domenica 11 maggio 2014

Commento su Atti 2, 37-39 «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?»



"All'udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». E Pietro disse loro: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro»."

Atti 2, 37-39
Come vivere questa Parola?

Le parole di Pietro alla folla riescono a trafiggere il cuore di chi lo ascolta. Sono come una freccia appuntita che coglie nel segno perché sa bene dove mirare, perché lui per primo è stato colpito.

La sua è la sapienza che viene dall'esperienza: era stato all'inizio un ascoltatore un po' disattento dell'annuncio della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù. Poi un ascoltatore a cui non piaceva quello che sentiva e lo rifiutava. Infine un ascoltatore pentito nella cui memoria rimbombavano le parole del Maestro e mentre gli tornavano alla mente gli trafiggevano il cuore.

Pietro era stato cambiato dalla sofferenza di Gesù che "portò anche i suoi peccati nel suo corpo sul legno della croce e dalla cui piaghe era stato anche lui guarito", da quell'Amore che lo aveva guardato perdonandolo e recuperando lui, pecora perduta che non sapeva più come ritrovarsi e continuare a vivere.

Quando dunque Pietro parla sa quel che dice, le sue parole vibrano della certezza di chi "ci è passato" e ha finalmente compreso.

Ecco perché non solo insegna ma anche scongiura ed esorta. Solo chi ha conosciuto l'amore e ha imparato ad amare, chi si è sentito errante ed è stato ritrovato "dal pastore e guardiano della sua anima", riesce a trafiggere i cuori, a donare una sana inquietudine che però nelle stesso tempo ha anche il sapore della pace.

Pietro, come il suo Signore, non è un mercenario, parla apertamente, si è fatto pastore. Come Gesù non si è limitato a guidare le sue pecore ma con esse ha speso tutto il suo tempo, la sue energie, la sua vita. Sta con loro nel freddo dell'inverno e nella calura dell'estate perché nessuna si perda. Come Gesù era stato con lui, con i discepoli, con la gente, così ora è lui con gli altri.

Ecco perché riesce a trafiggere i cuori. Se così non fosse stato le sue parole sarebbero anche potute essere scritte, lette, trasmesse ma non avrebbero radunato le pecore intorno all'Unico eterno Pastore.
Allontanami Signore dall'illusione di poter toccare i cuori con le belle parole, con i sorrisi a 32 denti, con conferenze sapienti. Aiutami ad osservare innanzitutto il mio cuore per vedere se è trafitto dal tuo Amore e per amore, se è disponibile a sanguinare per dare verità a quanto esce dalla mia bocca. Se no, mio Dio, dammi la forza di tacere.
La voce di un sacerdote

"Il vangelo prima di predicarlo bisogna farlo passare attraverso la nostra povertà: allora la nostra voce avrà un tono diverso."

P. Mazzolari

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