambieranno. Già allora. E come patrona di questa sfida designa appunto lei,
suor Teresa di Gesù Bambino.
Riccardo Maria Formicola
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