sabato 29 marzo 2014

Commento su Osea 6, 2 "Il rigurgito vitale è l'effetto del ritorno, della teshuvah..."



"Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare, e noi vivremo alla sua presenza."
Os 6, 2

Come vivere questa Parola?

Questi numeri e gli effetti raccontati da Osea ci fanno immediatamente pensare al triduo pasquale! Non ci fermiamo al genere letterario che li formula. Il simbolo della morte che passa alla vita in tre giorni di sepolcro, da Gesù Cristo in poi, si è inciso nel nostro DNA, nella speranza che abita nonostante tutto ancora tra le pieghe profonde del nostro pessimismo e delle nostre tentazioni depressive.

In Osea questo rigurgito vitale è l'effetto del ritorno, della teshuvah. L'effetto della capacità esercitata di abbandonare decisamente quello che ci tiene distanti da Dio e fare i passi per colmare quella distanza. Passi facilitati, anche se non ce ne accorgiamo, dal venirci incontro di Dio!! Si tratta del tornare del Figliol prodigo della parabola che trova il Padre già sulla strada, che gli corre incontro e lo abbraccia, soffocando ogni discorso di scuse prima formulato. Si tratta di quella conversione che Gesù racconta con il pubblicano e il fariseo che pregano nel luogo di culto. L'autenticità del cuore pentito che si vergogna di quel che ha fatto e riconsegna a Dio il suo essere, come realtà a immagine e somiglianza di Dio, capace e ora anche disposta a vivere eternamente alla sua presenza!

Signore, questa quaresima sia la nostra teshuvah. Aiutaci a tornare in noi stessi, aiutaci a rivedere come stiamo camminando, programmando, interagendo con gli altri e con le cose. Aiutaci a metterci in discussione per smontare quello che ci separa dall'essere in maniera limpida tua immagine e somiglianza. Aiutaci a risorgere!

La voce del Nuovo Testamento

"Svegliati, tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà"
(Ef 5,14)

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