sabato 30 novembre 2013

Chi è un santo

Nel giardino dei paradossi

«Il santo è prima di tutto un appello e una domanda. Per chi non arresta il suo sguardo all'uomo o all'eroe, il santo diventa parola di Dio. È un successo di Dio. Dio è riuscito, con la terra di cui siamo fatti, a plasmare un essere in cui la 
grazia ha sopraelevato la forza della natura»,  scriveva il padre gesuita Xavier Léon-Dufour nel suo libro Un biblista cerca Dio (Bologna, Centro Editoriale Dehoniano, 2004). Meditando questo testo gli amici dell'esegeta francese, docente di Sacra scrittura, lo hanno ricordato nel sesto anniversario della scomparsa, avvenuta a Pau il 13 novembre 2007.

«Ciò che caratterizza il santo, è, credo, il contrario della vecchiaia – prosegue Léon-Dufour, noto per il suo diffusissimo Dizionario di Teologia Biblica(1967) e uno dei massimi esperti del Vangelo di Giovanni – Dio è l'Eternamente nuovo. Genera ininterrottamente il Figlio. Ebbene, il santo che si è perfettamente adattato a una determinata situazione, a un mondo che era quello che era, ci invita non a fare lavori di storici, di archeologi, a risuscitare reliquie, o a cadere nella trappola di una contemplazione astratta; bensì a rinnovarci di continuo, ad adattarci di continuo al mondo nel quale viviamo. L’autentica esperienza del santo, quella alla quale siamo invitati, quella alla quale ognuno di noi è chiamato, è di entrare nel segreto di Dio e, penetrati dallo Spirito divino, di poter dire allora al mondo la parola di cui questo mondo ha bisogno, al mio posto, nella mia piccola misura, ma a condizione che sia la mia misura, e che sia me stesso, trasformato allora dall'acqua dello Spirito».
 
1 dicembre 2013

osservatoreromano.va

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