
Visita dei Re dell’Oriente
Matteo 2,1-12
Matteo 2,1-12
1. In silenzio davanti a Dio
L’ascolto orante della
Parola esige attenzione, esige che il tuo ascolto sia orientato a Dio
solo con tutta la disponibilità di cui il tuo cuore è capace. La
qualità della preghiera dipende molto dall’attenzione che vi poniamo. É
stato detto che l’attenzione è «l’essenza della preghiera». Se la tua
ricerca di Dio è sincera, onesta, corretta, non potrai non incontrare
Dio. Oggi, in questa domenica in cui Dio viene manifestato come luce
degli uomini, vogliamo chiedere al Signore «la passione di ascoltarlo»
con le parole della beata Elisabetta della Trinità: «O Verbo eterno,
Parola del mio Dio, voglio passare la mia vita ad ascoltarvi, voglio
farmi tutta docilità per imparare tutto da voi. Poi, attraverso tutte
le notti, tutti i vuoti, tutte le impotenze, voglio fissare sempre voi e
restare sotto la vostra grande luce» (Elevazione alla Santissima Trinità, 21 novembre 1904)
2. La Parola s’illumina
a) Il contesto del brano:
Se nel primo capitolo del vangelo di
Matteo l’intento dell’evangelista è di mostrare l’identità di Gesù (chi
è Gesù) nel secondo il mistero della figura di Gesù viene collegato
con alcuni luoghi che segnano gli inizi della sua vita terrestre.
Il brano liturgico di questa domenica forma l’inizio del capitolo 2 di Matteo (2,1-29) al quale seguono altri tre quadri narrativi: la fuga in Egitto (2,13-15); la strage degli innocenti (2,16-18) e il ritorno dall’Egitto (2,19-23).
Per una migliore comprensione del messaggio in 2,1-13 risulta più proficuo suddividere il racconto dei Magi in due parti seguendo il criterio del cambiamento dei luoghi: Gerusalemme (2,1-6) e Betlemme (2,7-12). Da notare che nel cuore della storia dei Magi troviamo una citazione biblica che focalizza l’importanza di Betlemme in questo periodo dell’infanzia di Gesù:
«E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città di Giuda: da te, infatti, uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele.» (Mt 2,6)
Le due città costituiscono lo sfondo di questa vicenda dei Magi e accomunate da due fili tematici: la stella (vv. 2.7.9.10) e l’adorazione del bambino (vv.2.11).
Il brano liturgico di questa domenica forma l’inizio del capitolo 2 di Matteo (2,1-29) al quale seguono altri tre quadri narrativi: la fuga in Egitto (2,13-15); la strage degli innocenti (2,16-18) e il ritorno dall’Egitto (2,19-23).
Per una migliore comprensione del messaggio in 2,1-13 risulta più proficuo suddividere il racconto dei Magi in due parti seguendo il criterio del cambiamento dei luoghi: Gerusalemme (2,1-6) e Betlemme (2,7-12). Da notare che nel cuore della storia dei Magi troviamo una citazione biblica che focalizza l’importanza di Betlemme in questo periodo dell’infanzia di Gesù:
«E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città di Giuda: da te, infatti, uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele.» (Mt 2,6)
Le due città costituiscono lo sfondo di questa vicenda dei Magi e accomunate da due fili tematici: la stella (vv. 2.7.9.10) e l’adorazione del bambino (vv.2.11).
b) Il testo:
1Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: 2«Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo». 3All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: 6E Tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda.
da te uscirà infatti un capo
che pascerà il mio popolo, Israele». 7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del
bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». 9Udite
le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto
nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo
dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. 11Entrati
nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo
adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro,
incenso e mirra. 12Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda.
da te uscirà infatti un capo
che pascerà il mio popolo, Israele». 7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del

3. In silenzio davanti a Dio
Mettiti con semplicità davanti a Dio,
immerso in un profondo silenzio interiore; lascia da parte ogni
curiosità di pensiero e immaginazione; apri il tuo cuore alla forza
della Parola di Dio.
