venerdì 17 gennaio 2014

Meditazione 17 gen.

 
Figlio, ti sono perdonati i peccati
Mettendo a confronto Antico e Nuovo Testamento, appare con tutta evidenza la straordinaria novità di Cristo Gesù in ogni cosa. È come se Gesù desse alla creazione del Padre suo nuova forma, nuova vita, nuova esistenza, nuovo essere, nuova modalità, nuova ritualità. Tutto diviene nuovo con Gesù Signore. Gesù lavora solo con otri nuovi, vino nuovo. Otri vecchi e vino vecchio non sono per Lui. Isaia si proclama peccatore. Il Signore lo purifica con il fuoco del suo altare. È come se lo bruciasse dentro e fuori per renderlo totalmente nuovo. Nuovo uomo dalla nuova parola.

Nell’anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali: con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. Proclamavano l’uno all’altro, dicendo: «Santo, santo, santo il Signore degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria». Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi: «Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti». Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse: «Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato». Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!». Egli disse: «Va’ e riferisci a questo popolo: “Ascoltate pure, ma non comprenderete, osservate pure, ma non conoscerete” (Is 6,1-9). 

Gesù non ha bisogno del fuoco dell’altare del Signore per purificare un uomo, né tanto meno di un serafino per bruciare le labbra impure o il corpo inquinato di peccato. A Lui basta solo una parola: “Ti sono perdonati i peccati”. L’uomo con Lui ritorna nell’innocenza, nella purezza del cuore e della mente. Tutto il corpo si ricolma di libertà da ogni male. Dinanzi ad un miracolo così grande, che supera lo stesso miracolo della creazione del cielo e della terra, l’uomo cattivo si appella alla sua vecchia ritualità, al vecchio modo di espiare i peccati. Non comprende che Dio ha mandato Gesù per fare nuova la sua religione, per liberarla da quel culto pesante opprimente e ingombrante che spesso allontana da Dio, anziché avvicinarlo. Non solo non comprende, vorrebbe anche impedire che il nuovo abolisse il vecchio. Questo ragionamento è solo del peccatore. Chi è libero dal peccato è sempre nuovo nei pensieri e nel cuore, sempre sa accogliere la novità che Dio crea per lui, anzi lui stesso chiede di essere fatto nuovo dal suo Dio. Chi è libero dal peccato, cammina di novità in novità. 

Entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

Gesù mai si lascia inquinare la mente dalle parole cattive del cuore di peccato. Con divina saggezza smaschera la loro malvagità e attesta la verità del suo essere da Dio con opere evidenti, eclatanti che solo Dio può fare. Così tutti i “brontoloni e i mormoratori” di turno vengono ridotti al silenzio. Dinanzi alla guarigione del paralitico, tutti rimangono senza parola. La meraviglia è grande. Da ogni bocca si innalza un inno di lode per il Signore. Mai essi avevano visto nulla si simile. La novità è grande. 

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci operatori di cose nuove.
 Costantino Di Bruno

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