giovedì 26 giugno 2014

"Operatori di iniquità?"...



"Operatori di iniquità?"...

"...OPERATORI DI INIQUITÀ..."
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Come si può operare in nome di Gesù nel bene e essere poi considerati da Lui e giudicati come operatori di iniquità?!...

Sì, ci dice il Vangelo: l'apparire come suoi anche nel fare, ma in effetti solo per noi e a modo e ad interesse nostro è una grande tentazione che può essere assecondata.
Far passare noi e le nostre cose (anche belle e buone) come opere di Gesù.
Escludendo Lui, in noi c'è soltanto l'iniquità e non la sua presenza.

Solo noi e non Lui, nella coscienza: ecco l'iniquità.

Allora, questa espressione di Gesù ci richiama come dietro tante nostre belle parole, anche religiose, e dietro la facciata di tante buone opere, anche di carità alla persona e al popolo, non c'è proprio nulla, al di là dell'iniquità.
Ci viene in mente quell'espressione di San Paolo: "...anche se...ma non avessi la carità, nulla mi vale...": iniquità.

Non crediamo che l'essere abilitati come cristiani a stare con il Signore ci dia dei privilegi o delle occasioni speciali; anzi, occorre riflettere:
QUELLO CHE FACCIO E' AZIONE DI DIO O SOLO UN' OPERA MIA?

don Luciano Sanvito

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