giovedì 21 novembre 2013

All'udienza generale dedicata al perdono dei peccati la preghiera per la Sardegna colpita dall'alluvione

Le confessioni di un Pontefice

Sostegno spirituale e materiale alle comunità religiose di vita contemplativa

Anche il Papa si confessa. Ogni quindici giorni.  Lo fa perchè anche lui  «è un peccatore» e ha bisogno del perdono. Tutti dunque  «abbiamo bisogno di questo perdono». Ma è sempre necessario che a portarlo a nome della Chiesa sia un fratello inviato dal Padre «nel sacramento della riconciliazione». Non esita, il Pontefice, a riconoscersi «peccatore» per riaffermare la profondità del sacramento della confessione delle nostre colpe. Così mercoledì mattina, 20 novembre, durante l’udienza generale, Papa Francesco racconta ai fedeli in piazza San Pietro dei suoi incontri con il confessore, il quale «sente le cose che io gli dico, mi consiglia e mi perdona».  E richiama l’attenzione dei presenti proprio sulla figura del sacerdote che esercita un «ministero molto delicato», affidatogli direttamente da Dio.
Certo «è un po’ difficile capire come un uomo può perdonare i peccati» riconosce il Santo Padre. E per questo richiama il “potere delle chiavi”, di cui la Chiesa è depositaria e in virtù del quale è possibile «aprire o chiudere al perdono». Dunque a nulla vale rivolgersi direttamente a Dio: è necessario passare sempre attraverso il sacerdote. Anche se «si può provare vergogna a dire i peccati» a un altro uomo, riconosce il vescovo di Roma. Che così commenta: «Ma le nostre mamme e le nostre nonne dicevano che è meglio diventare rosso una volta che non giallo mille volte. Si diventa rossi una volta, ma ci vengono perdonati i peccati e si va avanti».
Salutando poi diversi gruppi presenti il Pontefice non manca di invitare a pregare per le vittime dell’alluvione che ha sconvolto la Sardegna. Ed esorta ad assicurare sostegno spirituale e materiale alle comunità religiose claustrali, soprattutto  in occasione della giornata pro orantibus   che si celebra domani, giovedì 21 novembre. Dal Pontefice anche un appello a «valorizzare gli innumerevoli benefici che la famiglia apporta alla crescita economica, sociale, culturale e morale dell’intera comunità umana».
 
21 novembre 2013
L'Osservatore Romano

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