di P. Fabio Pistillo ocd
Qui di seguito riportiamo il testo tradotto dell'omelia e il testo originale:
Dobbiamo aggiungere due rilievi che ci sembrano importanti. Il primo è
quello che osserva come Santa Teresa d’Avila sia la prima donna a cui
la Chiesa conferisce questo titolo di Dottore; e questo fatto non è
senza il ricordo della severa parola di San Paolo: Mulieres in Ecclesiis
taceant (1 Cor. 14, 34): il che vuol dire, ancora oggi, come la donna
non sia destinata ad avere nella Chiesa funzioni gerarchiche di
magistero e di ministero. Sarebbe ora violato il precetto apostolico?
Possiamo rispondere con chiarezza: no.
In realtà, non si tratta di un titolo che comporti funzioni gerarchiche
di magistero, ma in pari tempo dobbiamo rilevare che ciò non significa
in nessun modo una minore stima della sublime missione che la donna ha
in mezzo al Popolo di Dio.
Al contrario, la donna, entrando a far
parte della Chiesa con il Battesimo, partecipa del sacerdozio comune dei
fedeli, che la abilita e le fa obbligo di «professare dinanzi agli
uomini la fede ricevuta da Dio per mezzo della Chiesa» (Lumen gentium,
c. 2, 11). E in tale professione di fede tante donne sono arrivate alle
cime più elevate, fino al punto che la loro parola e i loro scritti
sono stati luce e guida dei loro fratelli. Luce alimentata ogni giorno
nel contatto intimo con Dio, anche nelle forme più nobili dell’orazione
mistica, per la quale San Francesco di Sales non esita a dire che
posseggono una speciale capacità. Luce fatta vita in maniera sublime per
il bene e il servizio degli uomini.
Per questo il Concilio ha voluto
riconoscere l’alta collaborazione con la grazia divina che le donne sono
chiamate ad esercitare, per instaurare il Regno di Dio sulla terra, e
nell’esaltare la grandezza della loro missione, non dubita di invitarle
egualmente a cooperare «perché l’umanità non decada», per «riconciliare
gli uomini con la vita», «per salvare la pace nel mondo» (VAT. II,
Messaggio alle donne).
AL DI SOPRA DI OGNI OSTACOLO: SENTIRE CON LA CHIESA
In secondo luogo, non vogliamo
tralasciare il fatto che Santa Teresa era spagnola e a buon diritto la
Spagna la considera una delle sue glorie più grandi. Nella sua
personalità si apprezzano le caratteristiche della sua patria: la
robustezza di spirito, la profondità dei sentimenti, la sincerità di
cuore, l’amore alla Chiesa. La sua figura si colloca in un’epoca
gloriosa di santi e di maestri che distinguono il loro tempo con lo
sviluppo della spiritualità. Li ascolta con l’umiltà della discepola,
mentre allo stesso tempo sa giudicarli con la perspicacia di una grande
maestra di vita spirituale, e come tale questi la considerano.
D’altra parte, dentro e fuori delle
frontiere patrie, si agitava violenta la tempesta della Riforma,
opponendo tra di loro i figli della Chiesa. Ella per il suo amore alla
verità e la sua intimità con il Maestro, ebbe ad affrontare amarezze e
incomprensioni di ogni sorta e non sapeva dar pace al suo spirito
dinanzi alla rottura dell’unità: «Ho sofferto molto - scrive - e come se
io potessi qualcosa o fossi qualcosa piangevo con il Signore e lo
supplicavo di rimediare tanto male» (Camino de perfección, c. 1, n. 2;
BAC, 1962, 185).
Questo suo sentire con la Chiesa,
provato nel dolore alla vista della dispersione delle forze, la condusse
a reagire con tutto il suo forte spirito castigliano nell’ansia di
edificare il regno di Dio; decise di penetrare nel mondo che la
circondava con una visione riformatrice per imprimergli un senso,
un’armonia, un’anima cristiana. A distanza di cinque secoli, Santa
Teresa di Avila continua a lasciare le orme della sua missione
spirituale, della nobiltà del suo cuore assetato di cattolicità, del suo
amore spoglio di ogni affetto terreno per potersi dare totalmente alla
Chiesa. Prima del suo ultimo respiro, ella poté ben dire, come riepilogo
della sua vita: «Finalmente, sono figlia della Chiesa!».
In questa espressione, gradito presagio
della gloria dei beati per Teresa di Gesù, vogliamo vedere l’eredità
spirituale legata a tutta la Spagna. Vogliamo anche vedere un invito a
tutti noi a farci eco della sua voce, a trasformarla in programma della
nostra vita per poter ripetere con lei: siamo figli della Chiesa.
