Costruite ponti di fraternità con le altre Chiese: così il Papa ai fedeli greco-cattolici ucraini




La “comunione di vita tra tutti coloro che appartengono a Cristo” è una “realtà che ci fa pregustare la vita eterna”, della quale un aspetto importante è infatti la “gioiosa fraternità di tutti i santi”. Papa Francesco nel discorso ai pellegrini greco-cattolici venuti in pellegrinaggio alla tomba del vescovo San Giosafat ricorda come sia proprio questo Martire ucraino a parlarci della comunione dei santi. Lui che abbracciò la vita monastica secondo la Regola basiliana e si impegnò per la riforma del suo Ordine, che – ricorda il Papa – portò alla nascita dell’Ordine Basiliano di San Giosafat. E Paolo VI nel 1963 volle infatti che il corpo del Santo fosse collocato sotto l’altare dedicato a San Basilio Magno, nei pressi della tomba di San Pietro. San Giosafat impegnò poi tutte le sue forze - da semplice fedele, così come da monaco e poi da vescovo di Polotsk - “per l’unione della Chiesa sotto la guida di Pietro, Principe degli Apostoli”. E, dunque, se questa è la comunione della Chiesa – afferma Papa Francesco – “ogni aspetto della nostra vita cristiana può essere animato dal desiderio di costruire insieme”, “di testimoniare la fede insieme”:
“Ci accompagna in questo cammino, ed è il centro di questo cammino, Gesù Cristo, il Signore Risorto. Questo desiderio di comunione ci spinge a cercare di capire l’altro, a rispettarlo, e anche ad accogliere e offrire la correzione fraterna. Cari fratelli e sorelle, il modo migliore di celebrare san Giosafat è amarci tra noi e amare e servire l’unità della Chiesa”.
Di sostegno è anche “la testimonianza coraggiosa di tanti martiri dei tempi più recenti” che costituiscono – afferma – “un grande conforto per la vostra Chiesa”. L’invito del Papa è quindi a costruire “ponti di fraternità”:
“Auguro che la comunione profonda che desiderate approfondire ogni giorno all’interno della Chiesa cattolica, vi aiuti a costruire ponti di fraternità anche con le altre Chiese e Comunità ecclesiali in terra ucraina e altrove, dove le vostre comunità sono presenti”.
Al termine della Messa, il cardinale Leonardo Sandri aveva rivolto un saluto ricordando l’importanza della comunione con Pietro. L’esortazione del porporato è a “mai offuscare la precisa realtà che – dice - ha spinto i vostri antenati ad essere Chiesa cum Petro et sub Petro, senza che questo, come ci ha insegnato il Concilio Ecumenico Vaticano II, sia stato a svantaggio del vostro essere Chiesa Orientale”. Una “profezia di unità anche nell’oggi” che – sottolinea - “non va osteggiata né temuta, bensì conosciuta e promossa”.
Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/11/25/costruite_ponti_di_fraternit%C3%A0_con_le_altre_chiese:_cos%C3%AC_il_papa_ai/it1-749752
del sito Radio Vaticana
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