lunedì 13 gennaio 2014

Meditazione del 13 gennaio 2014



13 GENNAIO (Mc 1,14-20)

Comprenderemo bene ciò che Marco pone all’inizio del suo Libro - Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio – se ci lasciamo per un attimo aiutare dall’Apostolo Giovanni, che così parla di sé e del suo annunzio. 

Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi –, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena (1Gv 1,1-4). 

Marco ci insegna fin da subito che la Parola di Cristo Gesù è Parola di Dio, la Buona Novella che Gesù proclama non viene da un cuore di uomo, proviene dal cuore di Dio. Lui parla del Padre perché il Padre sempre ascolta, vede, contempla, nel Padre dimora ed abita. Gesù è perennemente nel seno del Padre, perché Lui è dal seno del Padre. Questa abitazione è essenza di Gesù Signore ed è da questa sua verità che sempre parla del Padre, come lo stesso Apostolo Giovanni ci conferma nel suo Vangelo. 

Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me» (Gv 12,44-50). 

Alla Chiesa è chiesto di predicare il Vangelo di Cristo Signore. Potrà vivere questa sua missione se imiterà il suo Maestro e Signore. Come Gesù proclama il Vangelo del Padre, perché proviene dal seno del Padre e nel seno del Padre perennemente abita, dimora, risiede. La sua casa è il seno del padre, non il mondo, non il cuore degli uomini. Così deve essere per la Chiesa. Essa potrà predicare il Vangelo di Cristo Signore, se è perennemente dal cuore di Cristo e dimora nel cuore di Cristo. 

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Provenendo dal cuore di Cristo e dimorante nel cuore di Cristo, la Chiesa, anche lei, sarà dal cuore del Padre, dimorerà nel suo seno, potrà predicare all’uomo il vero Vangelo della salvezza. Non si tratta allora di aprire a questa o a quell’altra condizione della vita umana, si tratta di illuminare ogni condizione della nostra terrena esistenza sempre con la luce radiosa che discende da Dio, dal suo cuore, che ama tanto gli uomini da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui, non muoia, ma abbia la vita nel suo nome. O la Chiesa è perennemente dal cuore di Cristo, o la sua missione sarà sempre fallimentare, perché non sarà mai missione cristica, missione divina. È facile trasformare la missione divina in missione antropologica, di accondiscendenza, di giustificazione di questa o quell’altra condizione umana. Difficile è dare ad ogni condizione il Vangelo della vita, la Buona Novella della salvezza, della redenzione, della luce e della grazia che rinnova mente e cuore e trasporta l’uomo nelle sfere celesti, lo innalza fino a Dio, ne fa un vero suo figlio.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci dal cuore di Gesù.

Costantino Di Bruno

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