4. Per una lettura attenta
a) Il simbolismo della stella:
I Magi, astrologi orientali, dediti alla
scienza astrologica e alla predizione del destino, spesso
interrogavano gli astri. Ora giunti a Gerusalemme dicono che hanno
«visto la sua stella nel sorgere». Il termine «sorgere», in greco anatolê,
significa, senza articolo, l’Oriente (il punto cardinale dove sorge il
sole); ma nel testo greco c’è l’articolo e questo significa il sorgere
di un vero e proprio astro. Una conferma ci viene da un testo biblico:
«sorgerà un astro da Giacobbe e si leverà un uomo da Israele» (Num
24,17). La stella diventa figura del nuovo re appena nato e li guida al
luogo in cui egli è nato e si trova. Interessante è notare che questa
stella, non è visibile a Gerusalemme ma torna ad apparire ai Magi mentre
essi si allontanano dalla città. La stella è, davvero, l’elemento più
significativo del racconto.
Innanzitutto i Magi nel loro lungo
cammino non hanno seguito la stella ma piuttosto l’hanno vista sorgere e
subito l’hanno collegata con la nascita del messia. Inoltre il viaggio
non era verso l’ignoto ma aveva come meta, Gerusalemme, città verso
cui convergono in pellegrinaggio tutti i popoli secondo il profeta
Isaia.
La città a questa notizia dei magi
venuti per adorare il Messia è scossa e si agita. Gli abitanti di
Gerusalemme non sembrano entusiasti e non si preoccupano minimamente di
rendere omaggio al «nato re dei Giudei». Addirittura Erode progetta di
ucciderlo.
Eppure in Is 60,1-6 la città di
Gerusalemme è chiamata ad «alzarsi ed accogliere la gloria del Signore»
ora in Mt 2,2 si assiste ad una reazione di rifiuto da parte del re e
di Gerusalemme nei confronti del Messia nato a Betlemme. Tale
atteggiamento prefigura l’inizio delle ostilità che porteranno Gesù ad
essere condannato proprio a Gerusalemme. Nonostante tale reazione che
impedisce ai Magi di accedere alla salvezza proprio nella città eletta
per essere strumento di comunione di tutti i popoli con Dio, gli eventi
della nascita di Gesù si spostano a Betlemme. Dio che guida gli eventi
della storia fa ripartire da Gerusalemme i Magi che si rimettono in
cammino e trovano il Messia, nella città che fu la patria di Davide,
Betlemme. In questa città Davide aveva ricevuto l’investitura regale
con l’unzione da parte di Samuele, ora, invece, il nuovo re riceve
un’investitura divina: non con olio ma in Spirito Santo (1,18.20). In
questa città ora salgono i popoli, rappresentati dai magi, per
contemplare l’Emmanuel, il Dio con noi, e per fare esperienza di pace e
di fede..
b) Il simbolismo del cammino dei Magi:
i) Un cammino irto di difficoltà, ma alla fine giunge al successo
Il movente del loro itinerario è
l’apparire di una stella, collegata alla nascita di un nuovo re:
«abbiamo visto sorgere la sua stella». La stella è qui solo un segno,
un indizio che comunica ai Magi l’iniziativa di mettersi in cammino.
All’inizio saranno stati spinti da curiosità ma che, in seguito, si è
trasformata in desiderio di ricerca e di scoperta. Sta di fatto che
quell’indizio della stella ha smosso dei personaggi e li ha spinti a
cercare per trovare una risposta: forse a un desiderio profondo? Chi lo
sa! Il testo ci mostra che i Magi hanno nel cuore una domanda e che
non temono di ripeterla, rendendosi inopportuni: «Dov’è il re dei
Giudei?».
La domanda la pongono al re Erode e,
indirettamente, alla città di Gerusalemme. La risposta viene data dagli
esperti, sommi sacerdoti, scribi: è necessario cercare il nuovo re a
Betlemme di Giudea, perché così ha profetizzato Isaia: «E tu
Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di
Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo Israele» (Mt 2,6). Il testo profetico viene incontro alle difficoltà dei Magi: la Parola di Dio diventa luce al loro cammino.
