martedì 27 maggio 2014

Commento su Atti 16,25-26



Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli. D'improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti.
At 16,25-26

Come vivere questa Parola?

Siamo "verso mezzanotte", quando cioè si registra l'infittirsi delle tenebre, simbolo di negatività.

Ebbene, nell'ora più oscura della prova, Paolo e Sila imprigionati si rivolgono a Dio che subito risponde con il prodigio del terremoto e del concomitante infrangersi dei ceppi.

Ci si attenderebbe una fuga di massa. E invece nessuno si affretta ad abbandonare quel luogo di detenzione che pure è stato colpito nelle sue stesse fondamenta: non è quello il vero e più tremendo carcere che imprigiona e distrugge l'uomo.

Non i carcerati, ma il carceriere viene a prostrarsi in quella che si rivela una richiesta di grazia: è lui il vero prigioniero!

"Che cosa devo fare per essere salvato?", è la domanda che ne rivela, insieme a un'iniziale apertura, un'idea sfalsata di Dio e della salvezza: vuole essere salvato da una possibile ritorsione per aver infierito contro i suoi fedeli, e punta sul "fare" che gli garantirebbe l'incolumità. Due pecche rintracciabili anche tra credenti di ogni tempo.

Paolo raddrizza il tiro indicando in Cristo il volto di un Dio tutt'altro che giudice vendicativo, e nella fede, cioè nell'adesione a lui, l'unico mezzo per ottenere la salvezza.

Ciò che segue mette in risalto che credere in Gesù non è un etereo sentimento che sfuma nel disimpegno: le opere non sono il "prezzo" per comprare la salvezza, ma il "frutto" che ne rivela il conseguimento.

Nella "mezzanotte" dei nostri tempi, confermaci, Signore, nella certezza che tu non rimani sordo al nostro grido, che scuoterai, anzi stai già scuotendo le fondamenta delle carceri che noi stessi ci siamo costruite, e aiutaci a ritrovare nell'autenticità della fede la via della salvezza.

La voce di una testimone

Nulla ci turbi e sempre avanti con DIO. Forse non è facile, anzi può essere un'impresa titanica credere così. In molti sensi è un tale buio la fede, questa fede che è prima di tutto dono e grazia e benedizione... Annalena Tonelli

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