domenica 11 maggio 2014

Una porta sempre aperta - don Luciano Sanvito



In un mondo che chiude sempre più le porte, anche la persona chiude se stessa, riducendo le proprie attitudini, chiudendosi in se stessa, morendo sempre più nelle proprie chiusure.

C'è l'urgenza di rivalutare questa "porta aperta" dove ognuno può "andare e venire", e "trovare pascolo" e fiducia nelle realtà del proprio e altrui mondo.

Questo scorrere dentro e fuori indica, attraverso l'immagine della "porta delle pecore", una vitalità sempre nuova e sempre più rinnovante.

Indica anche una nuova capacità per la persona: discernere chi e che cosa è bene e male per sè e per tutti.

Diventa un entrare e un uscire dal "gregge", sì, ma sempre attraverso il vaglio, il filtro e la garanzia della "porta", senza la quale ci sarebbe dispersione.
Invece, ecco la comunità umana, che si rende sempre più forte, coesa, sana, avveduta e aperta in se stessa e fuori da se stessa.

Rendere il mondo una comunità aperta è il compito di chi accoglie questa proposta di Verità, ricordando che questa missione nasce e rinasce sempre da un dono: quello della "porta" che porta dentro e fuori lo scambio della linfa vitale e comunicante la vita.

Dietro questa immagine c'è, al di là del senso dell'apertura e del farsi della comunità umana rivestita da uno Spirito nuovo, anche un'altra dimensione: quella della porta che scompare in se stessa, per far apparire il meglio di chi entra e di chi esce da essa.
L'aprirsi di questa "porta" è un farsi indietro, aprendosi all'altro, all'umano, per farlo scorrere nell'universo.
E' LA LOGICA DELLA VERITA', CHE APRENDOSI FA VIVERE L'UNIVERSALITA'

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