martedì 25 marzo 2014

Commento su Ebrei, 10, 5 "Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato."





Come vivere questa Parola?

Nel giorno dell'annunciazione il desiderio di alleanza che Dio ha, dopo molti tentativi più o meno falliti, sceglie una strada totalmente altra! Non sono serviti anziani di rispetto e nemmeno giudici saggi o profeti, come Noè, Abramo, Elia, Eliseo o Mosè. Allora Dio scavalca ogni soggetto e ogni forma di stipula che aveva precedentemente usato; non saranno uomini autorevoli, né olocausti di montoni e tori, né tavole della legge incise indelebilmente nella pietra o circoncisioni della carne a sancire la nuova alleanza. La novità passerà dalla rivelazione che Dio non è uno e basta, ma è relazione, alleanza continua, vitale. Dio ha un Figlio che ama follemente, è la sua Parola. E questo Figlio gli corrisponde con altrettanto amore. Dio è disposto a mettere a repentaglio questo amore. E allora, a quel Figlio, prepara un corpo; un corpo che possa camminare, parlare, scegliere! E lo manda. Il Figlio, consenziente, parte e prende corpo. Si, perché quel corpo preparato non è da super eroe. Nasce da una parola accolta da un'altra persona: una donna, Maria, che grazie al suo corpo permette che Dio prenda forma, nasca e cresca. Una storia infinita che si racchiude in uno spazio infinitamente piccolo. Minuscolo. Una fessura, per la quale Dio entra nella storia e la ri-orienta!

Signore, il mistero dell'incarnazione continua a stupirci e renderci immensamente felici! Perché con il corpo di tuo Figlio hai sigillato la tua alleanza eterna con noi. E noi, in Lui, con il nostro corpo ogni giorno vogliamo prolungare il tuo mistero di salvezza e portarti a chi ancora non ti conosce... perché, grazie al nostro corpo "Sia che mangiamo, sia che beviamo, sia che viviamo, sia che moriamo siamo nel Signore" (1 Cor 10, 31)"

La voce di un monaco

Vivere la condizione umana è vivere la corporeità. E vivere l'obbedienza a Dio significa, per il cristiano, passare attraverso l'obbedienza al proprio corpo.
Luciano Manicardi, monaco di Bose

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