martedì 20 maggio 2014

Commento su Atti 14,21b-22 "La speranza è qualcosa con le ali, che dimora nell'anima..."



Barnaba e Paolo (... ) ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché - dicevano - dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni».

Atti 14,21b-22
Come vivere questa Parola?

Barnaba e Paolo, come fiaccole ardenti, percorrono evangelizzando diverse città non certo dietro l'angolo di casa loro...

La loro opera si caratterizza in ordine a scelte e modalità che dicono l'impegno del discernimento in cui si rivela una saggezza umana e un coraggio soprannaturale.

Infatti non si accontentano, da buoni seminatori, di spargere il seme della Parola. Anche se i loro percorsi non erano, a quell'epoca, facili e gradevoli come belle passeggiate, Paolo e Barnaba ritornano sui loro passi. Tornano non solo a vedere se il seme della Parola accestisce e cresce, ma lo irrorano con nuovo ardore sia di predicazione che di attente strategie di comunione e tengono duro, senza scoraggiamenti e lagnanze.

Ecco: evangelizzare, oggi soprattutto, richiede che riviva in noi il loro coraggio e il loro ardimento nel perseverare.

Semmai, come purtroppo avviene, quando fa capolino l'erba amara della stanchezza e della delusione, lo strumento per estirparla è questo: credere con cuore sereno che la vita passa presto e con lei anche le tribolazioni passano, ma sopratutto quelle affrontate per Dio e per il suo Regno ci spalancheranno un futuro di gloria e di gioia senz'ombra.
Signore, rendimi lieto/a in un esercizio di perseveranza sorretto dalla virtù teologale della speranza.
La voce di una poetessa statunitense

La speranza è qualcosa con le ali, che dimora nell'anima e canta la melodia senza parole, e non si ferma mai.

Emily Elizabeth Dickinson

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