mercoledì 12 marzo 2014

Commento su Salmo 50 (51) - Crea in me, o Dio, un cuore puro...



"Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo".
Salmo 50 (51)

Come vivere questa Parola?

Tratto da uno dei salmi che quasi certamente sgorgò dal cuore pentito del re Davide, questa pericope si presta pienamente ad essere pregata da noi, che come lui siamo capaci di peccato ma anche di pentimento. Certo, anche il pentimento è grazia di Dio. È Dio che, come "ha creato" il mondo, può ora creare in me un cuore nuovo, cioè nuovamente capace di amare.

Anzitutto il testo qui mi fa capire come è necessario prioritariamente che il cuore sia puro. Che non è una allusione solo all'ambito di ciò che riguarda relazioni amorose, ma spalanca un orizzonte ben più vasto.

Riguarda la purità dei pensieri, la purità dei sentimenti cioè quel pensare e sentire profondamente umano, perché impostato sulla linea del dono e non dell'accaparramento egoico.

Il testo poi ci fa' chiedere uno "spirito saldo", cioè quella volontà ferma che, quando si è volti a pensare, desiderare e compiere il bene, non si lascia poi sbandare inseguendo parvenze di bene, illusioni di felicità.

Signore, ho capito! Dammi grazia perché dentro di me, intenzioni sentimenti progetti siano onesti e trasparenti. Tutto sia "vero" nella limpida ricerca della volontà del Padre. Poiché mi stanco facilmente, Tu rinnova di continuo il mio volere perché io corra sulle Tue vie con amore.

La voce di un politico e filosofo indiano

Il vero pentimento è un requisito essenziale della preghiera
Mahatma Gandhi

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