mercoledì 24 dicembre 2014

Edith Stein: Dottrina ed esperienza mistica

7 - Dottrina ed esperienza mistica
Il Carmelo di Colonia, dove Edith Stein fece il suo ingresso il 14 ottobre 1933
Col crescere delle violenze della persecuzione nazista, come abbiamo visto, Edith Stein aveva lasciato il Carmelo di Colonia in Germania e si era rifugiata in Olanda, nel Carmelo di Echt. Lo aveva fatto con sofferenza raccolta, profondamente tranquilla perché unificata in se stessa e abbandonata a Dio. Era cosciente che anche quello era un passo del suo cammino verso l'Essere eterno.
Come all'epoca di Speyer si era messa alla scuola di san Tommaso, attingendo alla luce solare della Scolastica, ora la filosofa Edith, per obbedienza alla sua priora, si dedicava allo studio della dottrina mistica di san Giovanni della Croce, il dottore della "notte oscura" e del "nulla".
Ne nacque in primo luogo lo studio: "Vie alla conoscenza di Dio", e poi l'opera "Scientia Crucis". Allo studio di metafisica aveva dato come sottotitolo: "Salita verso il senso dell'essere". Ora giungeva, con "Scientia Crucis", sulla vetta del Carmelo, a gustare l'esperienza di Dio nell'oscurità della fede.
Ed era proprio la croce l'esperienza che stava vivendo sotto l'incalzare della minaccia nazista. Stese quindi la sua opera in fretta, presaga ormai della fine. E non potè porre la parola fine al volume, perché le SS naziste la strapparono dal Carmelo prima che fosse compiuta. Ma ciò che importa è che Edith continuò il suo cammino verso Dio.
Il commento alla dottrina di Giovanni della Croce, tracciato in "Scientia Crucis", lascia intravedere che Edith visse per esperienza quanto andava scrivendo. "Nelle angosce mortali della notte dello spirito, le imperfezioni dell'anima sono passate alla prova del fuoco, come il legno che nella fiamma viene essiccato da ogni traccia di umidità, per poi accendersi anch'esso dello splendore del fuoco. La fiamma che dapprima ha avvolto l'anima e poi l'ha incendiata è l'amore".
Essendo la "morte mistica" sulla propria croce il passaggio necessario verso la risurrezione, questo evento dello spirito si compirà partecipando alla crocifissione di Gesù, con una vita di rinuncia e di abbandono al dolore: "Quanto più perfetta sarà tale crocifissione, attiva o passiva, tanto più intensa ne risulterà la partecipazione alla vita divina".
In questo possono dirsi sintetizzati i motivi conduttori della "Scienza della Croce". Sono motivi che Edith visse con tutta la forza della sua personalità, in una apertura a Dio che al Carmelo, con l'oblazione della vita, crebbe di giorno in giorno.
"Quando potei rivederla da sola - lasciò scritto in una testimonianza dom Raphael Walzer, abate di Beuron, che era stato suo direttore spirituale - affermò che si sentiva a suo agio nel cuore e nello spirito, come a casa sua. Mi dette questa risposta con tutto lo slancio della sua natura infuocata. Devo dire che di fronte a lei non ero nemmeno tentato di invocare un prodigio della grazia. No, tutto sembrava perfettamente semplice e naturale, come la fioritura visibile della sua maturità spirituale. E' così che io penso anche al suo amore per la Croce e al suo desiderio di martirio: non come un atteggiamento cosciente del suo spirito, concretato da certe preghiere o da alcune aspirazioni ben definite, ma piuttosto come una disposizione profondamente radicata nel suo cuore di seguire il Signore ovunque. [...] La sua testimonianza dispensa forza e luce".

La stessa impressione ne ebbe il suo amico Dom Feuling, il quale testimoniò che "Edith nell'ambito religioso si era sviluppata. Lei che un tempo aveva lottato per la difesa dei valori spirituali in mezzo alla brillante cerchia dei suoi contemporanei, si trovava come nascosta, radicata profondamente in una vita che era conoscenza sperimentale della Verità. Aveva superato il piano delle dispute. Era passata al di là delle cose. Ormai guardava a partire dalla fede divina. Al di sopra del mondo umano della scienza filosofica e del sapere della teologia, ella era arrivata a quel grado di conoscenza sperimentale che si prova confusamente, collegata da S.Tommaso ai doni dello Spirito Santo".

da | moscati.it

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