giovedì 19 febbraio 2015

Lectio: Venerdì, 20 Febbraio, 2015

 

Tempo di Quaresima

1) Preghiera

Accompagna con la tua benevolenza,
Padre misericordioso,
i primi passi del nostro cammino penitenziale,
perché all’osservanza esteriore
corrisponda un profondo rinnovamento dello spirito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

2) Lettura del Vangelo

Dal Vangelo secondo Matteo 9,14-15
In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva del lago, nella regione dei Gadareni, gli si accostarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: “Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?”.
E Gesù disse loro: “Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno”.

3) Riflessione

• Il vangelo di oggi è una versione abbreviata del vangelo che abbiamo già meditato a Gennaio, quando ci venne proposto lo stesso tema del digiuno (Mc 2,18-22), ma con una piccola differenza. La liturgia di oggi omette tutto il discorso sul rammendo nuovo su un panno vecchio e del vino nuovo in un vecchio otre (Mt 9,16-17), e concentra la sua attenzione sul digiuno.
• Gesù non insiste nella pratica del digiuno. Il digiuno è un’usanza molto antica, praticata in quasi tutte le religioni. Gesù stesso la praticò per quaranta giorni (Mt 4,2). Ma lui non insiste con i discepoli per fare lo stesso. Li lascia liberi. Per questo, i discepoli di Giovanni Battista e dei farisei, che erano obbligati a digiunare, vogliono sapere perché Gesù non insiste nel digiuno.
• In quanto allo sposo, sta con loro e quindi non hanno bisogno di digiunare. Gesù risponde con un paragone. Quando lo sposo sta con gli amici dello sposo, cioè, durante la festa delle nozze, loro non hanno bisogno di digiunare. Gesù si considera lo sposo. I discepoli sono gli amici dello sposo. Durante il tempo in cui lui, Gesù, sta con i discepoli, è la festa delle nozze. Verrà un giorno in cui lo sposo non ci sarà più. Allora, possono digiunare se così vogliono. In questa frase Gesù allude alla sua morte. Sa e si rende conto che se continua lungo questo cammino di libertà, le autorità religiose vorranno ucciderlo.
• Il digiuno e l’astinenza della carne sono pratiche universali e ben attuali. I mussulmani hanno il digiuno del Ramadan, durante il quale non mangiano, né bevono, fino allo spuntar del sole. Sempre di più, e per diversi motivi, le persone si impongono qualche forma di digiuno. Il digiuno è un mezzo importante per controllarsi, e dominarsi, ed esiste in quasi tutte le religioni. E’ anche apprezzato dagli sportivi.
• La Bibbia fa molto riferimento al digiuno. Era una forma di penitenza per giungere alla conversione. Mediante la pratica del digiuno, i cristiani imitavano Gesù che digiunò quaranta giorni. Il digiuno tende a raggiungere la libertà di mente, il controllo di sé, una visione critica della realtà. E’ uno strumento per mantenere libera la mente e per non lasciarsi trasportare da qualsiasi vento. Grazie al digiuno, aumenta la chiarezza di mente. Ed è un mezzo che aiuta a curare meglio la salute. Il digiuno può essere una forma di identificazione con i poveri che sono obbligati al digiuno tutto l’anno e raramente mangiano la carne. Ci sono anche coloro che digiunano per protestare.
• Anche se oggi il digiuno e l’astinenza non si fanno più, l’obiettivo alla base di questa pratica continua inalterato ed è una forza che deve animare la nostra vita: partecipare alla passione, morte e risurrezione di Gesù. Dare la propria vita per poterla possedere in Dio. Prendere coscienza del fatto che l’impegno con il Vangelo è un viaggio senza ritorno, che esige perdere la vita per poterla possedere e ritrovare tutto in piena libertà.

4) Per un confronto personale

• Qual è la forma di digiuno che pratichi? E se non ne pratichi nessuna, qual è la forma che potresti praticare?
• Il digiuno, come può aiutarmi a prepararmi meglio per la festa della pasqua?

5) Preghiera finale

Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato. (Sal 50)

da | O.carm

Nessun commento:

Posta un commento