In forza di quella informazione, attinta
alla profezia isaiana, e confortati dal riapparire della stella i Magi
riprendono il loro cammino avendo come meta, Betlemme. La stella che
li guida si ferma sulla casa in cui si trova Gesù. É strano che coloro
che abitano a Betlemme o nei dintorni della casa in cui si trova Gesù
non vedono quel segno. Inoltre quelli che possiedono la scienza delle
Scritture conoscono la notizia della nascita del nuovo re d’Israele, ma
non si muovono per andarlo a cercare. Anzi, la richiesta dei Magi
aveva, piuttosto, provocato nei
loro cuori paura e turbamento. In
definitiva, coloro che sono vicino all’evento della nascita di Gesù non
si accorgono dell’accaduto, mentre i lontani, dopo aver percorso un
cammino accidentato, alla fine trovano ciò che cercavano. Ma, in
realtà, cosa vedono gli occhi dei Magi: un bambino con sua madre
all’interno di una povera casa. L’astro che li accompagnava era, in
definitiva, quel semplice e povero bambino, nel quale riconoscono il re
dei Giudei.
Si prostrano davanti a Lui e gli offrono
dei doni simbolici: l’oro (perché si tratta di un re); l’incenso
(perché dietro l’umanità di quel bambino è presente la divinità); mirra
(quell’astro è un uomo autentico, destinato a morire).
ii) Il cammino dei Magi: un cammino di fede:
Non é errato pensare che quello dei Magi
sia stato un autentico cammino di fede, anzi è stato l’itinerario di
coloro che, pur non appartenendo al popolo eletto, hanno trovato
Cristo. All’inizio di un cammino c’è sempre un segno che chiede di
essere visto lì dove ogni uomo vive e s’impegna. I Magi hanno scrutato
il cielo, per la Bibbia sede della divinità, e da lì hanno avuto un
segno: una stella. Ma per iniziare un percorso di fede non basta
scrutare i segni della presenza del divino. Un segno ha la funzione di
suscitare il desiderio che richiede per realizzarsi un arco di tempo,
un cammino di ricerca, un’attesa. É significativa l’espressione con cui
Edith Stein descrive il suo cammino di fede: «Dio è la verità. Chi
cerca la verità, cerca Dio, consapevolmente o no».
Un vero desiderio provoca domande. I
Magi, intanto, trovano Gesù perché hanno nel cuore degli interrogativi
forti. Tale esperienza d’incontro con Gesù è, davvero, una provocazione
per la pastorale: si impone la necessità di non privilegiare una
catechesi fatta di certezze o preoccupate di offrire delle risposte
prefabbricate quanto di destare nell’uomo di oggi domande significative
sulle questioni cruciali dell’umanità. É quanto suggerisce un vescovo
del centro Italia in una lettera pastorale: «Presentare Cristo e il
Vangelo in connessione coi problemi fondamentali dell’esistenza umana
(vita- morte, peccato-male, giustizia-povertà, speranza-delusione,
carità-odio, rapporti interpersonali familiari, sociali,
internazionali...), onde evitare la sfasatura tra le domande
dell’umanità e le nostre risposte» (Lucio Maria Renna).
La risposta, come ci insegna
l’esperienza dei Magi, và trovata nella Bibbia. E non si tratta solo di
una conoscenza intellettuale o di un sapere circa il contenuto delle
Scritture, come nel caso degli scribi, ma un accostarsi ad essa guidato
dal desiderio, dalla domanda. Per i Magi quell’indicazione attinta
alle S.Scritture fu illuminante per compiere l’ultima tappa del loro
cammino: Betlemme. Inoltre la parola di Dio permise loro di vedere nei
segni umili di una casa, del bambino con Maria, sua madre, il re dei
Giudei, l’atteso d’Israele.
I Magi lo adorano e scoprono in Gesù
colui che avevano lungamente cercato. Il lettore. da un lato, è
sorpreso dalla sproporzione esistente tra i gesti e i doni dei Magi e
la realtà umile che si presenta ai loro occhi; ma, dall’altro, è sicuro
che quel bambino che i Magi, adorano è proprio il Figlio di Dio,
l’atteso Salvatore del mondo. E così l’itinerario diventa l’itinerario
di ogni lettore che legge questa storia significativa dei Magi: chi
cerca, anche se è lontano da Dio, può trovarlo. Coloro, invece, che
presumono di sapere tutto Dio e credono di avere assicurata la
salvezza, rischiano di privarsi dell’incontro con Lui. In una catechesi
tenuta a Colonia in occasione della XX Giornata mondiale della
Gioventù così si esprime l’arcivescovo Bruno Forte: «i Magi
rappresentano tutti i cercatori della verità, pronti a vivere
l’esistenza come esodo, in cammino verso l’incontro con la luce che
viene dall’alto».
