venerdì 27 giugno 2014

imparate da me, che sono mite e umile di cuore


Eremo San Biagio
Commento su Mt 11,28-30

"Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Mt 11,28-30

Come vivere questa Parola?

La vita è un gran bel dono e non c'è età che t' impedisca di coglierne il senso e fruttificare il bene nei tuoi giorni.

Però è pur vero che tutti viviamo momenti di stanchezza e ci sentiamo appesantiti, come oppressi da vicende inattese e dolorose.

Il Signore Gesù non solo l'ha capito e sperimentato, ma ci consegna, nel suo Vangelo, una parola consolante, direi terapeutica, al riguardo. Lo stesso insegnamento del Signore, quando ti impone di prendere posizione contro l'egoismo con le sue voglie disordinate, è un giogo. Così com'è un peso quando ti grava le spalle d' impegni esigenti in ordine a Dio, a te, al prossimo.

Ma Gesù è qui a rassicurarci senza per altro illuderci. Sì, quel che il Suo Vangelo ti chiede, talvolta è un giogo ma che diviene addirittura dolce. Talvolta è un peso ma leggero. Il segreto di questa dolce leggerezza che ti pervade la vita? Eccolo.

Sta nell'imparare da Gesù (chiedendo in preghiera e con assiduo sereno esercizio) il sano e limpido semplice vivere a cuore spalancato e umile (mai presuntuoso) mite (mai aggressivo tanto meno malevolo).
Signore, fammi capire che anche questa "goccia di Vangelo" che è la Parola di oggi, mi aiuta a ripulire la mia vita da quel che opprime e provoca ansia. Che io cammini con Te, contagiata dalla Tua umiltà e mitezza. Ciò mi basta.


La voce di un ex calciatore

La mitezza è la forza più travolgente della storia, che non paga mai il male con il male, ma vince il male con il bene.

Luciano Adani

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