giovedì 20 febbraio 2014

ITINERARIO QUARESIMALE

«I Santi non sono superuomini, né sono nati perfetti. Sono come noi, come ognuno di noi, sono persone che prima di raggiungere la gloria del cielo hanno vissuto una vita normale, con gioie e dolori, fatiche e speranze. Ma cosa ha cambiato la loro vita? Quando hanno conosciuto l’amore di Dio, lo hanno seguito con tutto il cuore, senza condizioni e ipocrisie; hanno speso la loro vita al servizio degli altri, hanno sopportato sofferenze e avversità senza odiare e rispondendo al male con il bene, diffondendo gioia e pace. Questa è la vita dei Santi: persone che per amore di Dio nella loro vita non hanno posto condizioni a Lui; non sono stati ipocriti; hanno speso la loro vita al servizio degli altri per servire il prossimo; hanno sofferto tante avversità, ma senza odiare. (…) Essere santi non è un privilegio di pochi, come se qualcuno avesse avuto una grossa eredità; tutti noi nel Battesimo abbiamo l’eredità di poter diventare santi. La santità è una vocazione per tutti. Tutti perciò siamo chiamati a camminare sulla via della santità, e questa via ha un nome, un volto: il volto di Gesù Cristo. Lui ci insegna a diventare santi. Lui nel Vangelo ci mostra la strada: quella delle Beatitudini (cfr Mt 5,1-12). Il Regno dei cieli, infatti, è per quanti non pongono la loro sicurezza nelle cose, ma nell’amore di Dio; per quanti hanno un cuore semplice, umile, non presumono di essere giusti e non giudicano gli altri, quanti sanno soffrire con chi soffre e gioire con chi gioisce, non sono violenti ma misericordiosi e cercano di essere artefici di riconciliazione e di pace. Il Santo, la Santa è artefice di riconciliazione e di pace; aiuta sempre la gente a riconciliarsi e aiuta sempre affinché ci sia la pace. E così è bella la santità; è una bella strada!» (Papa FrancescoAngelus del 1 novembre 2013)
“Ritratti di Santi” sono il momento più rappresentativo della vita del Movimento Ecclesiale Carmelitano. Scritti da Padre Antonio Maria Sicari, i “Ritratti di Santi” (oltre un centinaio) hanno - in questi anni di storia di movimento - tracciato un vero e proprio itinerario di fede che il MEC propone ogni anno – in molte città italiane e straniere – durante il tempo di Quaresima. Un particolare “itinerario quaresimale” pensato – in preparazione della Pasqua – per imparare a contemplare il volto dei santi, la loro vocazione e la loro missione nella Chiesa e nel mondo.


RITRATTI DI SANTI 2014 - di Padre Antonio Maria Sicari

Alcuni estratti


San GIOVANNI EVANGELISTA
(I sec.)
“Il fiore di tutta la Sacra Scrittura è il Vangelo, e il fiore del Vangelo è quello trasmesso a noi da Giovanni”. Questo era già il parere del grande Origene nel III secolo. Eppure questo Vangelo non nomina mai Giovanni: c’è il nome degli altri undici discepoli, con l’aggiunta di un ulteriore personaggio, che compare verso la fine, chiamato “il discepolo che Gesù amava” . La spiegazione più vera di questo titolo ci sembra quella che leggiamo in un bel commento di Adrienne von Speyr: “Giovanni era per Gesù come un figlio” . Forse nessun’altra immagine può rivelarci, meglio di questa, il senso di tutta la sua vita e della sua opera, tese ad assimilare amorosamente il mistero del “Figlio di Dio” divenuto “Figlio dell’uomo”: “Il Verbo fatto carne” (Gv 1,14) . Del resto, l’espressione non deve sorprenderci, dato che Gesù stesso, qualche volta, ha chiamato i discepoli “figliolini miei!” (13,33), titolo che l’apostolo Giovanni userà poi abitualmente, scrivendo ai cristiani la sua “Prima lettera”. Ed è bello pensare che a Gesù, totalmente vergine, non sia mancato né l’affetto femminile-sponsale delle donne che Egli ha accolto e perdonato, né quello filiale di qualche discepolo che si è maggiormente accostato alla sua intimità.


