lunedì 12 gennaio 2015

Santa Teresina - Un giglio tra le spine

  

Un giglio tra le spine

1 – Signore onnipotente! Fin dall'infanzia più tenera posso dirmi l'opera del tuo amore: ah come vorrei, mio Dio, nella mia riconoscenza, come vorrei ricambiartene! Gesù, mio Benamato, qual privilegio è questo? Che aveva fatto per te questo misero, piccolo nulla, che io sono? E mi vedo qui, nella candida schiera delle vergini della tua corte, amabile e divino Re!
2 – Io non sono nient'altro che la debilità; e tu ben sai, mio Dio, che non ho alcuna virtù. Ma tu sai anche che il bene supremo che sempre mi delizia sei tu, Gesù mio dolce! Quando nel mio giovane cuore s'accese, la fiamma che si chiama amore…t u la reclamasti; e tu solo, Gesù, potesti contentar la mia anima, perché infinito era il mio bisogno d'amore.
3 – Ignara del pericolo, come un agnelletto fuor dell'ovile, mi sbizzarrivo allegramente: ma, o Regina del cielo, mia dolce pastora, la tua mano invisibile sapeva proteggermi! Così, tuttavia trastullandomi lungo i burroni, già tu mi mostravi la vetta del Carmelo; ed io comprendevo allora le severe delizie che avrei dovuto amare per volarmene al cielo
4 – Signore, se ti è grata la purezza dell'Agnello, il cui lucente spirito vaga nell'azzurro, non ami tu altrettanto il giglio, fiorente dalla terra, che il tuo amore ha saputo conservare puro? E se, mio Dio, l'Angelo dall'ali vermiglie è felice di comparirti innanzi candido di purità: anche l'abito che m'ebbi dal mondo gli è eguale, perché ho il tesoro della verginità!
maggio 1897

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