lunedì 10 marzo 2014

Commento su Levitico 19,18 ...amerai il prossimo come te stesso. Io sono il Signore.



"Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore"
Lev 19,18

Come vivere questa Parola?

Nel libro del Primo Testamento che ha nome Levitico ( dalla tribù di Levi a cui apparteneva la classe sacerdotale) l'autore sacro mette a fuoco una serie di proibizioni di quanto non solo è contrario alla gloria dovuta a Dio ma è anche distruttivo della persona umana.

A una attenta lettura si coglie un crescendo di queste proibizioni che però sfocia in un comando radioso assolutamente consono alle esigenze profonde del cuore umano: "Amerai il tuo prossimo come te stesso".

È come quando progetti di fare nuova e bella un'abitazione. Prima togli tutto quello che non va, poi badi a mettere quel che è indispensabile perché sia una bella e accogliente dimora.

Via anzitutto il male: vendetta e rancore. In questa pericope non solo vuol essere estirpata la volontà di vendicarsi ma anche la sua radice che è il rancore sedimentato in cuore.
Ecco, tolto quello che in noi è comandato dall'egoismo, è possibile che si faccia spazio a ciò che nella vita più conta: l'amore.

So Signore, che Tu non mi proibisce di voler bene a me stesso, anzi me lo comandi. Ma vuoi anzi che l'amore si dilati facendosi accoglienza anche del mio prossimo. Perché Tu sai (e io lo voglio) che solo in questo dilatarsi dell'amore da me fino ad abbracciare il prossimo, la mia vita è vera buona gioiosa.

La voce di un drammaturgo e poeta inglese

L'amore guarda non con gli occhi ma con l'anima.
W. Shakespeare

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