venerdì 27 giugno 2014

Sacro Cuore ci richiama all'essenziale del messaggio cristiano


Paolo Curtaz
Commento su Matteo 11,25-30

Festa che richiama improbabili Gesù con i boccoli biondi e gli occhi azzurri, dietro lo zucchero la Solennità del Sacro Cuore ci richiama all'essenziale del messaggio cristiano: Dio è amore e di questo amore noi viviamo.

Ciascuno di noi si fa una sua idea di Dio, mischiando cose sentite, convinzioni personali, esperienze più o meno positive, istinto, cultura, l'ultimo articolo scandalistico sul Vaticano, la trasmissione (orribile!) su presunti miracoli... sapeste che brutte cose sento dire di Dio in giro! Una cosa che mi ha stupito, e di cui ho chiesto ragione ad alcuni amici esperti del profondo dell'uomo, è come ci sia connaturale una visione negativa di Dio, raffigurato come un Moloch cui dover rendere conto, perfetto, sì, ma incomprensibile nella sua diversità, sempre curioso delle cose che facciamo, pronto ad abbandonarci in caso di bisogno e a punirci in caso di disobbedienza (disobbedienza a cosa? A ciò che reputiamo essere suo volere? O alle leggi che reputiamo derivare da lui?). Insomma, a sentire molti, Dio è proprio un tipaccio da rispettare ma da evitare! Povero Dio! Non dev'essere facile avere a che fare con noi! Dobbiamo riconoscerlo con onestà: è successo anche al nostro cristianesimo di dipingere Dio in un modo terribile, un Dio giudice spietato, di cui avere timore e rispetto. Gesù ci svela, invece, il volto di un Padre che scruta l'orizzonte per aspettare il figlio che se n'è andato, un pastore che cerca per ore la pecora perduta, il medico che è venuto per curare, colui che, pur potendo, non giudica. Abbiamo ancora molto cammino da fare, amici, per convertire il nostro cuore allo stupore della misura dell'amore di Cristo.



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