Con la Nostra Apostolica Benedizione.
Testo spagnolo:
Debemos añadir dos observaciones que Nos
parecen importantes. En primer lugar hay que notar que Santa Teresa de
Avila es la primera mujer a quien la Iglesia confiere el título de
Doctora; y esto no sin recordar las severas palabras de San Pablo: «La
mujeres cállense en las Iglesias» (1 Cor. 14. 34); lo cual quiere decir
todavía hoy que la mujer no está destinada a tener en la Iglesia
funciones jerárquicas de magisterio y de ministerio. ¿Se habrá violado
entonces el precepto apostólico?
Podemos responder con claridad: no.
Realmente no se trata de un título que comparte funciones jerárquicas de
magisterio, pero a la vez debemos sefialar que este hecho no supone en
ningun modo un menosprecio de la sublime misión de la mujer en el seno
del Pueblo de Dios.
Por el contrario ella, al ser
incorporada a la Iglesia por el Bautismo, participa de ese sacerdocio
común de los fieles, que la capacita y la obliga a «confesar delante de
los hombres la fe que recibió de Dios mediante la Iglesia» (Lumen gentium,
c. 2, 11). Y en esa confesión de la fe tantas mujeres han llegado a las
cimas más elevadas, hasta el punto de que su palabra y sus escritos han
sido luz y guía de sus hermanos. Luz alimentada cada día en el contacto
íntimo con Dios, aún en las formas más elevadas de la oración mística,
para la cual San Francisco de Sales llega a decir que poseen una
especial capacidad. Luz hecha vida de manera sublime para el bien y el
servicio de los hombres.
Por eso el Concilio ha querido reconocer
la preciosa colaboración con la gracia divina que las mujeres están
llamadas a ejercer, para instaurar el reino de Dios en la tierra, y al
exaltar la grandeza de su misión, no duda en invitarlas igualmente a
ayudar «a que la humanidad no decaiga», a «reconciliar a los hombres con
la vida», «a salvar la paz del mundo» (VAT. II, Mensaje a las Mujeres).
En segundo lugar, no queremos pasar por
alto el hecho de que Santa Teresa era española, y con razón España la
considera una de sus grandes glorias. En su personalidad se aprecian los
rasgos de su patria: la reciedumbre de espíritu, la profundidad de
sentimientos, la sinceridad de alma, el amor a la Iglesia. Su figura se
acentra en una época gloriosa de santos y de maestros que marcan su
siglo con el florecimiento de la espiritualidad. Los escucha con la
humildad de la discípula, a la vez que sabe juzgarlos con la perspicacia
de una gran maestra de vida espiritual, y como tal la consideran ellos.
Por otra parte, dentro y fuera de las
fronteras patrias, se agitaban violentos los aires de la Reforma,
enfrentando entre sí a los hijos de la Iglesia. Ella por su amor a la
verdad y por el trato íntimo con el Maestro, hubo de afrontar sinsabores
e incomprensiones de toda índole y no sabía cómo dar paz a su espíritu
ante la rotura de la unidad: «Fatiguéme mucho - escribe - y como si yo
pudiera algo o fuera algo lloraba con el Señor y le suplicaba remediase
tanto mal» (Camino de perfección, c. 1, n. 2; BAC, 1962, 185).
Este su sentir con la Iglesia, probado
en dolor que dispersaba fuerzas, la llevó a reaccionar con toda la
entereza de su espíritu castellano en un afán de edificar el reino de
Dios; ella decidió penetrar en el mundo que la rodeaba con una visión
reformadora para darle un sentido, una armonía, una alma cristiana.
A distancia de cinco siglos, Santa
Teresa de Avila sigue marcando las huellas de su misión espiritual, de
la nobleza de su corazón sediento de catolicidad, de su amor despojado
de todo apego terreno para entregarse totalmente a la Iglesia. Bien pudo
decir, antes de su último suspiro, como resumen de su vida: «En fin,
soy hija de la Iglesia».
En esta expresión, presagio y gusto ya
de la gloria de los bienaventurados para Teresa de Jesús, queremos
adivinar la herencia espiritual por ella legada a España entera. Debemos
ver asimismo una llamada dirigida a todos a hacernos eco de su voz,
convirtiéndola en lema de nuestra vida para poder repetir con ella:
iSomos hijos de la Iglesia!
Con Nuestra Bendición Apostólica.
da | carmeloveneto.it
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