giovedì 29 maggio 2014

Commento su Atti 18,7 "Paolo se ne andò di là..."



Paolo se ne andò di là ed entrò nella casa di un tale, di nome Tizio Giusto, uno che venerava Dio, la cui abitazione era accanto alla sinagoga.
At 18,7

Come vivere questa Parola?

Paolo è a Corinto, ospite di due coniugi giudei, convertiti al cristianesimo, di cui condivide il mestiere. Il suo impegno principale è tuttavia la diffusione del vangelo, a cui si dedica rivolgendosi primariamente ai suoi antichi correligionari. La reazione negativa di questi lo porta a rivolgesi più apertamente ai pagani.

Il suo entrare nella casa di Tizio Giusto, proprio accanto alla sinagoga, è un gesto provocatorio: Paolo infrange così le più rigide prescrizioni ebraiche che ritenevano si contraesse impurità con il varcare le soglie di casa di un pagano. Dichiara in tal modo la sua completa adesione a Cristo e il conseguente rigetto di pratiche discriminanti che la croce del Risorto avevano ormai definitivamente abolito: non c'è più né Giudeo né Greco, né schiavo né libero, né uomo né donna scriverà alle comunità da lui fondate.

Come già la dispersione seguita alla persecuzione mossa contro i cristiani nella Giudea, anche questa nuova tempesta finisce col servire il progetto di Dio. La Parola si diffonde oltre i confini nazionali, oltre le limitazioni religiose.

La Chiesa nascente non esclude nessuno: lo stesso Crispo, capo della sinagoga, quindi membro rappresentativo del mondo religioso ebraico, si converte insieme a tutta la sua famiglia, ma neppure si lascia incapsulare in prescrizioni che elevano barriere di incomunicabilità: Cristo è morto per tutti e a tutti è ormai spalancata la porta della salvezza.

La chiusura, l'indurimento di alcuni, come scriverà Paolo stesso ai Romani, diviene occasione di abbattimento di frontiere così che la Parola prende a correre per il mondo, tutto vivificando con la sua azione.

Tutto concorre al bene, mi ricorda Paolo, sollecitandomi a guardare la storia con ottimismo. Il male c'è, ma non può frenare la travolgente e vittoriosa corsa delle redenzione in atto. Lo credo, Signore, anche nel disorientamento di oggi. Sì, tutto concorre al bene di chi, fidandosi di te e della tua Parola, affronta le varie vicissitudini senza temere il giudizio altrui, anzi diventando, a sua insaputa, elemento di giudizio che svela il senso profondo delle cose e spalanca su orizzonti di luce.

La voce del papa emerito

La perseveranza nel bene, anche se incompresa e contrastata, alla fine giunge sempre a un approdo di luce, di fecondità e di pace.
Benedetto XVI

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