Inoltre l’esperienza dei Magi ci insegna
che in ogni cultura, in ogni uomo ci sono attese profonde che chiedono
di essere colmate. Da qui la responsabilità di leggere i segni di Dio
presenti nella storia degli uomini.
5. Per meditare
- Dopo la lettura di questo brano del vangelo sono disponibile a rivivere il cammino dei magi?
- Quale difficoltà incontri nella conoscenza profonda di Cristo Gesù? Come puoi superarle?
- Nel tua ricerca della verità sai affidarti, metterti in cammino e in ascolto di Dio?
- Alla luce della Parola, che cosa puoi cambiare nella tua vita?
- Quale difficoltà incontri nella conoscenza profonda di Cristo Gesù? Come puoi superarle?
- Nel tua ricerca della verità sai affidarti, metterti in cammino e in ascolto di Dio?
- Alla luce della Parola, che cosa puoi cambiare nella tua vita?
6. Salmo 71
É un salmo regale, composto per
festeggiare il re nel giorno in cui sale al trono. La primitiva comunità
cristiana non ha avuto alcun dubbio a vedere in queste immagini il
ritratto del Messia.
Dio, dà al re il tuo giudizio,
al figlio del re la tua giustizia;
regga con giustizia il tuo popolo
e i tuoi poveri con rettitudine.
al figlio del re la tua giustizia;
regga con giustizia il tuo popolo
e i tuoi poveri con rettitudine.
Le montagne portino pace al popolo
e le colline giustizia.
Ai miseri del suo popolo renderà giustizia,
salverà i figli dei poveri
e abbatterà l’oppressore.
e le colline giustizia.
Ai miseri del suo popolo renderà giustizia,
salverà i figli dei poveri
e abbatterà l’oppressore.
Il suo regno durerà quanto il sole,
quanto la luna, per tutti i secoli.
quanto la luna, per tutti i secoli.
Scenderà come pioggia sull’erba,
come acqua che irrora la terra.
Nei suoi giorni fiorirà la giustizia
e annonderà la pace,
finché non si spenga la luna.
come acqua che irrora la terra.
Nei suoi giorni fiorirà la giustizia
e annonderà la pace,
finché non si spenga la luna.
E dominerà da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.
A lui si piegheranno gli abitanti del deserto,
lambiranno la polvere i suoi nemici.
I re di Tarsis e delle isole porteranno offerte,
i re degli Arabi e di Saba offriranno tributi.
A lui tutti i re si prostreranno,
lo serviranno tutte le nazioni.
dal fiume sino ai confini della terra.
A lui si piegheranno gli abitanti del deserto,
lambiranno la polvere i suoi nemici.
I re di Tarsis e delle isole porteranno offerte,
i re degli Arabi e di Saba offriranno tributi.
A lui tutti i re si prostreranno,
lo serviranno tutte le nazioni.
Dossologia
Anche noi ti rendiamo la gloria,
Padre santo il cui nome è sublime;
con il Figlio e lo Spirito santo
sempre gloria nei secoli eterni.
Padre santo il cui nome è sublime;
con il Figlio e lo Spirito santo
sempre gloria nei secoli eterni.
7. Preghiera finale
Sì, Amen!
Te lo diciamo, o Padre,
con tutto il cuore
sintonizzati al cuore del tuo Figlio
e della Vergine Maria.
Te lo diciamo con tutta la Chiesa
e per tutto il genere umano.
Fà che, radunati nell’amore,
dopo il «sì» nell’ora della croce
possiamo con voce unanime,
in possente coro,
in silente splendore,
cantarlo eternamente
nel santuario del cielo.
Amen! Alleluia!
(Anna Maria Canopi)
Te lo diciamo, o Padre,
con tutto il cuore
sintonizzati al cuore del tuo Figlio
e della Vergine Maria.
Te lo diciamo con tutta la Chiesa
e per tutto il genere umano.
Fà che, radunati nell’amore,
dopo il «sì» nell’ora della croce
possiamo con voce unanime,
in possente coro,
in silente splendore,
cantarlo eternamente
nel santuario del cielo.
Amen! Alleluia!
(Anna Maria Canopi)
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