giovedì 18 dicembre 2014

Edith Stein - Itinerario filosofico - religioso

Itinerario filosofico - religioso
L'accettazione serena e consapevole di una tale fine presuppone una maturazione umana e spirituale completa, il tranquillo possesso, alla maniera possibile ad un essere umano finito, di quella somma Verità e di quel sommo Amore che è l'Essere eterno in se stesso.
Edith Stein nel 1931,
due anni prima di entrare al
Carmelo di Colonia
A questo traguardo Edith era approdata passando attraverso una maturazione intellettuale e filosofica che si può considerare già compiuta quando lasciava il mondo per immergersi in Dio solo nella contemplazione, che è la vocazione monastica carmelitana.
Ciò che più colpisce in Edith Stein è la chiarezza del suo obiettivo, la continuità instancabile della ricerca con cui lo perseguì per tutta la vita. "La sete della verità - disse a proposito del tempo che precedette la conversione - era la mia sola preghiera". Questa ricerca, aprendosi all'Essere divino, diventerà ricerca di Dio, non del Dio delle astratte filosofie, ma del Dio personale, il Dio di Gesù Cristo.
Non fa meraviglia quindi che dalla fenomenologia la Stein sia approdata alla Scolastica e che in questa panoramica di luce totale sull'essere abbia potuto sentire l'esigenza di immergersi in una esperienza e in una dottrina di carattere mistico.
Negli anni trenta, esistevano vari circoli di pensatori neo-scolastici che trattavano frequentemente del rapporto tra filosofia e mistica, interessandosi soprattutto alle differenze fra le vie proposte da Tommaso d'Aquino e da Giovanni della Croce, per la vita spirituale.
Scrive Dubois: "Era l'epoca dei Congressi Tomisti, degli Studi Carmelitani, delle riunioni di Meudon, attorno a Jacques e Raissa Maritain. Testimoniano che in questo periodo del pensiero cristiano la vita di orazione e la ricerca della santità apparivano come forme dell'impegno del filosofo, nella realtà dell'esistenza".
A quell'epoca Edith aveva già maturato il superamento della posizione del suo maestro Husserl. I suoi interessi, quanto agli studi, gravitavano su San Tommaso e il suo spirito era orientato all'esperienza mistica carmelitana, eppure restava profondamente segnata dalla sua nascita alla filosofia nella scuola di Husserl.
Tutto l'orientamento del pensiero di Husserl attirava i discepoli. "Ogni coscienza è coscienza di qualche cosa. La parola d'ordine è ritornare alle cose e domandare loro ciò che dicono di se stesse, ottenendo così delle certezze che non risultano da teorie preconcette, da opinioni ricevute e non verificate. Erano prospettive attraenti. Formule come 'La verità è un assoluto', che Husserl aveva dato nella sua prima opera Indagini logiche erano una rottura con il relativismo" (Dumareau).
Edith Stein nel 1938, cinque anni dopo il suo ingresso al Carmelo di Colonia
Edith era entrata così in una cerchia di persone legate dalla passione per la verità e da autentici rapporti umani. Notevole la testimonianza di Hedwig Conrad Martius: "Nati dallo Spirito! Io voglio esprimere con queste parole che non si trattava soltanto di un comune metodo di pensiero e di ricerca. Questo metodo ha costituito e costituisce fra i discepoli di Husserl un legame per il quale io non trovo paragone migliore di quello di una nascita naturale in uno spirito comune. Fin da principio dovette esserci un grande segreto, nascosto nell'intenzione di questo nuovo orientamento filosofico, una nostalgia di ritorno all'oggettivo, alla santità dell'essere, alla purezza e castità delle cose".
Benché il soggettivismo non sia stato completamente superato neppure da Husserl, in realtà l'apertura all'oggetto, propria dell'intenzione originaria di questa scuola nella quale la Stein ha avuto la sua formazione filosofica, spingeva molti discepoli più avanti, sulla via dell'oggettività, verso l'essere stesso.
Ciò che attirò fortemente la Stein fu l'apertura diretta della coscienza all'essere del mondo. "E' attraverso questa realtà dell'essere del mondo che Dio ci parla. Egli è là, dietro, è lui solo Colui che è. Aprirsi alla voce del mondo che parla alla coscienza è aprirsi a Dio, è ascoltare Dio. Il cammino della contemplazione è molto vicino" (J. De Fabrègues).
L'atteggiamento critico di Edith nei riguardi dello sviluppo della dottrina di Husserl in quella linea che fu definita "idealismo trascendentale'', favorì il suo ingresso nella prospettiva della Scolastica. E l'incontro con l'Essere infinito fece crescere nel suo spirito il germe della contem-plazione.

Procedendo con il metodo fenomenologico, nella prospettiva iniziale dell'aderenza all'oggettività delle cose, Edith trattò, nella sua prima produzione scientifica, alcuni temi di carattere psicologico, comunitario, sociale. Secondo uno dei più robusti studiosi della Stein, Reuben Guilead, "c'è un problema sul quale è concentrato tutto il suo interesse filosofico: quello della persona umana. Non è per caso che i suoi primi scritti gravitano attorno a questioni di natura psichica, comunitaria e sociale. Ora la ricerca dell'essenza della persona umana è indissolubilmente legata a quella della dimensione spirituale. Così non ci sorprende che, fin dai primi scritti, Edith Stein ponga la questione di una ontologia dello spirito". ( 2-  continua )

da | moscati.it

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