San GABRIELE DELL’ADDOLORATA
(1838 – 1862)

Due erano gli amori che gli riempivano l’anima e che, col passare del tempo, si unificavano sempre di più, al punto da diventare indissociabili: il Crocifisso e l’Addolorata. Gabriele sembrava vivere alla loro presenza, e da essi traeva la luce per giudicare ogni avvenimento e ogni scelta. La vita scorreva in una continua alternanza di studio e preghiera, ma le due cose – nel cuore e nella mente di lui – tendevano ormai a coincidere, e il suo desiderio di imitare Gesù Crocifisso si faceva sempre più struggente. A lasciarlo fare, egli avrebbe volentieri esagerato nelle penitenze e nelle devozioni – convinto che in amore “si può sempre dare di più” – ma lo frenava saggiamente l’obbedienza promessa ai Superiori, i quali vigilavano contro ogni eccesso. E Gabriele si persuase che non c’era penitenza maggiore e più vera che donare senza limiti la propria volontà e i propri gusti.  Perciò sorvegliava in tutto la sua volontà.


San GIOVANNI XXIII
(Angelo Giuseppe Roncalli, 1881 – 1963)
Al termine di questo mese papa Giovanni XXIII sarà proclamato Santo “ex certa scientia”. Non si attenderà, cioè, un  secondo miracolo (come avviene di solito), ma si procederà alla canonizzazione in base alla certezza morale acquisita dalla Chiesa e confermata dal Papa. Sono ormai passati cinquant’anni dalla Sua morte e la commozione che allora pervase il mondo non si è ancora attenuata. Anche le definizioni affettuose che gli furono dedicate (Papa buono, Papa del sorriso, Papa di tutti…) mantengono ancora il loro simpatico calore. (...) Chi vuol raccontare la vita di Papa Giovanni, se soltanto si ferma ad osservare, con un unico colpo d’occhio, il dipanarsi degli eventi resta colpito da questa evidenza: raramente accade nella storia di un solo prete quello che a lui è accaduto. Senza volerlo o programmarlo in alcun modo, egli si trovò ad occupare, uno dopo l’altro, tutti gli uffici, tutte le responsabilità, tutte le funzioni, tutti i ruoli istituzionali e pastorali, tutti i compiti che possono essere affidati a dei preti.



Servo di Dio IGINO GIORDANI
(1894 – 1980)
Ci sono santi ai quali Dio concede di personificare un'epoca e di incarnare una missione decisiva, o di rispondere a un dramma ecclesiale particolarmente grave. Ma ce ne sono alcuni a cui Dio chiede di percorrere un cammino che tocchi molti punti nodali della storia umana e cristiana del tempo in cui vivono: sono degli educatori e dei maestri nel senso più nobile e quotidiano del termine. Tale fu la vicenda di Igino Giordani che nacque a Tivoli nel 1894, da una famiglia di condizioni umili (papà muratore e mamma analfabeta, ma capace di tanta preghiera), e visse 86 anni. Una lunga vita segnata da una duplice "conversione", nel senso di "decisione consapevole per l'esistenza cristiana": la prima a ventidue anni, quando una ferita di guerra lo immobilizzò per molti mesi in un letto d’ospedale; la seconda a cinquantaquattro anni, quando l’incontro con Chiara Lubich, Fondatrice del Movimento dei Focolari, gli aprì nuovi e più decisivi orizzonti di fede, d’amore e di missione.


 SERVA di DIO LUCIA di FATIMA
(1907 - 2005)
La lunga vecchiaia, molto gravosa e sofferta, non riuscì mai a toglierle la serenità, anche se diceva: «Nessuno vuole morire, ma costa molto essere anziani». Poi pensava ai cuginetti morti così giovani e commentava con affetto: «Che birichini! Se ne sono andati in cielo e non ne hanno più voluto sapere di me!... Se almeno mi dessero delle gambe nuove!». E a Suor Celina, che l’assisteva più da vicino, confidava: «La Madonna ha detto che sarei rimasta qui ancora per qualche tempo… Ma quanto ne è passato ormai!...». Un anno prima di morire, sapendo che anche Giovanni Paolo II si muoveva ormai a stento, aveva consegnato il suo bastone al Cardinale Segretario di Stato in visita al monastero e  gli aveva detto: «Lo porti al Papa e vedrà che con questo riuscirà a camminare». Il Papa se l’era tenuto volentieri. Amava anzi scherzarci sopra.

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